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La professoressa Chiara Tonelli interverrà il 16 novembre a Science for Peace and Health, la Conferenza promossa da Fondazione Veronesi
Nella messa a punto dei tanto attesi vaccini contro il Covid-19, si sono susseguite numerose collaborazioni che hanno interessato più attori a livello globale: case farmaceutiche, laboratori, istituti di ricerca, istituti sanitari e di certificazione. È stata una vera e propria corsa contro il tempo, dove la velocità nel coordinamento e nello scambio di dati è risultata imprescindibile per uscire da quella situazione di emergenza a cui non eravamo pronti. Si poteva fare di più? Qualcosa si poteva migliorare?: interrogativi che restano al centro del dibattito pubblico a quasi un anno di distanza dalla prima vaccinazione contro il Covid-19.
“Abbiamo assistito a uno sforzo nella Ricerca che mai, sinora, era capitato – afferma Chiara Tonelli, professore ordinario di Genetica all’Università di Milano e presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi – Uno sforzo che ha coinvolto sia il settore pubblico che quello privato a livello globale e che, grazie alla collaborazione, allo scambio di dati, e ai finanziamenti statali, ci ha portato fuori dalla fase critica di emergenza sanitaria”. È attualissima e molto interessante la riflessione portata avanti dalla professoressa Tonelli che sarà al centro della seconda giornata di lavori della 13esima Conferenza Mondiale Science for Peace and Health, promossa da Fondazione Umberto Veronesi e organizzata in collaborazione con l’Università Bocconi, con i patrocini, tra gli altri, del Ministero degli Affari Esteri e della Transizione Ecologica.
Le campagne vaccinali e la ricerca sono i temi che saranno oggetto di discussione il 16 novembre, nella nuova edizione di Science for Peace and Health, dal titolo “NEXT ATTUALITÀ E PROSPETTIVE: RIPENSIAMO AL DOMANI DOPO LA PANDEMIA”. Le sessioni potranno essere seguite anche in live streaming, a partire dalle 18:30, sul sito di Fondazione Umberto Veronesi e sul canale dedicato di StartupItalia, partner che coprirà l’evento anche sulle proprie pagine social.
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Vaccini anti-Covid e Ricerca
“Lo sforzo è stato incredibile, lungo tutta la filiera – afferma la professoressa Tonelli – I vaccini a m-RNA, come Pfizer e Moderna, in realtà, si stavano studiando da tempo: da più di dieci anni, per la cura di patologie oncologiche”. Ma cosa hanno in comune il vaccino anti-Covid e queste ricerche contro le cellule tumorali che si stavano già conducendo? “La tecnologia ad mRNA”, spiega la professoressa. Dunque, se siamo stati in grado, in poco meno di un anno, di produrre un vaccino contro una malattia per molti sconosciuta, lo si deve al fatto che questa tecnologia la si stava studiando da tempo anche se relativa ad un altro settore.
Una riflessione molto interessante quella che la professoressa porterà alla luce durante il suo intervento alla 13esima Conferenza Mondiale “Science for Peace and Health” che chiarirà anche altri aspetti come la possibilità di replicare anche in altri settori la straordinarietà legata alla realizzazione del vaccino. Oltre al contributo di Chiara Tonelli, interverranno anche Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas; Domenico De Masi e Telmo Pievani, rispettivamente professore di Sociologia del Lavoro dell’Università “La Sapienza” e professore di Filosofia delle Scienze Biologiche dell’Università di Padova. Non mancherà il punto di vista delle stesse imprese farmaceutiche, che hanno avuto un ruolo di primo piano nella messa a punto e nella distribuzione dei vaccini. Tra i presenti: Pasquale Frega, amministratore delegato di Novartis Farma Spa, tra i top sponsor della Conferenza. Incentivi e risorse per promuovere la campagna di vaccinazione negli Stati Uniti saranno gli argomenti al centro del panel al quale prenderà parte Kathleen Kennedy Townsend, presidente dell’Institute for Human Virology e del Global Virus Network.
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“Tra le criticità sanitarie susseguenti allo scoppio della pandemia – come spiega la professoressa Tonelli – ci sono quelle relative a malattie che sono state trascurate a causa del Covid. Parliamo, principalmente, di pazienti affetti da patologie croniche quali le malattie oncologiche e cardiovascolari che hanno avuto accesso ristretto alle strutture ospedaliere anche per mancanza di personale sanitario impegnato nei reparti COVID. Si è, inoltre, evidenziata la fragilità della rete territoriale sanitaria che va rinforzata, creando network tra i medici di base e la rete ospedaliera”