Le novità sul Piano Italia Cashless che dovrebbe essere attuato a partire dal prossimo primo dicembre, su tutte le spese e i servizi
Una riunione organizzata all’improvviso, lunedì sera a Palazzo Chigi, per riprendere i fili del discorso sul Piano Cashless Italia (ne avevamo parlato qui). Presenti, da un lato, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro all’Economia, Roberto Gualtieri, mentre dall’altra parte del tavolo sedevano i principali attori nel campo dei servizi bancari, da American Express payment services a Banca Sella, passando per Bancomatpay, Bnl Axepta, Iccrea, Intesa Sanpaolo, Nexi, Paytipper, Postepay, Satispay e Unicredit. La “kasta” al gran completo, avrebbe guidato qualcuno in altri tempi.
Una riunione organizzata con ogni probabilità proprio lunedì per porre il fascicolo del Piano Italia Cashless in cima alla pila di quelli che affollavano il tavolo del vertice di ieri del CIAE (Comitato interministeriale per gli affari europei), presieduto dal premier Giuseppe Conte per decidere per quali progetti richiedere il finanziamento dei 209 miliardi tra sussidi a fondo perduto e prestiti del Next Generation Eu. Perché, con ogni probabilità, lo scopo del Governo è quello di far finanziare la misura dall’Unione europea.
Roberto Gualtieri
Si spiegherebbe così come mai, secondo le voci di corridoio che si rincorrono, nelle ultime ore il Piano Italia Cashless sia cresciuto continuamente di dimensioni, rispetto agli annunci fatti fino a pochi mesi fa. Dal prossimo 1° dicembre dovrebbe perciò concretizzarsi un bonus premiale del 10% se nell’anno si spendono fino a 3000 euro pagate con carta o meccanismi tracciabili equipollenti. La novità dell’ultim’ora riguarderebbe l’estensione della misura a tutte le spese e a tutti i servizi. In un primo momento si era parlato invece di seguire l’esempio portoghese, dove si è deciso di coprire esclusivamente i settori a più alto rischio evasione fiscale: dall’autofficina al barbiere, passando per imprenditori edili, tecnici e liberi professionisti. Solo una categoria di spese – pare – verrà esclusa: quelle online, dove i metodi di pagamento tracciabili sono già la norma.
Conte e Ursula von der Leyen, numero 1 della Commissione Ue
Resta ora l’incognita sulle coperture. Perché per la prima versione del Piano Cashless Italia, apparsa in una nota di aggiornamento al Def che anticipava la finanziaria 2020 in cui si prevedeva un super bonus del 19% fino a 2.500 euro, si stanziavano complessivamente meno di 2 miliardi, che il Governo durante la pandemia ha comunque dirottato per coprire il decreto Rilancio. Ora, invece, se la misura spingerà i consumi in ogni ambito, potrebbe facilmente richiedere almeno il doppio e anche in quel caso permangono dubbi se la coperta basterà per tutti o se ci sarà qualcuno che verrà lasciato fuori. Ecco allora perché la riunione con le banche è avvenuta due giorni prima del vertice sui progetti da sottoporre all’Europa: se il governo riuscirà a far passare il Piano Cashless Italia come riforma, coi finanziamenti che arriveranno da Bruxelles non ci saranno certo problemi di coperture.