Gli investimenti iniziano a crescere, ma l’Italia resta lontana dai maggiori Paesi europei. Peroncini (Eureka! Venture): “400 milioni in arrivo dalla partnership tra Cdp e il Fondo europeo per gli investimenti, ma abbiamo bisogno di una mano pubblica che investa due miliardi all’anno per altri cinque anni”
Si fa presto a dire deeptech. Il termine indica le tecnologie innovative che derivano da scoperte scientifiche in vari ambiti, come l’ingegneria, la matematica, la fisica e la medicina. Riferito soprattutto al mondo startup, i settori di applicazione del deeptech sono parecchi e diversi fra loro. Spaziano per l’appunto dall’ingegneria alla fisica e alla scienza dei materiali avanzati, dall’intelligenza artificiale e dalla robotica alla sicurezza informatica e alla blockchain, dalle biotecnologie alle tecniche della manifattura avanzata. E ancora, il cosiddetto agritech, l’aerospaziale, la computazione quantistica, le telecomunicazioni e le nuove sperimentazioni nel comparto energetico.
L’origine dell’espressione deep technology risale al 2014 e si deve a Swati Chaturvedi, cofondatrice e CEO di Propel(x), una piattaforma digitale con sede in California, che aiuta a collegare le startup deeptech con i potenziali investitori. Secondo Chaturvedi, l’elemento distintivo di questo tipo di aziende è il fatto di essere fondate su una scoperta scientifica o su un’innovazione ingegneristica significativa.
Ecco perché analizzare il grande calderone delle realtà deeptech è impresa complessa. In ogni caso, ci sono anche alcuni tratti comuni. Uno su tutti, una lunga fase di ricerca e sviluppo di queste società, le cui soluzioni in genere non sono sfruttabili fin da subito e a volte potrebbero rappresentare il fondamento per altri prodotti e servizi spendibili sul mercato.
Eppur si muove: il deeptech italiano secondo Stefano Peroncini
Quasi tre anni fa, in un’intervista rilasciata a StartupItalia a gennaio del 2020, Stefano Peroncini, Ad di Eureka! Venture, piattaforma nata per lanciare fondi di investimento alternativi e focalizzati sul deeptech, avvertiva sulle scelte di finanziamento nelle startup italiane, da parte dei fondi di venture capital. La questione verteva sull’allora diffusa scelta di prediligere le realtà digitali, con il rischio di provocare l’emigrazione all’estero delle società innovative di qualità.
Da allora, racconta Peroncini al nostro giornale, “la situazione è molto cambiata. Ai più tradizionali fondi attivi sul digitale si sono affacciati nuovi fondi di investimento dedicati ai settori deeptech, come il biotech e il medicale, alla robotica e al settore dello spazio”. A favorire questa evoluzione, l’avvio dei poli di trasferimento tecnologici, promossi da Cdp venture capital, che sta spingendo su un modello di investimenti definiti indiretti, ossia rivolti a fondi specializzati, come la stessa Eureka!, e diretti. In questo secondo caso, si tratta di risorse destinate agli stadi più critici del trasferimento tecnologico, come il supporto ai progetti nella fase di proof of concept, nati nelle università e nei centri di ricerca.
“Si è passati da pochi milioni di euro a più di cento l’anno investiti nel deeptech”
Tradotto in cifre, sottolinea l’Ad di Eureka!, “si è passati da una media di pochi milioni di euro ogni anno a una di circa 100 milioni di investimenti all’anno, nell’ultimo biennio”. A fotografare la situazione è il report del primo semestre 2022 del Venture capital monitor, promosso dall’Aifi, l’associazione di categoria del venture capital italiano. “L’incremento”, prosegue Peroncini, “ha avuto luogo negli ultimi quattro anni ed è dovuto anche alla spinta dei cinque fondi di trasferimento tecnologico, nati sotto la piattaforma Itatech, promossa dal Fondo europeo per gli investimenti e da Cassa depositi e prestiti”.
Il quadro sta mutando anche all’interno dello stesso sistema di venture capital del Belpaese. “Lo confermano i dati dell’Osservatorio trimestrale, redatti della società di advisor Growth capital, insieme a Italian tech alliance”, osserva Peroncini. “In Italia, nei primi nove mesi dell’anno, siamo a oltre un miliardo e 500 milioni di euro di investimenti in venture capital”. La novità sta però nell’analisi di settore. “Abbiamo 29 operazioni concluse nel software, 26 nel deeptech e 26 in smartcity. Significa che il 2022 sarà per noi l’anno migliore di sempre in termini generali, con una crescita sostenuta proprio del deeptech, che si avvicina per numerosità di accordi ai più tradizionali ambiti del digitale”.
Gli investitori italiani del deeptech
Oltre alla piattaforma Itatech, passata a una disponibilità complessiva di 310 milioni di euro nel primo semestre del 2022, dai 200 milioni originari, grazie all’ingresso di cinque nuovi investitori privati, ci sono altri fondi che stanno guidando la crescita del deeptech italiano. A partire dalla stessa Eureka! Fund, focalizzata sui materiali avanzati, controllato da Eureka! Venture Sgr, che di recente ha superato i 100 milioni di euro di capitali in gestione. La sua attenzione è rivolta a operazioni di trasferimento tecnologico nelle fasi iniziali dei nuovi progetti aziendali, con un rapporto privilegiato con i centri di ricerca e le università italiane. Al suo interno figura anche BlackSheep Fund. “Il fondo investe in startup con tecnologie come big data e intelligenza artificiale, applicate ai settori pubblicitario e del marketing, in fase di sviluppo avanzata”.
Ricoprono ruoli importanti nella transizione degli investimenti anche il fondo gestito dalla società napoletana di private equity e venture capital Vertis, incentrata su temi dell’industria 4.0, la compagnia milanese di consulenza aziendale Mito technology e 360 Capital partners, il venture capital che opera in collaborazione con il Politecnico di Milano.
