«Per me Elon sta solo alimentando l’odio». Il produttore di Assassin’s Creed Shadows, Marc-Alexis Coté, ha deciso di tornare su un post che Musk ha pubblicato su X il 24 maggio scorso. Rispondendo a un utente che suggeriva di ritardare la pubblicazione del titolo Ubisoft – in uscita il 15 novembre solo su PC e console next gen – per via della presenza di un protagonista nero nelle vesti di un samurai, il Ceo di Tesla ha scritto: «La DEI uccide l’arte», in riferimento all’acronimo che racchiude i concetti di diversity, equity e inclusion.
Assassin’s Creed Shadows, perché sta facendo discutere?
«La gente ci dovrà giocare. E se entro i primi 11 minuti e 47 secondi non saranno convinti di quello che stiamo facendo, allora potremo discuterne», ha aggiunte Coté tentando di chiudere la questione su Assassin’s Creed Shadows e la polemica generata dal tweet di Elon Musk.
Elon Musk è un appassionato di videogiochi. Nelle ore precedenti all’operazione per acquisire Twitter nel 2022, così si legge nella sua ultima biografia, ha giocato per ore a Elden Ring. Al tempo stesso l’imprenditore sudafricano è uno dei più noti oppositori al politicamente corretto e alla cultura woke, termine noto soprattutto negli Stati Uniti e che indica un progressismo esasperato.
Se un videogioco fa discutere significa che raccoglie interesse da parte del pubblico. Nel caso specifico, però, la faccenda è degenerata nello scontro tra chi lamenta un allontanamento rispetto ai canoni della saga – molto ligia all’accuratezza storica – e chi invece non vede semplicemente l’ora di giocare al prossimo capitolo.
Il caso The Last of Us Parte 2
Una delle polemiche più sterili degli ultimi anni rispetto alla trama di un videogioco ha riguardato The Last of Us Parte 2 (tranquilli, nessuno spoiler in arrivo): non appena il titolo di Naughty Dog è uscito nel 2020 diversi utenti hanno criticato il tripla A per via dell’orientamento sessuale della protagonista.