Era dai tempi del simpatico, seppur derivativo, Stitchy in Tooki Trouble, sviluppato dalla startup belga Polygoat, che non vedevamo un videogame così somigliante a Donkey Kong Country Returns dei Retro Studios (in spolvero data la versione HD in arrivo su Switch a il 16 gennaio 2025). Nikoderiko The Magical World, realizzato dal team indipendente VEA Games, non nasconde infatti di aver saccheggiato a piene mani i platform dello scimmione incravattato.
Anche se, qua e là, si avvertono le influenze di altri titoli di spicco, da Crash Bandicoot per ciò che riguarda le fasi platform “a corridoio” ( ovvero da percorrere in profondità) fino a Rayman per lo stile di alcuni nemici. Ma, in fondo, che male c’è a prendere ispirazione dai migliori?
Nikoderiko The Magical World, il richiamo della foresta
Se riuscirete a sopravvivere al lungo contratto che il gioco vi fa firmare all’avvio, senza possibilità di accelerarne lo scrolling (nemmeno il giorno in cui ho comprato casa ho visto così tante carte legaleggianti) vi troverete per le mani un simpatico platform 2D, con alcuni intarsi 3D che sono poi i momenti in stile Crash cui si accennava poc’anzi.
L’aspetto più riuscito di Nikoderiko The Magical World riguarda il fatto che è possibile condividere l’avventura con un amico: in questo modo si controllano i due eroi, Niko e Luna – che pensavamo essere tigri o leoni, invece pare siano manguste – e sebbene ciò aumenti sensibilmente la confusione su schermo, occorre ammettere che la presenza di una modalità coop è senz’altro una caratteristica di pregio, presente solo nelle produzioni maggiori e raramente contemplata dai videogiochi di team indipendenti.
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Il secondo aspetto di Nikoderiko The Magical World che, ictu oculi, non manca di farsi notare è invece il comparto estetico. La resa grafica del lavoro dei ragazzi di VEA Games è a dir poco notevole anche se, come si anticipava, qua e là si avverte davvero troppo l’uso di DK quale “musa ispiratrice”.
Anche a livello di gameplay, Niko e Luna non fanno nulla che già non abbiano fatto Donkey e Diddy, saltando, dondolando su sporgenze, planando e cavalcando alcuni animali in furibonde sessioni in cui è possibile travolgere (quasi) ogni cosa. Anche la presenza di barili che sparano in zone bonus nelle quali occorre collezionare oggetti volanti o uccidere ogni nemico prima dello scadere del tempo è un evidente richiamo alla saga DKC e in particolare agli episodi per SNES curati dai Rare. Come si anticipava a inizio recensione, non c’è nulla di male a lasciarsi ispirare, ma qua e là avremmo voluto che Nikoderiko The Magical World si emancipasse un po’ e osasse di più.
Apprezzabilissima, invece, la presenza di David Wise (sì, il compositore della saga di Donkey Kong Country) allo spartito: il maestro britannico ha curato infatti le musiche del gioco. E anche le note rimandano a DKC…
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Dove Nikoderiko The Magical World traballa maggiormente, però, non è tanto nell’assenza di uno stile tutto suo, perché personaggi principali e nemici tutto sommato sono ben caratterizzati e realizzati con gusto, quanto piuttosto nella legnosità dei personaggi. Non ci si sente mai pienamente padroni dei loro controlli e hanno l’abitudine di scattare al minimo tocco del controller.
Se a questo si aggiunge che i livelli sono molto lunghi, fin da subito densi di sfida e non sempre leggibilissimi a causa dei tanti dettagli dei fondali, in più di un’occasione capita di morire perché il proprio alter ego ha risposto con troppa enfasi a un impulso, non s’è vista arrivare qualche minaccia o non si è capito dove fosse l’appiglio salvifico.
Si tratta comunque di difetti secondari, tanto più dal momento che abbiamo per le mani una produzione indipendente in grado di non distanziarsi troppo, per qualità scenica e portata ludica, dai videogiochi tripla A. Le sbavature non mancano, com’è giusto che sia quando non si può contare su chissà quale budget. Il risultato complessivo, benché purtroppo non molto originale, è notevole. Nikoderiko The Magical World è un platform che merita di essere giocato, anche dai più esperti. Un ottimo antipasto in attesa del ritorno del gorillone.