“Alla fine dello scorso anno, è stata rinnovata la partnership per il trasferimento tecnologico tra il Fondo europeo per gli investimenti e Cdp“, ricorda Peroncini. “Cdp destinerà fino a 130 milioni di euro della propria dotazione complessiva di 275 milioni al coinvestimento con il Fei, che a sua volta si è impegnata a intervenire in modo paritetico, portando il valore della collaborazione fino a 260 milioni. Uno stanziamento complessivo che raggiungerà una dotazione complessiva di oltre 400 milioni di euro. Questo apporto permetterà la nascita di cinque, sei o sette nuovi fondi specializzati”.
“La partnership per il trasferimento tecnologico fra il Fei e Cdp porterà oltre 400 milioni di euro”
Intanto, oltre ai soldi, iniziano ad arrivare i primi risultati. Uno su tutti, il caso di Genenta Science, spin-off biotech nato all’ospedale San Raffaele di Milano e specializzata in terapie geniche per la lotta ai tumori. La società ha raccolto quasi 34 milioni di euro in sette anni, prima di quotarsi lo scorso dicembre al Nasdaq, attraverso un’offerta pubblica iniziale di 36 milioni di dollari.
Anche D-Orbit, azienda attiva nel settore aerospaziale, stava per sbarcare al Nasdaq con una valutazione di circa 1,3 miliardi di dollari, salvo poi aver dovuto cambiare i piani a causa delle difficoltà del mercato. Infine, c’è il caso di Newcleo, compagnia che sta studiando reattori nucleari di nuova generazione, per produrre energia sostenibile e in modo non inquinante. Ha ottenuto un finanziamento di serie A di 300 milioni di euro quest’anno, dopo aver chiuso un round di 100 milioni di euro nel 2021.
Proprio questi ultimi settori, sostiene Peroncini, rappresentano una parte importante del futuro dei finanziamenti nel deeptech. “Nei prossimi anni, gli investitori troveranno grande interesse nell’economia spaziale, sia nelle sue declinazioni di upstream, cioè tutto quello che va dalla Terra allo spazio, sia nel downstream, ossia tutto ciò che ritorna dallo spazio sulla Terra. Ci sono poi le tecnologie per il supporto alla transizione energetica, come l’idrogeno, le rinnovabili, il nucleare di nuova generazione e le soluzioni di efficientemente e accumulo energetico”. Infine, continua l’Ad di Eureka!, “il biotech e, più in generale, il medicale, ormai sdoganato dalla pandemia come una delle aree più importanti per il benessere delle persone”.
L’Europa è lontana
Tuttavia, il confronto con i maggiori Paesi europei, afferma Peroncini, resta ancora impietoso. “In Europa, secondo i dati Dealroom, gli investimenti nel deeptech hanno raggiunto nuovi record, con 12,3 miliardi di euro al terzo trimestre del 2022, rispetto ai 12,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. In Italia i numeri complessivi sono ancora incredibilmente piccoli rispetto agli altri principali Paesi europei”. La distanza, secondo l’Ad di Eureka!, sta non soltanto nei soldi spesi, ma anche nel numero complessivo di fondi specializzati e, di conseguenza, nella quantità di investimenti effettuati.
Il contesto di riferimento cozza con l’elevata qualità degli scienziati italiani e dei loro studi. “Questa situazione è davvero un peccato, perché storicamente i nostri ricercatori sono tra i migliori al mondo in termini di pubblicazioni scientifiche“, evidenzia Peroncini. “Lo sono però di meno nel brevettare i ritrovati delle loro ricerche scientifiche e quindi nel generare processi virtuosi di trasferimento tecnologico dalle università al mercato“.
La distanza che separa l’Italia dai Paesi più efficienti nel vecchio continente viene confermata dal quadro europeo annuale di valutazione dell’innovazione, pubblicato a settembre. Secondo questo documento, dal 2015 a oggi, i risultati dell’Unione europea in materia di innovazione sono migliorati del 10%. La ricerca suddivide gli Stati membri in quattro categorie. Tra i leader, con risultati superiori al 125% della media europea, spicca la Svezia, al primo posto, seguita da Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia. Il secondo gruppo è quello degli innovatori forti, tra il 100% e il 125% della media dell’Ue. Figurano poi gli innovatori moderati, fra il 70% e il 100% della media, (l’Italia si trova in questo terzo gruppo) e gli innovatori emergenti, al di sotto del 70%.
Istituzioni e innovazione, un’alleanza preziosa
La rincorsa all’Europa passa dall’Europa. Lo scorso luglio, la Commissione ha presentato una nuova agenda comune, che ha al centro proprio le startup deeptech. Lo scopo è quello di rafforzare il ruolo dell’Unione europea nel guidare le transizioni energetica e digitale, aumentando il proprio sforzo economico per finanziare i nuovi progetti ad alto contenuto tecnologico. Per farlo, l’organo esecutivo dell’Ue punta a migliorare l’accesso ai finanziamenti per le startup e le scaleup, sostenere la creazione di valli regionali dell’innovazione e attrarre e trattenere talenti, tramite la formazione di un milione di talenti nell’innovazione.
“La Commissione e le istituzioni devono continuare a investire e prendersi la responsabilità di promuovere tecnologie di frontiera e sviluppare una nuova generazione di talenti e imprenditori scientifici“, commenta a questo proposito Peroncini. “Queste due componenti potranno portare le tecnologie del futuro sul mercato, insieme a venture capitalist competenti e specializzati”.
Un altro esempio significativo di aiuto istituzionale, spiega l’ad di Eureka!, è quello messo in atto dall’Agenzia spaziale europea. “L’Esa ha recentemente fatto nascere al suo interno una divisione per la commercializzazione delle soluzioni tecnologiche e un programma di supporto alle scaleup della space economy“.
