Non è mai troppo tardi per rivivere le sensazioni di un tempo. Al netto dei remake che restituiscono antiche glorie, rinfrescandole per console e PC, certe software house si sono proprio votate a sviluppare titoli pensati come se ci trovassimo nel pieno degli anni Novanta, senza CGI. Alisa Developer’s Cut, disponibile su Nintendo Switch (lo trovate pure su Xbox, PlayStation e Steam) è un titolo uscito da poco. Eppure non si direbbe: inquadrature fisse, sistema di controllo che mettono alla prova chiunque, una pixel art da prima generazione di console Sony. Ma sicuri-sicuri che questo titolo non abbia almeno 30 anni?
Alisa Developer’s Cut: la recensione
Per gli amanti dell’horror Resident Evil ha definito un genere, popolatosi poi con altri videogiochi, più o meno riusciti. Alisa Developer’s Cut, sviluppato da Casper Croes, non è un prodotto che cerca di piacere a tutti, anzi. Il rischio nei primi secondi di gioco è di credere che qualcosa non torni. Siete in errore: semplicemente non avete vissute abbastanza primavere per conoscere come direzionare lo stick in una maniera tutt’altro che intuitiva.
La storia di Alisa Developer’s Cut è ambientata negli anni ’20 del Novecento. Non appena parte il titolo gli eventi corrono veloci e incontriamo la nostra protagonista, un’agente d’élite a bordo di un treno che la sta conducendo in un paesino sperduto. Intorno a noi non c’è anima viva (forse), una situazione che ci ha ricordato i primi passi verso El Pueblo in Resident Evil 4.
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Trattandosi di un horror c’è da aspettarsi di tutto. E infatti quello che sembra un caso di routine si trasforma in un rapimento. La nostra protagonista viene imprigionata nella casa delle bambole, una inquietante magione dove, indovinate un po’, nessuno mostrerà buone intenzioni nei suoi confronti. Alisa Developer’s Cut è un’occasione piacevole e, a nostro avviso, autentica per riscoprire un modo antico di fare videogiochi.
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Nel corso dell’avventura dovremo fare fuori i nemici, facendo molta pratica con il sistema dei controlli. Una volta eliminati sarà fondamentale raccogliere gli ingranaggi, la moneta da scambiare per potenziarsi e cercare di sopravvivere. A livello grafico tutto è favolosamente retro e pure nell’audio design non c’è traccia di XXI secolo.
Alisa Developer’s Cut ha voluto non considerare il passare del tempo, per scegliere invece in che anno nascere, come se disponesse di questo potere. Va preso come un esperimento di nicchia, un omaggio al passato, un modo per non dimenticarsi di come ci si divertiva. Qualunque sia il suo obiettivo merita la vostra attenzione.