Con una detrazione del 110% il Governo intende dare uno choc al settore dell’edilizia
Già presente nella Legge di Bilancio 2020, l’ecobonus è stato rafforzato nel Decreto Rilancio appena varato dal Consiglio dei Ministri. Quel che si sa finora di ufficiale lo leggiamo nel comunicato stampa pubblicato sul sito di Palazzo Chigi, dove la misura è stata inserita tra quelle di incentivo e semplificazione fiscale. La legge parla di una «detrazione nella misura del 110 per cento delle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per specifici interventi volti ad incrementare l’efficienza energetica degli edifici (ecobonus), la riduzione del rischio sismico (sismabonus) e per interventi ad essi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici».
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Ecobonus: come funziona
Il testo definitivo del Decreto Rilancio ancora non è disponibile sul sito del Governo, ma la misura per l’ecobonus è stata pensata per dare uno choc all’economia reale, venendo incontro sia ai cittadini, sia alle imprese edilizie, forse le più colpite dalla crisi economica scoppiata dal 2008. Si legge nel comunicato stampa: «Per tali interventi – come per altre detrazioni in materia edilizia specificamente individuate – in luogo della detrazione, il contribuente potrà optare per un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore, che potrà recuperarlo sotto forma di credito di imposta cedibile ad altri soggetti, comprese banche e intermediari finanziari, ovvero per la trasformazione in un credito di imposta».
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Queste sono finora le poche righe ufficiali sul tema ecobonus, ma la stampa di settore ha già approfondito diverse questioni per il futuro dell’edilizia e dei cantieri. «La principale differenza rispetto al passato oltre chiaramente all’incremento dell’aliquota – si legge su inGENIO – è legata alla possibilità di godere della detrazione anche per la sostituzione di impianti centralizzati destinati alla climatizzazione estiva o alla sola produzione di ACS, aprendo interessanti scenari per quegli edifici che siano già dotati di un impianto di raffrescamento ma funzionante con gas refrigeranti ormai prossimi all’uscita dal mercato».