“L’Italia ha bisogno di una mano pubblica che investa due miliardi all’anno per altri cinque anni”
Nel caso italiano, l’altro grande pilastro è rappresentato dall’apporto di Cassa depositi e prestiti. “Nell’ultimo triennio, Cdp venture capital ha saputo costruire un ecosistema articolato a supporto dell’intera filiera dell’innovazione e anche del deeptech. A questo si aggiungono i fondi provenienti dal Pnrr“. Le prossime tappe, secondo Peroncini, sono già tracciate. “Abbiamo ancora bisogno di una mano pubblica virtuosa per altri cinque anni, che possa supportare il sistema con almeno due miliardi all’anno“.
TUTTE LE STARTUP DEEPTECH IN ITALIA (LISTA IN AGGIORNAMENTO)
Di seguito trovate un elenco delle startup e Pmi deeptech, mappate da StartupItalia. Come per ogni tappa della rubrica Viaggio in Italia, si tratta di una lista stilata dalla nostra redazione e non di una classifica. Soprattutto in questo caso, dove gli ambiti di applicazione e i settori coinvolti sono molto diversi fra loro (altre realtà deeptech qui non presenti potrebbero essere menzionate in altre puntate di Viaggio in Italia o potrebbero essere citate anche in altre episodi). Inoltre, è un articolo aperto, perciò aspettiamo le vostre segnalazioni: scriveteci alla nostra mail [email protected] per aiutarci a renderla sempre più esaustiva.
- ABZERO di Pisa. Nata come spin-off dell’Università Sant’Anna, è stata fondata nel 2017 da Andrea Cannas e Giuseppe Tortora e si pone l’obiettivo di trasportare tramite droni beni preziosi e deperibili in campo sanitario, come sangue, emocomponenti delle donazioni, organi, medicinali speciali e cibo biologico in maniera sicura ed efficiente. A luglio ha vinto la terza edizione della call “Io ci credo”, indetta da In Cibum Lab, incubatore certificato del Ministero dello Sviluppo economico.
- ACCA INDUSTRIES di Lavagno, in provincia di Verona, ha brevettato un dispositivo per la produzione di idrogeno e ossigeno, che viene applicato come retrofit ai motori a combustione interna. Si tratta dell’anello di congiunzione fra gli attuali motori endotermici, che utilizzano combustibili come benzina, diesel, metano gpl e oli vegetali, e i nuovi motori a energia alternativa, come l’idrogeno. La startup, guidata dal CEO, Andreas Hummer, consente di ridurre i consumi e le emissioni inquinanti e utilizza la tecnologia blockchain per la tracciabilità della filiera.
- AIGRITEC di Bolzano, attiva nel settore agricolo. Unisce soluzioni di intelligenza artificiale e di robotica al lavoro di coltivazione, sviluppando tecniche innovative relative al diradamento dei fiori, dei frutti e alla raccolta.
- AIKO di Torino, sviluppa software di intelligenza artificiale per l’automazione delle missioni spaziali. Fondata nel 2017 da Lorenzo Feruglio, Giorgio Albano e Loris Franchi. L’obiettivo è ottimizzare il rapporto tra uomo e tecnologia sulla Terra e sullo spazio. Ha mosso i primi passi all’interno dell’incubatore del Politecnico di Torino.
- ALBA ROBOT, torinese, fondata nel 2019 e guidata dal CEO, Andrea Bertaia. È una piattaforma di micro mobilità che punta a migliorare il trasporto delle persone con mobilità ridotta all’interno delle strutture, come ospedali, aeroporti e musei, e offre servizi innovativi di mobilità autonoma o assistita. Sfrutta soluzioni tecnologiche come l’assistente vocale, la robotica e l’IoT per creare veicoli elettrici personali e renderli sistemi a guida autonoma.
- ALIA THERAPEUTICS di Trento. È una startup attiva nell’ambito delle biotecnologie, che ha come scopo lo sviluppo di trattamenti innovativi per malattie genetiche incurabili, attraverso l’impiego dell’editing genomico. Fondata nel 2018 da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di biotecnologie dell’Università di Trento, ha ricevuto l’anno seguente un finanziamento seed di 1,3 milioni di euro.
- ALTILIA, originaria di Rende, in provincia di Cosenza, con sede a Milano e Londra. Fondata nel 2010 e guidata dal CEO, Massimo Ruffolo, ha sviluppato una piattaforma saas basata sull’intelligenza artificiale per l’automazione di processi aziendali. Lo scopo è semplificare la vita delle aziende, automatizzando e ottimizzando tutte le attività che implicano una quantità elevata di documenti.
- AORTICLAB di Collaretto Giacosa, nella città metropolitana di Torino, fondata nel 2016. Si tratta di una società impegnata nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia per il trattamento della stenosi artica e il miglioramento della vita dei pazienti. Ha inoltre realizzato apparecchiature e dispositivo per il trattamento di patologie cardiovascolari, organi artificiali, presidi medico chirurgici e apparecchiature scientifiche per uso medico.
- APOGEO SPACE di Brescia, opera nel settore aerospaziale. La startup ha il record per il più piccolo satellite rilasciato dalla Iss e mira a costruire una costellazione di nanosatelliti per la gestione di dati e dispositivi IoT. Primo Space ha ufficializzato a maggio il suo maggiore investimento, pari a cinque milioni di euro, proprio in Apogeo Space. I nuovi fondi servono per consolidare la struttura tecnica e commerciale della startup e realizzare gli sviluppi necessari per iniziare la produzione seriale della costellazione di nanosatelliti.
- AQUASEEK di Torino, nata come spin-off del Politecnico di Torino e di Princeton University startup, che ha realizzato un sistema brevettato per sfruttare l’umidità e il vapore atmosferici per generare acqua distillata, in condizioni di aridità superiori rispetto alle tecnologie già esistenti. Lo scopo è rendere l’acqua una risorsa più accessibile, riducendo gli sprechi.
- ARYEL, milanese, fondata nel 2019 e guidata da Mattia Salvi. La startup, vincitrice di SIOS22 Summer Edition, è un saas che si rivolge a Pmi e grandi aziende, offrendo loro soluzioni di realtà aumentata dedicate alle campagne pubblicitarie. “La nostra piattaforma ha saputo coniugare l’Ar con il marketing”, ha affermato Salvi a StartupItalia. Fra le caratteristiche della tecnologia di Aryel, i costi di accesso ridotti e la semplicità di utilizzo, anche per i non esperti.
