Un titolo che, fin dalla scelta delle parole e, immediatamente dopo, delle melodie, vuole suggerire un’atmosfera, schiaffata in faccia al gamer. A Void Hope, sviluppato da Elden Pixels e disponibile su Nintendo Switch e Steam, è un videogioco indie che racconta la storia tormentata e angosciante di una coppia: Gilda e Keegan sono due persone che cercano di sopravvivere. Dalla grafica retro e dall’impostazione molto metroidvania, il titolo ha fatto una scelta a nostro avviso molto contemporanea: sviluppare l’esperienza ritmandola in livelli che ricordano gli episodi di una serie streaming.
A Void Hope: la recensione
I paragoni con gli scenari alla Stranger Things si sprecano. A Void Hope pesca senz’altro a piene mani da un immaginario di fantascienza e paranormale, dando però all’intera esperienza un’impronta propria. Vi basti una rapida sintesi: un’epidemia sta trasformando le persone in mostri; chi sopravvive tenta di vivere come può; per le strade c’è una strana calma, ma in realtà ognuno non vede l’ora di ritornare a casa, in un posto vagamente sicuro.
Con una pixel art del genere è difficile trasmettere tensione: a quella ci pensa dunque l’audio design, con suoni e rumori spettrali al momento giusto, a rompere un tappeto musicale molto anni ’80, mai rilassante.
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C’è poi il comparto grafico: A Void Hope è un platform 2D, con fondali semplicemente splendidi, che rendono l’idea della profondità e arricchiscono la storia con dettagli riguardanti i luoghi che stiamo attraversando. Concentriamoci ora sul gameplay, la parte principe di questo platform con elementi da puzzle game.
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Il gamer gioca nei panni sia di Gilda sia di Keegan. Il nostro obiettivo è completare mini missioni che, in molti casi, comportano evadere da una zona specifica, non prima però di aver spostato casse, collezionato risorse e oggetti preziosi. Come una pistola, fondamentale per sbloccare portali e per fare chissà cos’altro.
Come platform A Void Hope ha il pregio di essere accessibile, con un’esperienza che bilancia al meglio narrazione e aspetto ludico. I dialoghi – in inglese – sono ben dosati e posizionati nei giusti momenti della storia. In ultima analisi: un videogioco indie che dimostra la bravura di un team cimentatosi con una storia non certamente originale, ma bella da scoprire.