Amanti del dark fantasy, a noi l’attenzione. Se siete alla ricerca di un FPS in cui dare bastonate e scagliare magie contro i nemici, allora Graven potrebbe fare al caso vostro. Sviluppato dalla software house danese Slipgate Ironworks, il titolo catapulta il gamer in un mondo opprimente e cupo, nei panni di un potente sacerdote esiliato per un crimine commesso. L’incipit è intrigante, con la nostra barca che raggiunge un lugubre villaggio all’interno di una palude.
Graven, la recensione
Con una grafica chiaramente ispirata ai titoli anni Novanta, Graven è un titolo disponibile su tutte le console e su PC che si gioca in prima persona, imbracciando una bastone e un libro magico necessario per compiere le prime magie. Se avete passato la vostra adolescenza collezionando carte Magic vi suggeriamo di calarvi in questo titolo, che vi farà riassaporare quell’atmosfera di mondo dannato in cui farsi strada a suon di potenziamenti continui.
Uno degli aspetti centrali di Graven è il combat system – non eccelso dobbiamo dire – con attacchi che possiamo compiere tramite bastone, spada, balestra e anche magie sempre più devastanti. Le animazioni durante gli scontri sono sufficienti, con esplosioni di cadaveri in piogge di sangue e budella.
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Ma Graven è anche un titolo bello da esplorare, con enigmi ambientali e angoli in cui scoprire elementi in più sulla lore. Gli sprite dei nemici non introducono nulla di particolarmente innovativo, tra scheletri assassini e altre bestialità fantasy; niente male invece le ambientazioni, tra interni ed esterni.
Nel complesso Graven è un titolo che avrebbe senz’altro meritato maggiore attenzione rispetto al combat system – troppo legnoso – che stona rispetto a una direzione artistica ispirata e convincente. Il contenitore è valido, peccato per il contenuto.