- AXXEL di Roma. Guidata dal CEO, Antonio Grillo, l’azienda, partner di Cisco, realizza soluzioni immersive per compagnie, startup e università. Offre diversi servizi, che spaziano dalla sicurezza informatica, all’IoT, fino all’intelligenza artificiale e si rivolgono sia all’ambito aziendale, sia al mondo accademico, tramite piattaforme e applicazioni dedicate.
- B4CHEM (KATAKEM) di Catanzaro, fondata nel 2019 da Manuela Oliviero, Marco e Luca Francardi. L’azienda collega la ricerca con le produzioni industriali nel settore della chimica. Ha sviluppato OnePot, un nuovo reattore chimico intelligente e automatizzato, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di nuove molecole e rendere gli esperimenti riproducibili e condivisibili.
- BEAMIDE, di Perugia, nata lo scorso anno. Spin-off dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, sta sviluppando un software per misurare e simulare gli effetti delle radiazioni su dispositivi elettronici ed elettromeccanici, utilizzabile anche da persone non esperte. L’azienda svolge anche attività di ricerca e sviluppo per dispositivi di rilevazione di radiazioni portatili.
- BETAGLUE TECHNOLOGIES di Milano. Società biotech che studia cure innovative contro i tumori. Sta sviluppando un prodotto somministrabile al paziente tramite un’iniezione percutanea o durante l’intervento chirurgico. Questa tecnologia costituisce una soluzione di medicina nucleare terapeutica che può aprire a un’evoluzione in campo oncologico. L’azienda sta lavorando a una seconda soluzione per la medicina di precisione in radioterapia e ha chiuso un round di finanziamento di 10 milioni di euro nel 2022.
- BIOGENERA, di Ozzano dell’Emilia, nella città metropolitana di Bologna. Fondata nel 2008 da Roberto Tonelli e Andrea Pession, opera nel settore delle biotecnologie farmaceutiche ed è specializzata nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci biologici personalizzati a Dna per il trattamento di malattie gravi. Ha sviluppato la piattaforma proprietaria MyGenera e lo scorso anno ha chiuso un round di 2,8 milioni di euro.
- BIOMIMESI di Catanzaro. È una società attiva nella ricerca e sviluppo di biotecnologie ad alta tecnologia e a impatto sociale, applicabili soprattutto modo al settore energetico, nell’ambito del processo di cattura, produzione e accumulo di energia proveniente da fonti rinnovabili, con un’attenzione particolare all’idrogeno.
- BIONIT LABS di Soleto, in provincia di Lecce, ha sviluppato una mano bionica adattiva. Si tratta di una protesi mioelettrica dell’arto superiore, attivata dagli impulsi muscolari del soggetto che la indossa. Possiede una tecnologia proprietaria brevettata.
- BRAINCONTROL, con sede in Toscana e Barcellona. Fondata a Siena nel 2010, ha ricevuto nel 2020 i fondi dell’Unione europea all’interno del programma per la ricerca e l’innovazione Horizon2020. Sviluppa una serie di software e dispositivi per le persone con gravi disabilità, le loro famiglie e i caregiver.
- BUGSLIFE di Bevagna, in provincia di Perugia, attiva nel settore agricolo. Vuole sviluppare una filiera circolare attraverso la conversione di sottoprodotti agroalimentari – scarti come la sansa di oliva o i lieviti di birra derivanti dalla produzione – in prodotti proteici ad alto valore aggiunto, sfruttando il processo di nutrimento delle larve di mosche soldato. Se ne ricavano nutrienti e proteine utilizzabili dagli animali domestici e da allevamento.
- CARACOL, startup brianzola che, attraverso la stampa 3D, vuole innovare i metodi di produzione in alcuni settori, come l’automotive e l’aerospaziale. Ha sviluppato una tecnologia in grado di produrre componenti con una serie di materiali termoplastici e compositi, sotto forma di pellet e spezzettati. Lo scorso anno ha ottenuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro.
- CLEARBOX AI di Torino, è una startup che ha sviluppato una piattaforma software di analisi dati, disponibile in modalità cloud, sia tramite un programma da istallare sui dispositivi. La tecnologia realizzata dalla startup offre soluzioni che consentono alle startup di preservare la privacy dei dati, aumentarne la qualità delle informazioni a disposizione. Lo scorso marzo il sistema di Clearbox Ai è stato selezionato dalla Commissione europea tra le cinque imprese italiane per far parte del programma pilota Women TechEu.
- COHAERENTIA, di Milano, nata nel 2014. Sviluppa e produce sistemi di misurazione innovativi, basati su sensori in fibra ottica, per la diagnostica e il monitoraggio di linee di produzione complesse o di prodotti industriali.
- CORTICALE di Genova, nata nel 2021. Il progetto sviluppa una tecnologia per lo studio del cervello, con l’obiettivo di studiarne il funzionamento, con applicazioni negli ambiti diagnostico, terapeutico e farmacologico di malattie neurodegenerative, come epilessia, Alzheimer e Parkinson. Il sistema di Corticale si basa su dispositivi imbiantabili dotati di migliaia di sensori neurali che consentono di registrare l’attività bioelettrica di un numero molto elevato di neuroni, per poi analizzarla.
- CUBBIT di Bologna, primo progetto in Europa di cloud distribuito per le aziende. La soluzione sviluppata per il mercato B2B permette l’archiviazione e la condivisione dei dati in modo sicuro, garantendo la privacy dell’informazione e la sostenibilità ambientale. Fondata nel 2016 da Marco Moschettini, Stefano Onofri, Alessandro Cillario e Lorenzo Posani, ha raccolto lo scorso anno un round di sette milioni di euro (qui l’articolo di StartupItalia) ed è partner del progetto europeo di cloud Gaia-X, dedicato al Web3.
