Daiki, il robot modulare alimentato a energia solare che permette di effettuare una telediagnosi delle coltivazioni di oltre 2000 ettari in tutta Italia risparmiando il 45% di acqua e il 35% di fertilizzante, è già una realtà. L’ideatrice: “Stiamo lavorando affinché il robot sia dotato di una parte operativa in modo da sostituire l’agricoltore. Il nostro obiettivo è di rendere più sostenibile, tracciabile e green l’intera filiera agroalimentare con l’aiuto di Daiki”
ll nostro viaggio alla scoperta delle startup siciliane dall’animo green che ci porterà dritti al Sios2022 Sicily Edition di Catania, dove mercoledì 30 novembre saremo in diretta dalla sala dell’Enel Innovation Hub&Lab per parlare di sostenibilità, energie rinnovabili e tecnologia, fa tappa a Niscemi (CL).
Leggi anche: #SIOS Sicily Edition, venite a trovarci nell’isola dell’energia verde
In questo piccolo centro dell’entroterra siciliano, una giovane laureata in ingegneria informatica, Maria Luisa Cinquerrui, ha ideato Daiki, il robot modulare alimentato ad energia solare che permette di effettuare una telediagnosi così da intervenire tempestivamente sulle eventuali criticità e gestire in modo sostenibile ed efficace le coltivazioni.
“Ho iniziato a realizzare prototipi di robot in grado di monitorare le coltivazioni orticole ed avvertirmi quando le piante erano in sofferenza per risolvere i problemi che si presentavano nell’azienda di famiglia”
Risultato: un risparmio di acqua del 45% e di fertilizzante del 35%. Ma non è tutto. Gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo messi in campo dalla startup nei settori della domotica, dell’intelligenza artificiale e della tecnologia blockchain, presto daranno alla luce un robot sia capace di sostituire l’agricoltore intervenendo direttamente, sia di gestire e rendere più green e sostenibile tutta la filiera, dalla coltivazione fino ai consumatori finali, passando per raccolta prodotto, gestione magazzino e commercializzazione.
Com’è nata la startup
L’idea è partita dai 6 ettari coltivati ad orticole dell’azienda di famiglia, a Niscemi. “Il mio obiettivo – racconta a StartupItalia Maria Luisa Cinquerrui, fondatrice di SmartIsland – era quello di risolvere le criticità che si presentavano nei campi coltivati dalla mia famiglia e dovute ai cambiamenti climatici. Ho unito allora le mie due passioni, agricoltura e ingegneria informatica. Ho iniziato a realizzare prototipi di robot in grado di monitorare le coltivazioni orticole ed avvertirmi quando le piante erano in sofferenza”.
Era il 2016 e da allora Maria Luisa di strada ne ha fatta con il suo Daiki. Oggi 2000 ettari di circa 300 aziende in tutta Italia, si avvalgono dell’aiuto del robot.
Come funzione Daiki
Il salto di qualità Maria Luisa lo ha fatto nel 2021, quando la sua startup, SmartIsland, ha vinto il bando Eni Joule “South up!” ideato per promuovere in chiave sostenibile la crescita socio-economica del territorio.
“Daiki è costituito da una componente hardware e una software capace di sfruttare al meglio le potenzialità della precision farming“
“Grazie al premio di 30mila euro – afferma Maria Luisa Cinquerrui – abbiamo sperimentato i reali benefici di Daiki nell’azienda agricola La Fonte Antica di Spinoso, in Basilicata. I risultati sulle colture orticole, di fagioli Igp di Sarconi e piante di kiwi sono stati stupefacenti”.
La percezione reale dell’umidità del terreno, del fabbisogno idrico e chimico reale della pianta, della resa agricola, dello stato di fertirrigazione e dei livelli di concimazione, hanno permesso di registrare un risparmio di acqua pari al 45% e di fertilizzanti pari al 35%.
“Daiki è costituito da una componente hardware e una software capace di sfruttare al meglio le potenzialità della precision farming – continua Maria Luisa Cinquerrui – Istallato nei campi e dotato di una batteria ad alimentazione solare, raccoglie e trasmette i dati di ogni singola pianta a un algoritmo che li analizza e segnala all’agricoltore eventuali sofferenze o criticità. Daiki riesce a fornire dati sull’umidità di aria e terreno, sull’eventuale attacco di agenti patogeni limitando il consumo di fitofarmaci e sullo stato vegetativo della pianta”.
