Per ora è soltanto una demo, ma quanto presentato da DeepMind, società dell’ecosistema Google attiva nell’ambito dell’intelligenza artificiale, è già materia di dibattito per entusiasti, catastrofisti e curiosi. Stiamo parlando di Genie, un’AI in grado di creare universi giocabili, ovvero videogiochi, partendo semplicemente da immagini o testo.
Come si è allenata Genie per costruire videogiochi?
La tecnologia è stata sviluppata insieme a Google e alla University of British Columbia. Genie è un’intelligenza artificiale che per il momento riesce a sviluppare titolo in 2D. Acronimo di generative interactive environments, Genie è stata allenata su un dataset di video e immagini disponibili online, su cui Google ha un controllo pressoché totale. Si legge di 200mila ore di filmati complessive per allenare la tecnologia. Non sappiamo che strada seguirà l’iniziativa e, soprattutto, se riuscirà ad arrivare sul mercato.
Di fronte a questo ennesimo prodotto di AI, l’ecosistema degli sviluppatori e dei creativi si potrebbe giustamente interrogare in merito all’impatto sul proprio lavoro (in un periodo peraltro di difficoltà: da mesi le software house stanno licenziando). Senz’altro realizzare videogiochi sfruttando l’intelligenza artificiale non è un qualcosa di nuovo, anzi: l’AI è da tempo impiegata nel comparto. Simili applicazioni prometterebbero tuttavia di sveltire ancora di più i processi e, in certi casi, perfino ridurre la forza lavoro necessaria.
Occorrerà attendere prima di valutare che conseguenze avrà l’AI sui vari verticali del mondo del lavoro. Nelle scorse settimane la competitor di Google, OpenAI (dunque Microsoft) ha svelato al mondo Sora, l’ultimo software che riesce a produrre videoclip realistiche partendo semplicemente da un prompt testuale.