- DATRIX, milanese, specializzata nell’augmented analytics e nel machine learning applicati al mondo aziendale. Le soluzioni di intelligenza artificiale offrono supporto alle imprese in molti ambiti, dal marketing e vendite, ai servizi finanziari, alla riduzione dei costi per le aziende.
- DEEPTRACE TECHNOLOGIES, spin-off della Scuola Iuss di Pavia, con sede a Milano, guidata dal CEO, Christian Salvatore. Nata nel 2018, la società sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per aumentare le capacità umane nelle attività di rilevazione e previsione in vari ambiti. In particolare, nei settori della sanità, ambientale e artistico.
- D-ORBIT, di Como, nata nel 2011. È una startup di logistica e trasporto spaziale, col quartier generale sul lago di Como. Fondata da Luca Rossettini, ha annunciato la firma di un accordo con HyImpulse Technologies, startup tedesca del settore New-Space, per la realizzazione di una missione congiunta di lancio e rilascio in orbita di satelliti. A gennaio avrebbe dovuto quotarsi al Nasdaq, ma ha dovuto rinviare la decisione a causa della complessa situazione di mercato. I suoi ricavi per il 2022 sono stimati a circa 11 milioni di euro, quasi quattro volte superiori ai 3,4 milioni dello scorso anno.
- EARTHBI di Termoli, ha sviluppato una bioplastica biodegradabile brevettata e ottenuta da scarti di origine naturale. La sua caratteristica è la minimizzazione delle emissioni inquinanti, essendo in grado di degradarsi in tempi brevi. Utilizza la tecnologia blockchain per tracciare le fasi della produzione.
- ECOPLASTEAM, piemontese. Ha sviluppato un prodotto chiamato EcoAllene, ricavato dallo scarto dei poliaccoppiati, il tetrapak, che finora è oggetto di una lunga lavorazione in fase di riciclo. In questo modo, riesce a offrire una linea di sostenibilità ai contrnitori di cui, solo in Italia, si producono più di un miliardo e 400 milioni di confezioni.
- EMPATICA, con sedi a Milano e Boston. Nata in Italia e poi trasferita negli Stati Uniti, è guidata dal CEO, Matteo Lai, e opera nel campo medico. Ha sviluppato un dispositivo indossabile, simile a un braccialetto, per analizzare il comportamento umano e prevenire condizioni patologiche pericolose. È nata per monitorare l’epilessia e malattie simili e, nel 2018, ha ottenuto l’approvazione della Fda statunitense per l’impiego del dispositivo in ambito neurologico.
- ENDOSTART di Certaldo, nella città metropolitana di Firenze. Fondata nel 2018 da Alessandro Tozzi, si occupa di ricerche cliniche di lunga durata nell’ambito della gastroenterologia. Ha sviluppato una nuova generazione di dispositivi medici per le endoscopie gastrointestinali. Lo scorso anno ha chiuso un round di 8,2 milioni di euro.
- ENGENOME, spin-off dell’Università di Pavia. Ha sviluppato un software per aiutare i medici nella diagnosi di malattie genetiche rare, attraverso l’intepretazione delle varianti genomiche. Guidata dal CEO, Ettore Rizzo, lo scorso anno ha ottenuto un finanziamento di 3,7 milioni di euro.
- ENTHERA di Milano. È una società biotech che sta realizzando farmaci per la cura di malattie autoimmuni, con un’attenzione particolare al diabete di tipo uno e alle malattie infiammatorie croniche intestinali, come la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Nata nel 2016, è guidata dal CEO, Giovanni Amabile.
- ERMES, torinese, si occupa di sicurezza informatica. Propone un approccio differente e dinamico alla protezione dai rischi informatici, basato non solo sulla reputazione delle pagine web, ma anche sul loro comportamento. Questo metodo è possibile grazie all’impiego di sistemi di machine learning e di intelligenza artificiale proprietari, in grado di analizzare ogni singola pagina web.
- EXEIN di Roma. Attiva nell’ambito della cybersecurity applicata ai dispositivi IoT e ai sistemi integrati, è stata fondata da Gianni Cuozzo. È specializzata nella protezione di telefoni, automobili, domotica e dispositivi industriali. Lo scorso anno ha chiuso un investimento di serie A di 6 milioni di euro.
- EYE4NIR di Milano, sviluppa sensori Swir – short wave infra-red -, ossia lo spettro a infrarossi con lunghezza d’onda corta, in grado di far vedere al buio e in condizioni di scarsa visibilità. L’obiettivo è potenziare i sistemi di guida assistita, ma non solo. Opera nei settori dell’automotive, della salute, dell’automazione industriale e dell’agroalimentare.
- FOOLFARM di Milano. È uno startup studio europeo specializzato in investimenti nel settore deeptech, fondato nel 2020 da Andrea Cinelli, attuale CEO e ideatore di Libero e Alice. A novembre ha chiuso un round di 3,5 milioni di euro e ha in programma l’apertura di una sede a Lecce, dopo l’inaugurazione del 23 novembre dei nuovi uffici a Roma.
- GENENTA SCIENCE di Milano, è una compagnia che sviluppa una terapia innovativa per la cura dei tumori. Nata nel 2014 e guidata Pierluigi Paracchi, attuale CEO, l’azienda è in fase di sperimentazione clinica di una terapia genica per curare il glioblastoma, un tipo di tumore al cervello. Lo scorso dicembre si è quotata al Nasdaq, mentre nel 2019 ha vinto lo StartupItalia Open Summit.
- GRAPHENE-XT, bolognese, è una startup specializzata nella produzione di grafene. Propone soluzioni personalizzate per i propri clienti, secondo un approccio multifunzionale ai prodotti convenzionali, offrendo nuove funzioni e prestazioni migliori. Utilizza una tecnologia brevettata.
