Due giorni di incontri per 6 realtà italiane. Dall’altro lato del tavolo 20 startup a stelle strisce. E poi la visita in uno dei luoghi iconici dell’innovazione: il MIT di Boston
C’era un’officina di auto qui, prima di un incubatore per startup, e prima ancora una fabbrica d’acciaio: dove oggi sorge Greentown Labs sono passati decine e decine di lavoratori che con le proprie mani hanno costruito, riparato, trasformato qualcosa per cambiare il mondo attorno a loro. Oggi di fatto è lo stesso: dalla manifattura si è passati al mondo delle startup, ma resta quello spirito d’impresa che si è sempre respirato in questo pezzo di Boston. Qui ENEL ha costruito il suo Hub sulla costa est degli Stati Uniti, dedicato al cleantech, e qui sei aziende italiane sono arrivate in cerca di un nuovo modo di guardare il mondo: da un punto di vista differente, da un’angolazione differente, per cercare soluzioni nuove a problemi vecchi e nuovi.
Chi c’era a Boston
ENI gas e luce, Minsait (società di Indra), ANAS, Ferrovie dello Stato italiane, BIP, RFI: questi i nomi delle sei aziende italiane che, insieme ai team di ELIS ed ENEL per due giorni si sono impegnate in un programma serrato di conferenze e incontri con le realtà che a Boston hanno il proprio centro di comando. Sono più di 20 le realtà con cui sono entrate in contatto, in incontri mirati 1-a-1 in cui cercare di procurarsi a vicenda gli stimoli necessari a trovare un terreno comune su cui confrontarsi e, magari, anche collaborare.
Il confronto, appunto, la chiave di questo tipo di iniziativa: è quello che in gergo si definisce spesso “uscire dalla propria area di comfort”, ovvero cercare di scivolare fuori dalla routine che magari già funziona ed è efficace, ma che può impedire di accorgersi che attorno a noi ci sono occasioni nuove (e magari sorprendenti) da cogliere. Nuovi interlocutori per chi è una realtà consolidata e si guarda attorno in cerca di idee nuove, nuove opportunità per chi lavora a tecnologie interessanti ma che non hanno ancora trovato la strada del grande pubblico.
Gli esempi a Boston non sono mancati. C’è Exact Lux che ha sviluppato una tecnologia brevettata che garantisce un’emissione continua, potente e costante alle luci a LED, oppure Heila Technologies e NewGrid che lavorano a software avanzati per la gestione delle grid in modo efficace, moderno, che minimizzi i costi di esercizio e soprattutto renda efficiente l’uso dell’energia. LineVision ha sviluppato invece sensori che forniscono preziose informazioni sullo stato delle line di trasmissione ad alto voltaggio dell’energia, così come Sense permette di analizzare nel dettaglio la quantità e il tipo di consumi di energia che avvengono nelle singole abitazioni. O ancora, SparkCharge e Titan AES aggrediscono una questione che è sulla bocca di tutti: come realizzare una rete di ricarica rapida e gestire il ciclo di vita delle batterie che equipaggiano le auto elettriche.
AI, R&D e MIT
Dall’Hub di ENEL le corporate di OPEN ITALY si sono anche mosse per conoscere i centri d’eccellenza che sono presenti nell’area della capitale del Massachusetts. Come il MIT, che proprio a Boston ha la sua sede, e che ha ospitato una serie di appuntamenti della seconda giornata: come il workshop dedicato all’AI organizzato con Amazon Web Services, dedicato all’analisi degli scenari di un prossimo futuro in cui i servizi alla clientela saranno arricchiti proprio dal contributo dell’intelligenza artificiale (un approccio che Amazon applica ormai stabilmente sulle proprie piattaforme), o la visita ai laboratori Solve e Sensible City del Massachusetts Institute of Technology dedicati rispettivamente all’analisi di problemi globali ad alto impatto sociale, o locali come quelli delle smart city.
“Il Boston Bootcamp organizzato da OPEN ITALY è stata una fantastica esperienza di condivisione tra corporate Italiane attive in diversi settori, startup americane che operano in uno dei distretti più attivi in ambito cleantech e eccellenze quali il MIT – è il commento di Simone Zuccotti, head of Innovation & Business Development di ENI gas e luce, nonchè uno dei partecipanti al programma 2019 – Oltre a questo anche tanti spunti interessanti su diversi approcci all’open innovation: dalla cooperazione al corporate venture capital. Sicuramente una bella esperienza, da ripetere”.
La chiosa sulla due giorni la mette Luciano De Propris, che di ELIS è head of Open Innovation & Sustainability: “L’innovazione non è uno spazio da abitare ma un processo da innescare e da vivere: fare concretamente cose insieme attiva il processo virtuoso dell’apprendimento collaborativo e questo è il più grande obiettivo del programma OPEN ITALY, spingersi con la testa nel futuro serve per orientarsi meglio nel presente”. In altre parole, l’obiettivo è quello di tenere saldamente radicato nel mondo dell’innovazione il sempre affaccendato mondo del business: “In questo Bootcamp 2019 mi ha colpito non solo l’innovazione delle singole iniziative, certamente d’interesse e molto concrete – conclude – quanto il modello organizzativo e la capacità dell’ecosistema di creare le condizioni per favorire lo sviluppo dell’innovazione stessa. Importante il bagaglio di conoscenza che ci ha regalato questa due-giorni e importante il nostro ruolo: un vero e proprio scambio portato dall’interazione con corporate italiane e con i nostri ragazzi di ELIS, fucina di giovani talenti, grazie ad approcci concreti che generano impatto”. Un esempio su cui riflettere e di cui far tesoro.