Le vacanze sono sacre, ma a volte si ha la netta sensazione di fare le stesse solite cose. Se quest’estate siete alla ricerca di variazioni sul tema in console, Microbird Games ha in serbo per voi un action RPG dalla grafica morbida e colorata. Dungeons of Hinterberg mescola elementi di puzzle-solving e combattimento ed è ambientato in un affascinante paesaggio alpino, nel cuore dell’Austria. Fin da subito incontriamo Luisa, la protagonista alla ricerca di se stessa e che tra le insidie dei dungeon e le interazioni sociali nel pittoresco villaggio di Hinterberg avrà molto da fare.
Dungeons of Hinterberg, la recensione
Il cuore del gioco sta nei dungeon, sparsi tra quattro regioni distinte: Doberkogel, Hinterwald, Kolmstein e Brünnelsumpf. Ogni area conferisce a Luisa abilità magiche uniche che possono essere utilizzate sia in combattimento sia per risolvere enigmi. Il design dei livelli e la direzione artistica non sono perfetti, ma senz’altro ispirati. Nulla è mai statico: il meteo evolve e giorno dopo giorno si respira aria nuova.
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Il combat system è abbordabile, con la nostra protagonista in grado di sferrare attacchi leggeri e pesanti, gestendo abilità magiche con attenzione alla stamina. Nel complesso il risultato finale è discreto, ma senza mai quella fluidità che ci si aspetterebbe. Non siete di fronte a un videogioco sfidante: in 12 ore complessive sufficienti a raggiungere i titoli di coda non sono molti gli scenari davvero tosti.
Quel che senz’altro conquista e rilassa di Dungeons of Hinterberg è il comparto grafico. I paesaggi raggiungono lo scopo: infondere tranquillità e spensieratezza. Nel corso delle prime ore di gioco si avrà poi modo di conoscere le profonde differenze tra le attività diurne e notturne. Magia, incantesimi e puzzle game ambientali completano il timbro del team di sviluppo.
Dungeons of Hinterberg vi saprà accompagnare in un viaggio tenero e autentico, fatto di dialoghi, incontri e scoperte. Non troppo impegnativo – perché d’estate bisogna staccare – ma sufficientemente stimolante per non spegnere del tutto il cervello.