Cosa c’è di più puro di un eroe, anzi di un’eroina, che non riesce a odiare neppure i propri nemici? Dopo il day one su Steam e PlayStation, risalente al 2021, dal giorno di Ferragosto 2024 anche i giocatori dell’ecosistema Xbox potranno esplorare il magico mondo di Kena: Bridge of Spirits, l’opera di Ember Lab che ha commosso ed entusiasmato. La protagonista, Kena, è una giovane a cui è impossibile non affezionarsi fin da subito. Animata da un forte senso del dovere, il suo compito non trascura mai l’empatia. Seguiteci nella nostra recensione per la next gen di Xbox.
Kena: Bridge of Spirits, la recensione per Xbox Series X/S
Saremo gli ennesimi a scriverlo, ma tant’è. Per come è stata curata la direzione artistica, il videogioco avrebbe la dignità per stare accanto a un film d’animazione della Pixar. La sua bellezza – soprattutto nelle cinematiche – è diretta e senza fronzoli. Già dall’avvio il gamer riesce a farsi molte idee sulla storia, grazie all’intensità emotiva di Kena, impegnata in una ricerca all’interno di una buia caverna.
Kena è uno Spirito guida, una figura che aiuta anime dannate, tramutatesi in mostri, che non riescono a compiere il passaggio definitivo verso l’aldilà. Ciò che le trattiene in questo mondo le ha corrotte, intrappolando alberi, foreste e villaggi in una morsa putrescente. Il suo compito è liberarle da questo giogo diabolico. Per certi versi potrebbe richiamare l’immaginario che abbiamo attraversato in un altro piccolo capolavoro recente come Kunitsu-Gami: Path of the Goddess.
Kena: Bridge of Spirits è un gioco d’azione incentrato molto sulla narrazione di una storia, che non passa tanto attraverso le linee di dialogo. Senza sapere troppo della protagonista, ci rendiamo conto che il suo viaggio verso il Santuario della montagna ci porterà all’epifania di qualcosa di profondo. Magari doloroso. Per quanto la morte sia protagonista del titolo, il videogioco non è lugubre, ma lascia sempre spazio per uno spiraglio di luce, pure nei momenti più tosti.
Questo è merito di Kena, ma anche dei Rot, adorabili creature da collezionare e potenziare per portare avanti le missioni. A livello di concept, un Rot è un essere che ispira coccole, tenerezza e amore. Sono spiriti timidi, che abitano la foresta, e che diventano essenziali per consentire l’avanzamento di livello. A loro si possono affidare compiti, come spostare o sollevare massi.
A generare luce e ottimismo è poi il potere della protagonista, che grazie a un nucleo blu può illuminare la strada, sbloccare portali, distruggere nemici e fungere da scudo contro attacchi devastanti. Gli amanti dei videogiochi con una ricca storia da raccontare hanno di fronte un titolo che non è solo divertente da giocare – grazie a un ottimo level design – ma in cui le cinematiche e gli intermezzi non danno mai fastidio. I puzzle ambientali sono stimolanti e mai banali.
Kena: Bridge of Spirits non è un open world, ma la mappa è sufficientemente vasta e intrecciata da non ridursi a una banale serie di corridoi da percorrere. Ci sono muri invisibili che vi porteranno semplicemente al cospetto di un panorama che toglie il fiato, così come deviazioni, vicoli ciechi da esplorare per il solo gusto di farlo. Grazie anche al backtracking, il mondo di gioco si schiuderà mano a mano.
Una lancia rudimentale, ma molto potente, è la nostra prima arma – altre ne seguiranno insieme a vari poteri. I combattimenti, a seconda della difficoltà impostata, dovranno essere votati a colpi e schivate. L’agilità di Kena è un’abilità da sfruttare, soprattutto per prendere i nemici controtempo. Il trucco è non smettere mai di muoversi, facendosi aiutare anche dai tostissimi Rot.
Disponibile con sottotitoli in italiano Kena: Bridge of Spirits è doppiata come si deve. La ciliegina sulla torta dal punto di vista della cura artistica è data dall’audio design e dalla colonna sonora, impeccabili nell’assecondare le varie emozioni. Pure i rumori della natura non sono messi a caso: più di una volta ci siamo fatti distrarre dal dolce scorrere di un torrente di montagna. Dettagli che fanno pulsare l’esperienza soprattutto nelle fasi di esplorazione.
Perfetto? Certo che no. Nella nostra prova su Xbox abbiamo riscontrato alcuni bug. Il combattimento è bello, ma ci sarebbe piaciuto risultasse molto più fluido e agile, mentre in alcuni casi risulta ingessato, con input lag fastidiosi soprattutto quando si vorrebbe attivare lo scudo. Bisogna d’altra parte considerare che una simile gemma non ha potuto contare sul budget di un tripla A. Dopo tre anni dal day one, Kena: Bridge of Spirits resta un’opera meravigliosa.