Il Joule Eni non è stato l’unico premio vinto nel 2021 da SmartIsland. Lo stesso anno, infatti, la startup ha partecipato e vinto la challenge del progetto Acqua nelle nostre mani promosso da Finish e Future Food Institute. Inoltre ha raccolto investimenti anche da Cdp Capital Venture e Invitalia per un totale di 400mila euro.
“Istallato nei campi e dotato di una batteria ad alimentazione solare, raccoglie e trasmette i dati di ogni singola pianta a un algoritmo che li analizza e segnala all’agricoltore eventuali sofferenze o criticità”
Investimenti e nuovi prototipi
In un mondo che si muove sempre più velocemente verso nuovi scenari di digitalizzazione, SmarIsland non poteva fermarsi. L’agricoltura 4.0 viaggia alla velocità della luce e le startup di successo, come quella siciliana, non vogliono rimanere insieme.
“Sfruttando intelligenza artificiale, domotica e blockchain, stiamo lavorando per migliorare le prestazioni di Daiki”
“Gran parte dei 400mila euro raccolti con il primo round – dice Maria Luisa Cinquerrui – li stiamo investendo in ricerca e sviluppo. Sfruttando intelligenza artificiale, domotica e blockchain, vogliamo migliorare le prestazioni di Daiki. Da un lato vorremmo dotarlo di una parte operativa, che permetta al robot di intervenire autonomamente, senza l’aiuto dell’agricoltore, per risolvere le criticità. Dall’altro lavoriamo a rendere più green e sostenibile tutta la filiera”.
Daiki, infatti, dovrebbe riuscire a gestire sia l’intero processo produttivo dell’azienda, dai campi alla commercializzazione, passando per la gestione del magazzino.
“Utilizzando la tecnologia blockchain – precisa la startupper – vorremmo che i dati raccolti dal robot, fossero visibili e consultabili anche al consumatore finale in modo da accrescere il valore del prodotto e garantire la sicurezza alimentare”.
Competenza ed esperienze vincono anche sui pregiudizi
La strada del successo, però, non è tutta in discesa. Alcune volte bisogna superare alcuni pregiudizi.
“Essere donna a capo di un’azienda agricola e ingegnere – confida a StartupItalia la fondatrice di SmartIsland – non è ancora, purtroppo, il biglietto da visita più indicato per affermarsi nel mondo dell’agricoltura. Durante i colloqui conoscitivi con le aziende, molti imprenditori, in un primo momento, quasi non mi considerano. Preferiscono parlare con i miei collaboratori. Non appena capiscono che l’ideatrice e la più profonda conoscitrice di Daiki sono io, però, tutto cambia. L’essere donna passa in secondo piano anche in un settore con retaggi maschilisti come quello agricolo. Divento io il loro punto di riferimento perché la competenza, la preparazione e i risultati vincono su tutto, anche sulle remore iniziali”.
Il boom dell’agricoltura 4.0
Gli agricoltori italiani sono sempre più green e innovativi, almeno stando ai dati diffusi dall’Osservatorio Smart Agrifood. Nel 2021, infatti, secondo le stime dell’Osservatorio, l’Agricoltura 4.0 ha generato in Italia un fatturato di 1,6 miliardi di euro, con una crescita del 23% rispetto al 2020. È cresciuta anche la superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0, che nel 2021 ha raggiunto il 6% della superficie totale.
“L’essere donna passa in secondo piano anche in un settore con retaggi maschilisti come quello agricolo. Competenza, preparazione e i risultati vincono su tutto, anche sulle remore iniziali”
A dare sicuramente una svolta tecnologica al settore primario, hanno contribuito gli obiettivi dei programmi europei Green New Deal (Patto Verde europeo che ha come scopo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050) e Farm to fork (il piano messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente che punta a incrementare i terreni agricoli destinati a colture biologiche fino al 25% entro il 2030 e ridurre del 50%, entro la stessa data, l’uso di pesticidi chimici in agricoltura). In un comparto, quello dell’agrifood, che vale per l’economia italiana 538 miliardi di euro, ovvero il 25% del PIL, secondo un sondaggio condotto da Merlin Connect, 8 agricoltori su 10 vorrebbero investire in innovazione.
E Sios2022 Sicily Edition di mercoledì 30 novembre a Catania, sarà anche l’occasione per fare il punto e confrontarsi con aziende e investitori dall’animo green che credono che il progresso vada di pari passo allo sviluppo sostenibile in agricoltura e non solo.