- GREENBONE ORTHO di Faenza. Ha sviluppato un prodotto innovativo che deriva dalla pianta del legno di rattan, che può essere impiegato come sostituto osseo nelle situazioni cliniche in cui manca una massa ossea. Attraverso una tecnologia brevettata, il dispositivo ha le proprietà necessarie per una guarigione efficace dei danni ossei.
- GREEN ENERGY STORAGE di Rovereto, in provincia di Trento. Produce una nuova generazione di batterie a idrogeno basate su una tecnologia ibrida, costituita proprio da idrogeno e un elettrolita liquido brevettato. Questa batteria è in grado di autoprodurre l’idrogeno necessario per un circuito chiuso. Lo scorso anno, la startup è stata selezionata dalla Commissione europea e dal Mise come una delle imprese europee comprese in un programma di investimenti per sviluppo, innovazione e sostenibilità promosso dall’Unione europea.
- GREENRAIL di Milano. È un’azienda che opera nel settore ferroviario e ha lanciato una tecnologia in grado di produrre traverse ferroviarie con materia prima seconda utilizzando una miscela di gomma ottenuta da pneumatici fuori uso e plastica da rifiuto urbano. Nata nel 2012 dall’idea del fondatore e CEO, Giovanni De Lisi, sposa i principi dell’economia circolare ed è capace di progettare e realizzare soluzioni personalizzate per ogni cliente.
- GYALA di Roma. Attiva nel comparto della sicurezza informatica, ha sviluppato una piattaforma che consente di integrare e operare in diversi ambiti di difesa informatica, grazie a soluzioni basate su algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning. Guidata da Gian Roberto Sfogliata, Nicola Mugnato e Andrea Storico, ha chiuso un round di cinque milioni di euro, con Cdp Venture Capital maggiore investitore.
- HERBOLEA di Sesto Fiorentino, nell’area metropolitana di Firenze. Ha sviluppato tecnologie proprietarie e senza solventi per trasformare ingredienti vegetali in prodotti di qualità superiore, in modo sostenibile e aumentandone l’efficienza. Esporta le proprie tecnologie alle aziende di prodotti farmaceutici, integratori alimentari e medicinali in tutto il mondo. Lo scorso anno ha ottenuto un round di cinque milioni di euro.
- HYPERTV ha creato la piattaforma Connected-Stories, lanciata nel 2016 e basata sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di creare contenuti creativi in tempo reale in cloud per l’ambito pubblicitario. Ha sedi a Roma, Milano e New York e lo scorso settembre ha siglato un accordo con Tim Enterprise per trasferire le proprie soluzioni su Google Cloud.
- IGENIUS di Milano. Ha realizzato una tecnologia proprietaria di intelligenza artificiale che permette alle imprese di prendere decisioni migliori e implementare la propria strategia aziendale, attraverso una lettura dei dati facilitata e più veloce e altri servizi specifici, come previsioni automatizzate, monitoraggio e rilevamento delle anomalie.
- IIO di Milano, fondata e guidata dal CEO, Pasquale Bombino, ha sviluppato una soluzione voice-as-a-service in grado di dare voce a ogni applicazione e di adattarsi alle conversazioni fra uomo e dispositivo. Attraverso una serie di investitori coinvolti da FoolFarm, ha ottenuto un finanziamento di 300mila euro.
- IMMAGINA BIOTECHNOLOGY di Trento, nata nel 2014. È un’azienda innovativa nei settori della genomica, della proteomica, ossia l’identificazione di proteine e la loro classificazione, e delle tecnologie abilitanti. Fondata da Massimiliano Clamer, ha sviluppato un metodo per catturare ribosomi in stato attivo e operare misurazioni e analisi di nuove proteine.
- INXPECT di Brescia, con sede anche a Firenze. Nata nel 2015 dall’idea del CEO, Luca Salgarelli, applica la tecnologia radar a nuovi ambiti, come i sistemi di sicurezza, sistemi anti collisione nelle industrie e prevenzioni nell’ambito della robotica.
- I-VASC, pmi milanese attiva nell’ambito medico. È stata fondata nel 2015 con l’obiettivo di sviluppare una nuova tecnologia poco invasiva per il trattamento delle vene varicose, grazie a un dispositivo in fase di test. Lo scorso anno ha raccolto un finanziamento di 1,17 milioni di euro.
- LEAF SPACE, nata nel 2014 come spin-off del Politecnico di Milano. Si occupa del settore aerospaziale. Sta sviluppando una infrastruttura distribuita per semplificare l’accesso allo spazio a operatori di nano, micro e piccoli satelliti, tramite una serie di servizi innovativi, fra cui la possibilità di gestire i satelliti da remoto. L’azienda si occupa del processo di comunicazione tra antenna e satellite, minimizzando costi e tempi per il cliente.
- LIBERA BIOTECH, con sede tra L’Aquila e Roma. Fondata da Giorgio Chiozza, fa parte dell’hub di Scientifica venture e sviluppa nuovi trattamenti basati sulle nanotecnologie, efficaci nella cura e nella protezione contro alcuni tipi di infezioni virali, come l’Hpv, il papilloma virus. La startup si basa sulle nanovesciole vegetali, contenitori naturali di antiossidanti molto efficaci.
- MAGALDI GREEN ENERGY di Roma. Di proprietà del gruppo Magaldi, è specializzata in ricerca, produzione e vendita di tecnologie innovative per la generazione e lo stoccaggio dell’energia rinnovabile. Ha lanciato un prodotto in grado di limitare la dispersione dell’energia prodotta in eccesso da un impianto solare e consentendone il rilascio nei momenti di bisogno.
- MIDORI, torinese, è un’azienda che sviluppa contatori intelligenti. Ha lanciato un servizio che impara velocemente le abitudini del cliente e consente di tracciare, grazie ad algoritmi di machine learning e analisi di dati, l’attività elettronica e il consumo dei principali elettrodomestici, per ridurre costi e sprechi.
