Continua la riproposizione in alta definizione della saga giuridica più amata dei videogiochi: dopo aver interpretato per anni diversi (principalmente due: Phoenix e Apollo) arrembanti e intrepidi difensori, con Ace Attorney Investigations Collection si oltrepassa il corridoietto dell’aula di giustizia per sedersi al banco opposto, quello dell’accusa.
Ace Attorney Investigations Collection ribalta la prospettiva
Ci si ritrova così a dover imbastire casi penali, nel ruolo dell’avvocato dell’accusa che ha il compito – come il nome lascia suggerire – di incastrare (e non difendere) coloro che sono accusati d’omicidio, costruendo casi “a prova di giuria”.
Il ribaltamento dei ruoli a livello ludico è ben reso dal fatto che il nostro alter ego prepari i casi al di fuori del tribunali, anche se sostanzialmente il gioco continua a essere diviso in due macrofasi che vi vedranno prima raccogliere prove di colpevolezza e poi interrogare gli stralunati figuri che resteranno imbrigliati nelle maglie della legge. Sparisce del tutto la caratteristica sessione del dibattimento in aula.
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Spicca la possibilità di muoversi all’esterno delle aule di giustizia in terza persona, setacciando scenari e rinvenendo indizi. Tutto ciò che viene raccolto in questi frangenti potrà essere usato per cercare incongruenze quando si torchia l’indagato in carcere e costruire il proprio teorema accusatorio.
Come gli altri capitoli della saga principale, anche i due titoli dedicati a Miles Edgeworth contenuti in Ace Attorney Investigations Collection (uno peraltro mai arrivato prima in Occidente) di tanto in tanto si rivelano eccessivamente farraginosi dal momento che impediscono al giocatore di procedere liberamente, costringendolo a seguire un canovaccio invisibile.
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Succede così che il gioco si rifiuti di procedere finché non si scopre la mossa mancante: sarebbe stato invece possibile avere più modi di proseguire, anche in base al proprio stile. L’assenza dell’italiano dalle lingue tra cui scegliere naturalmente non aiuta.
Divertente la scrittura degli episodi sebbene non all’altezza di quelli di Shu Takumi: la saga Capcom ci ha abituato a personaggi al di sopra delle righe e a dialoghi deliranti e ovviamente anche questi due capitoli non fanno eccezione.
Anche negli spin-off la trama prevede che ogni caso, persino quelli che apparentemente non c’entrano nulla, sia connesso a quello precedente fino a formare un intricato mosaico che, composto, mette il giocatore di fronte nientemeno che a un intrigo internazionale. La fantasia non manca nei due titoli che riusciranno a renderci un po’ più simpatico l’algido e scostante procuratore della serie principale di Ace Attorney.