“Oggi le dieci startup selezionate hanno collaborazioni in corso con Leonardo. Possiamo investire fino a 500mila euro a startup”, dichiara Paolo Salvato, SVP di Leonardo
“Dobbiamo essere noi i primi a saperci aprire al nuovo e cogliere l’innovazione, ovunque essa si produca. Le collaborazioni con le startup e con il mondo accademico sono fondamentali perché rappresentano un ulteriore tassello che si aggiunge all’innovazione tradizionale per rafforzare il posizionamento competitivo di Leonardo nei prossimi dieci anni” ha introdotto così Alessandro Profumo, CEO di Leonardo, il Demoday di Business Innovation Factory (BIF), l’acceleratore di start up di Leonardo realizzato in partnership con LVenture Group.
A gennaio di questo anno ha preso forma il nuovo centro d’eccellenza per lo sviluppo di business innovativi ad alto potenziale e contenuto tecnologico. La BIF seleziona, per i prossimi tre anni, fino a 10 startup all’anno che potranno beneficiare di un’ulteriore accelerazione grazie all’accesso alle competenze, conoscenze e asset di Leonardo, tra i leader mondiali del settore Aerospazio Difesa e Sicurezza. In qualità di Corporate Accelerator, la BIF mira a far maturare le soluzioni proposte in modo da poter essere valorizzate nell’ecosistema di innovazione di Leonardo, lavorando quotidianamente con i founders.
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La prima call di BIF
Due sono stati i principali ambiti di interesse in questa prima call: la servitization, per lo sviluppo di soluzioni e piattaforme per la data collection e la data exploitation in grado di permettere creazione e erogazione di servizi innovativi in modalità Anything-as-a-service (Xaas), e soluzioni per la mobilità, la navigazione, la pianificazione e l’interazione dei movimenti per sistemi autonomi e per l’integrazione e il potenziamento dei sistemi esistenti. Con questa prima call, Leonardo punta a raggiungere due principali obiettivi: creare valore all’ecosistema con le startup accelerate e accompagnare il cambiamento culturale del gruppo, per contribuire ad affrontare e gestire al meglio l’open innovation conferendo maggiore agilità a una compagine strutturata come Leonardo.
Chi sono le 10 startup accelerate da BIF
A fine marzo si è conclusa la prima fase della call 2022, con oltre 170 candidature ricevute delle quali il 41% provenienti dall’estero, di cui il 24% dall’Europa. A livello geografico, dopo l’Italia, sono Stati Uniti, UK e Spagna – rispettivamente con nove, sette e sei candidature – i Paesi dai quali sono giunte il maggior numero di proposte. Leonardo ha contribuito al programma fornendo attività di mentoring – grazie all’ausilio di personale interno che agirà come “cinghia di trasmissione” della cultura industriale di Leonardo – alle startup per supportarle nelle validazioni di business e tecnologiche, obiettivi dell’accelerazione. Le dieci selezionate, che hanno concluso il programma di accelerazione terminato con il BIF Demo Day, potranno accedere ad un ulteriore investimento da parte di Leonardo che sceglierà fino a 3 startup su cui investire.