- MOVENDO TECHNOLOGY di Genova. Attiva nell’ambito biomedico, in particolare nella realizzazione di soluzioni robotiche per la riabilitazione, ha lanciato Hunova, un sistema robotico per aiutare medico, fisioterapista e paziente nella riabilitazione in ambito ortopedico, neurologico e geriatrico.
- NANOPHORIA di Milano, con sede anche a Parigi, Londra e Milano, guidata dal CEO, Claudio De Luca. È specializzata nello sviluppo di farmaci per l’insufficienza cardiaca, attraverso l’impiego di nanoparticelle inorganiche. Attualmente in fase preclinica, ha chiuso un finanziamento seed di 3,5 milioni di euro a maggio.
- NEPHRIS di Milano. È una startup biotech specializzata nella ricerca preclinica, fondata nel 2021 dai dottori Paolo Fiorina e Francesca D’addio. Lo scopo dell’azienda è lo sviluppo di nuove terapie efficaci contro la progressione della malattia renale, in particolare la nefropatia diabetica. Attraverso il fondo Sofinnova Telethon, la società ha raccolto tre milioni di euro, investiti nella sua attività di ricerca.
- NEURON GUARD, di Modena e con sede anche a Cambridge. Ha sviluppato un prototipo per l’implementazione dei traumi cranici gravi, che danneggiano gravemente il cervello e mettono a rischio la vita. Ha sviluppato un collare da applicare al collo, in grado di regolare il processo di gestione termica, raccogliendo e analizzando i dati.
- NEWCLEO britannica, con sede a Londra, ma con origine torinese. Fondata dal ricercatore del Cern, Stefano Buono, sta sviluppando reattori nucleari di nuova generazione, in grado di ridurre la produzione di nuove scorie e utilizzare come combustibile le scorie prodotte dai vecchi reattori. Il suo scopo è raggiungere il traguardo delle zero emissioni. A giugno ha chiuso un round di 300 milioni di euro, dopo un finanziamento di 100 milioni di euro ottenuto lo scorso anno.
- NOVAC di Modena, fondata nel 2020 all’interno dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Produce supercondensatori per la mobilità elettrica, più sostenibili rispetto alle sole batterie tradizionali. I supercondensatori possono infatti fornire una potenza elevata e tempi di ricarica più brevi e, utilizzati insieme alle batterie, permette di allungare il sistema di alimentazione. Lo scorso maggio, Novac ha ottenuto il suo primo round preseed di 412mila euro, sottoscritto da Eureka! Venture.
- NOVAVIDO di Bologna. Nata nel 2021, è incentrata sullo sviluppo di un dispositivo medico basato su nanotecnologie per il recupero della visione in pazienti ciechi affetti da retinite pigmentosa. La tecnologia si basa sulla retina liquida, un dispositivo medico innovativo che sfrutta i polimeri e le nanotecnologie. Alla base della tecnologia ci sono i politiofeni, una classe di polimeri in grado di assorbire la luce e trasformarla in cariche elettriche.
- ONO EXPONENTIAL FARMING di Milano. Ha sviluppato soluzioni ad alta tecnologia di vertical farming che uniscono informatica, meccatronica, robotica e agronomia. Si tratta di un sistema integrato, in cui viene impiegato un sistema di intelligenza artificiale e si sfruttano algoritmi di machine learning. Fondata nel 2018 da Thomas Ambrosi, il CEO ha descritto così la startup a StartupItalia: “una tecnologia unica, completamente automatizzata e modulare, dal seme alla busta, per la coltivazione intensiva di vegetali, alghe o insetti”.
- PATCHAI, milanese, specializzata nel settore sanitario. Ha sviluppato un sistema proprietario che, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, aiuta la ricerca clinica a far combaciare una specifica cura farmacologica alle caratteristiche del paziente, accrescendone il coinvolgimento. Guidata dal CEO, Alessandro Monterosso, ha chiuso un finanziamento di 1,7 milioni di euro lo scorso anno.
- PEP-THERAPY, basata a Parigi ma guidata dal CEO italiano, Michele Marzola. Nata nel 2014, è un’azienda biotech che sviluppa terapie mirate e innovative attraverso una cura con peptidi innovativi, con attenzione al trattamento dei tumori. Conduce le sperimentazioni insieme all’Institut Curie, il più grande centro oncologico della Francia.
- PHONONIC VIBES di Milano, è una startup deeptech che sviluppa soluzioni per la riduzione del rumore e delle vibrazioni. Nata nel 2018 come spin-off del Politecnico di Milano, ha sviluppato una tecnologia innovativa e 11 brevetti proprietari, tramite i quali commercializza soluzioni acustiche personalizzate, secondo un approccio di economia circolare in fase di produzione. Guidata dal CEO Luca D’Alessandro, ha completato un aumento di capitale da sei milioni di euro, operazione guidata da Cdp Venture Capital, Eureka! e 360 Capital e Poli360.
- QUICK ALGORITHM di Milano. La startup semplifica l’impiego dell’analisi avanzata e dell’intelligenza artificiale nel settore industriale. Ha sviluppato una piattaforma saas che aiuta le aziende ad aumentare produttività e ridurre gli sprechi, condividendo e analizzano i dati sulle loro risorse fisiche e macchinari. L’obiettivo è consentire alle imprese di diventare più efficienti e sostenibili, tramite un’ottimizzazione realizzabile con il supporto degli algoritmi. Lo scorso anno ha chiuso un round di un milione di euro.
- RADOFF, con sede a Sassari e Bologna, ha annunciato l’apertura di una nuova filiale in California. Fondata e guidata dal CEO Domenico Cassitta, ha sviluppato quattro brevetti nazionali e internazionali incentrati su tecnologie innovative per controllare la qualità dell’aria. Una delle tecnologie realizzate è in grado di abbattere gas radon, polveri sottili, anidride carbonica e composti organici volatili in ambienti chiusi e raccolti.
