Pechino insiste sullo sviluppo del suo sistema di posizionamento satellitare che sta conquistando sempre più spazio a livello globale. Soprattutto tra Asia, Africa e Sudamerica, approfittando degli spazi lasciati dall’occidente
C’era un tempo in cui si pensava che la Cina fosse in grado soprattutto di copiare le tecnologie occidentali, fornendone delle versioni di bassa qualità. Quel tempo è ormai un ricordo lontano. Non solo, tra gli altri, sul fronte delle infrastrutture di rete 5G, oppure sul fronte dell‘intelligenza artificiale. Un altro settore nel quale Pechino si prepara a operare uno storico sorpasso sulle controparti occidentali è quello del posizionamento satellitare. E conta di farlo con il suo sistema BeiDou.
BeiDou è il nome con il quale ci si riferisce in mandarino al Grande Carro, il celeberrimo asterismo composto dalla lucente formazione di stelle della costellazione dell’Orsa Maggiore. Ma è anche il nome di un sistema di posizionamento satellitare che la Cina sta sviluppando con meticolosità e convinzione da ormai diversi anni. Era il 2000, oltre venti anni fa, quando BeiDou iniziò a coprire una limitata copertura regionale. Si trattava di una versione sperimentale, sfuggita all’attenzione dei più. D’altronde era un tempo in cui nessuno riteneva la Repubblica Popolare un potenziale rivale a livello tecnologico. Solo pochi anni prima, se si girava per le aziende dell’immenso territorio cinese era difficile anche solo trovare un computer.
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Solo poche settimane fa, la Qianxun Spatial Intelligence, un fornitore di servizi di posizionamento ad alta precisione, ha invece annunciato che è in grado di fornire due trilioni di servizi a 1,1 miliardi di persone in 230 paesi e regioni. Una cifra che rende il provider cinese il più grande fornitore di servizi di intelligence spazio-temporale del mondo. Servizi tutti forniti attraverso il sistema di navigazione satellitare di BeiDou, ovviamente.
In poco più di due decenni, BeiDou è stato in grado di mettere in discussione la leadership globale del sistema GPS, che sembrava inavvicinabile anche solo pochi anni fa. La crescita esponenziale del sistema cinese si è verificata soprattutto nell’ultimo decennio, cioè da quando dopo la crisi finanziaria del 2008 è stato chiaro a tutti che Pechino fosse destinata a un’ascesa globale sia a livello economico sia a livello politico e diplomatico. E proprio il 2008 è l’anno in cui il Partito comunista decide di ampliare lo spettro d’azione del suo BeiDou, perché non soddisfatta del ruolo ricoperto all’interno del progetto Galileo, il programma europeo di navigazione satellitare.
Non è certo un caso che ad affidarsi a BeiDou siano soprattutto paesi, regioni o territori di quello che un tempo Mao Zedong avrebbe chiamato “terzo mondo”: Asia, Africa e America latina. Una parte di mondo sulla quale la Cina ha sempre esercitato una forte attrazione, già dall’epoca del grande timoniere. E che ora Xi Jinping, il nuovo timoniere alle porte di uno storico terzo mandato, ha rilanciato in piena regola approfittando dei tanti spazi vuoti lasciati dall’occidente negli ultimi anni.
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Dal primo BeiDou-1, pensato soprattutto per scopi militari, si è passati al lancio di BeiDou-2 nel 2012, con l’estensione del suo utilizzo al lato commerciale. Per arrivare poi al BeiDou-3 pensato per conquistare il mercato globale. Il lancio dei servizi su scala internazionale è avvenuto nel 2018, anno dal quale la crescita è stata esponenziale. Come spesso accade, la crescita di un sistema cinese è accompagnata da un’azione a tutto campo del governo. BeiDou si è infatti giovata dell’integrazione con una vasta serie di industrie come quelle dei trasporti, della pubblica sicurezza o dell’agricoltura. L’interesse primario del governo è stato reso evidente a più riprese, non da ultimo a luglio 2020 quando alla cerimonia di lancio ufficiale di BeiDou ha presenziato direttamente Xi Jinping.
Lo sviluppo del sistema satellitare è stato peraltro iscritto ufficialmente tra gli obiettivi del 14esimo piano quinquennale licenziato nel 2021 e che guarda al 2025 come una data simbolica per la leadership globale cinese in diversi settori compreso appunto quello che vede protagonista BeiDou. Secondo il China Daily, già nel 2015 il sistema BeiDou generava un giro d’affari di 31,5 miliardi di dollari all’anno per aziende strategiche come China Aerospace Science and Industry Corporation, AutoNavi Holdings Ltd., e China North Industries Group Corp.
Nel 2021, l’industria cinese della navigazione satellitare è cresciuta del 20% su base annuale, e si prevede che entro il 2025 raggiungerà un valore di 1 trilione di yuan (156,22 miliardi di dollari). A favorire le prospettive di grande crescita è la crescente diffusione del sistema in giro per il mondo. A partire dall’adozione diffusa tra i paesi dell’ASEAN e quelli africani, con punte anche in Sudamerica. Tutti luoghi nei quali gli interessi commerciali, diplomatici e strategici di Pechino hanno ormai piantato radici profonde.