Tra le dieci selezionate ci sono:
- Amygda (Regno Unito) offre soluzioni piattaforme (PaaS) di analisi dei dati, tramite elaborazione di algoritmi, per tutti i processi relativi ai servizi e alla manutenzione post-vendita e alle operazioni industriali in generale;
- Arcan (Italia) offre uno strumento che esegue l’analisi automatizzata del codice sorgente, utilizzando algoritmi proprietari, rilevando il debito tecnico dell’architettura;
- Astradyne (Italia) offre soluzioni nel campo delle tecnologie spaziali dispiegabili (pannelli solari, antenne, radiatori) attraverso processi che utilizzano tecnologia FRET (flexible, reinforced electronics with textile) per rinforzare i Flex PCB (circuiti stampati flessibili);
- CanaryBit (Svezia), offre una piattaforma per la gestione dei dati in confidential cloud, fornendo alle aziende un ambiente crittografato, trusted e sicuro che consente di condividere e collaborare su dati sensibili;
- Difly (Italia) sviluppa soluzioni per l’analisi dei dati acquisiti da droni (RGB, termici, multispettrali, lidar, elettromagnetici) e satelliti utilizzando algoritmi e software proprietari basati su diversi processi di AI;
- Heimdall (Italia) sviluppa droni da ricognizione e autonomia a lunghissimo raggio combinando nuove soluzioni architetturali con la gestione integrata dei dati raccolti, che possono essere elaborati a bordo sfruttando diversi algoritmi di riconoscimento a diverse altitudini;
- Hyle (Italia) sviluppa una piattaforma robotica flessibile e autonoma, in base alle esigenze del cliente e declinabile sulla programmazione di AGV (Automatic Guided Vehicles) e AMR (Autonomous Mobile Robots);
- SanChip (Italia) sviluppa una piattaforma SaaS di analisi predittiva tramite IOT in grado di analizzare e monitorare il livello e la qualità dei lubrificanti nei macchinari
- Volta Structural Energy (Italia) sviluppa e produce batterie strutturali modulari, anche in grado di immagazzinare energia elettrica, agli ioni di alluminio;
- Wave sviluppa soluzioni “Holoview” basate su tecnologie di proiezione olografica con l’obiettivo di integrare al campo visivo del pilota una serie di informazioni necessarie per aumentare la sicurezza.
Come è nato BIF, l’acceleratore di Leonardo
“Abbiamo iniziato a pensare al progetto cominciando a lavorare sul valore che può dare Leonardo; valore e accelerazione dati dal fatto che c’è un player a livello industriale per validare le soluzioni tecnologiche assegnando mentor e sponsor di Leonardo a ciascuna startup e trovando gli usecase” dichiara Paolo Salvato, Strategic Innovation Project Manager di Leonardo.
“Un grande lavoro che ha portato, dopo 5 mesi, a raggiungere traguardi importanti: oggi tutte le dieci startup selezionate hanno collaborazioni in corso con una o più sezioni di Leonardo. Possiamo investire fino a 500mila euro a startup. L’acceleratore deve continuare con questo modello, ma la roadmap è quella di usare tutti i possibili strumenti come sviluppo dell’asse dell’innovazione aperta che si affianca a quella tradizionale. Speriamo che l’acceleratore diventi un punto di riferimento italiano per cercare di fare sinergia tra le scarse risorse che ci sono in Italia. Nel seed e preseed possiamo orientarle, validarle e formarle, in preparazione al mondo degli investitori, e ci stiamo dotando di strumenti per fare investimenti puntuali in base alle esigenze delle diverse divisioni. Stiamo cercando di costruire ponti anche verso ecosistemi più avanzati come quello di Israele e degli USA. Leonardo può dare l’internazionalizzazione a queste realtà con il suo network. Stiamo parlando di talenti italiani che incentiviamo mettendo a disposizione la struttura, il programma e il denaro, al fine di far avanzare l’innovazione di Leonardo. Per quanto concerne la mia personale esperienza, prima il mercato dell’aerospace era chiuso ma, poi, gli startupper si sono mossi verso l’open innovation. Dopo anni trascorsi all’estero, quando sono entrato in Leonardo ho visto che c’era bisogno di tante cose da fare e una cultura da dover formare. Perciò sono partito da un progetto che ha lanciato una corporate entrepreneurship e, successivamente, la business innovation factory. La corporate entrepreneurship ha fatto da pilot avendo a fianco persone che hanno collaborato al programma di Leonardo. E’ stata un’ esperienza di training on the job e abbiamo imparato il vero valore di concetti come quello dell’adattabilità, della fluidità e della cross fertilization”.