- REACT4LIFE di Genova. Vuole trasformare la ricerca biomedica, come la comprensione delle malattie e lo sviluppo di terapie personalizzate, in benefici concreti per la società. I ricercatori possono contare su una nuova tecnologia abilitante per ricreare la biologia umana in laboratorio, in grado di ospitare e coltivare cellule o tessuti biologici umani 3D in condizioni fluidodinamiche come in vivo, superando i limiti dei saggi preclinici attuali, riducendo al contempo l’uso della sperimentazione animale. Questo sistema microfisiologico d’avanguardia è in grado di replicare i processi e le connessioni del corpo umano, potendo ospitare al suo interno differenti organi collegati tra loro.
- REVELIS di Rende, in provincia di Cosenza. Sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale, attraverso la gestione e l’analisi dei big data. Combinando il machine learning e il deep learning con il ragionamento automatico, consente di analizzare i dati e trovare informazioni correlate. In questo modo, le imprese possono fare previsioni e ottimizzare i processi aziendali.
- RIBES TECH di Milano, guidata dal CEO Antonio Iacchetti. Nata all’interno dell’Istituto italiano di tecnologia, ha creato una stampante per produrre fogli di plastica molto flessibili con delle celle fotovoltaiche che hanno le prestazioni migliori in ambienti chiusi, con luce artificiale. La soluzione può essere applicata a una vasta serie di dispositivi, per migliorare l’efficienza e la sostenibilità degli oggetti IoT.
- RICEHOUSE, società benefit milanese, realizza abitazioni attraverso la lavorazione degli scarti della filiera del riso, riducendo l’impatto ambientale e raggiungendo standard elevati di efficienza. Fondata nel 2016 da Tiziana Monterisi, produce edifici a impatto zero, sfruttando appieno la logica dell’economia circolare.
- SIDEREUS, con sede a Napoli e a Castelnuovo Don Bosco, in Piemonte. Sta sviluppand Eos, un prototipo di lanciatore orbitale, ossia un satellite alto tre metri e mezzo, che pesa ed è molto più piccolo degli altri lanciatori in uso. La sua missione è miniaturizzare la tecnologia spaziale, così da ridurne l’impatto e le emissione. Il lanciatore di Sidereus è infatti in grado di tornare sulla Terra, dopo essere partito da qualsiasi sito di lancio e aver svolto più compiti in orbita. Questa capacità limiterebbe l’inquinamento spaziale. La startup è guidata dal CEO, Mattia Barbarossa.
- SPECTO PHONICS di Milano. È al lavoro su una tecnologia per la diagnostica medica che, attraverso lo sviluppo di spettrometri ottici, consente la misurazione delle proprietà fondamentali della materia e di sistemi biologici come cellule e tessuti. Guidata dall’ad, Giuseppe Antonacci, ha ottenuto un finanziamento di 750mila euro a febbraio.
- TEST1 di Brescia. È specializzata nella ricerca scientifica e tecnologica nell’ambito del risanamento ambientale e, in particolare, nella bonifica dei corsi d’acqua, delle falde acquifere, di mari e oceani da sversamenti di idrocarburi. Ha realizzato una tecnologia innovativa e brevettata di assorbimento di olio per idrocarburi e loro derivati. Si tratta di una schiuma poliuretanica oleofila a celle aperte con un effetto idrofobico superiore al 95%. A marzo ha chiuso un round di 500mila euro.
- TRUSTMEUP, di Milano. Sfrutta la tecnologia blockchain per tracciare le donazioni e renderle più sicure. Alla piattaforma hanno aderito oltre 40 Associazioni Non Profit, tra le quali, Telethon, SOS Villaggi dei Bambini, Plastic Free, Fondazione Albero della Vita Onlus, City Angels.
- VEDRAI, milanese, sviluppa soluzioni basate sull’intelligenza artificiale che consentono alle Pmi di simulare l’impatto delle decisioni sui risultati aziendali. I software di Vedrai possono analizzare in tempo reale milioni di variabili di mercato e incrociarle con i dati del cliente, fornendo informazioni dettagliate sulla migliore strategia da mettere in atto. Ha chiuso un round di 40 milioni di euro lo scorso aprile.
- VITESY di Pordenone. Realizza dispositivi agili e personalizzati per la purificazione e il monitoraggio dell’aria, combinando nanomateriali, tecnologia, design e natura. A febbraio ha ottenuto un finanziamento di 1,4 milioni, guidato da Cdp Venture Capital.
- VOISEED di Milano. Ha sviluppato un software che è in grado di creare contenuti vocali virtuali ed espressivi, partendo dai testi e sfruttando tecnologie di deep learning. Selezionata nel 2021 tra le 65 startup e Pmi innovative vincitrici. Dello European Innovation Council Accelerator, ha ottenuto un finanziamento di oltre tre milioni di euro.
- WISE, con sede a Milano e Berlino. È un’azienda biotech che produce dispositivi medici, ossia una nuova generazione di elettrodi impiantabili. Fra questi l’elettrodo corticale quadripolare Wise Cortical Strip, un dispositivo medico monouso per il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio della superficie del cervello. Guidata dall’ad, Luca Ravagnan, nel 2020 ha chiuso un round di serie C da 15 milioni di euro.
- XFARM TECHNOLOGIES, nata ad Alessandria e oggi con sedi a Milano e a Manno, in Svizzera. Ha sviluppato una piattaforma saas per la digitalizzazione delle aziende agricole. Semplifica la raccolta e l’analisi dati relative alle colture e ne migliora l’efficienza e la sostenibilità. Collabora con oltre 110mila aziende agricole in oltre 100 Paesi nel mondo. Fondata nel 2017, la startup guidata dal CEO, Matteo Vanotti, ha chiuso un round di serie B di 17 milioni di euro ad agosto.
- XNEXT, fondata a Milano da Bruno Garavelli e Pietro Pozzi. La startup ha sviluppato dei sistemi di ispezione a raggi x per i controlli di qualità in tempo reale nei processi industriali. La sua tecnologia unisce fotonica, elettronica nucleare e deep learning, secondo un approccio multidisciplinare. Ha chiuso un round di investimento di cinque milioni di euro nel 2021.