Si deve a un gruppo di donne svizzere over 64 la sentenza sul clima della Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo che, appena pronunciata, sta già passando alla storia. La Corte ha ritenuto che la Svizzera non abbia fatto abbastanza per combattere i cambiamenti climatici, violando in questo i diritti delle persone. «Abbiamo fatto la storia, tutte insieme», ripetono ai media internazionali le Klima Seniorinnen – Anziane per il clima – , così si chiama l’associazione che rappresentano e che oggi rende palese a chiunque quanto loro sanno da sempre: l’impegno ambientale non può essere una prerogativa giovanile e non può dividere le generazioni; deve, anzi, diventare una grande questione intergenerazionale. «Apparteniamo alla generazione che ha contribuito in larga misura al cambiamento climatico. Noi non smettiamo di sentirci responsabili. E così anche da vecchie non smettiamo di lottare», affermano coralmente nel documentario indipendente Trop chaud, palpitante testimonianza della cavalcata che hanno condotto nelle aule giudiziarie fino all’approdo di Strasburgo.
Come sono nate le Klima Seniorinnen (e non chiamiamole nonne!)
Debuttano nel 2016, sono in 140, tutte dai 64 anni in su, accomunate da una convinzione: l’impatto del caldo estremo sulla popolazione anziana è micidiale. L’estate bollente del 2003, quando sull’Europa si allungarono ondate di calore da record, aveva cominciato a dare abbondanti evidenze. Da quei dati le Klima Seniorinnen si muovono per raccoglierne sistematicamente altri. Fanno, in seguito, azioni in pubblico, costruiscono workshop per informare, girano scuole e università, cominciano a mettere a punto quella strategia legale coraggiosa, intelligente, puntigliosa che, incrociando le biografie personali al tema climatico universale, le porterà al successo. E combattono gli stereotipi di quanti – tanti – provano a ridicolizzarle chiamandole nonnine. E così crescono di numero, una socia alla volta, fino a diventare le 2500 di oggi, età media 73 anni.
Perché questa sentenza fa la storia
Attraverso la sentenza appena espressa, è la prima volta che la Corte difende il diritto alla protezione del clima e la prima volta che un tribunale internazionale afferma che uno Stato ha l’obbligo di realizzare i risultati fissati dai trattati internazionali. In particolare, la Corte ha fatto valere l’articolo 2, quello sul “diritto alla vita” della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, e l’articolo 8, che afferma il “diritto al rispetto della vita privata e familiare”, considerando il diritto di vivere in un ambiente salubre, dignitoso e pacifico come parte del diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Come hanno fatto a vincere
Dal giorno in cui sono nate, le Klima Seniorinnenhanno lavorato puntigliosamente sul diritto alla mitigazione climatica. In particolare, le donne mettevano in luce – ricerche e diagnosi mediche in pugno – quanto l’aumento delle ondate di calore rappresenti un rischio per loro e, in genere, per le donne anziane: per esempio, una ricerca pubblicata nel 2022 su Environmental Health Perspectives dimostra che le ultrasettantacinquenni sono la categoria che ha più probabilità di morire in caso di anomale ondate di calore. Ecco, dunque, perché le Klima Seniorinnen hanno rigorosamente ammesso all’associazione solo donne sopra i 64 anni: una scelta strategica, espressamente finalizzata ai ricorsi. Eppure, i loro ricorsi venivano puntualmente respinti in patria, con motivazioni diverse. L’associazione ha così puntato alla Corte di Strasburgo, con l’obiettivo di convincerla a impegnare lo Stato a fare di più per contenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi e scongiurare, in questo modo, conseguenze catastrofiche, come indica l’Accordo di Parigi. E ha vinto.
Perché, a 73 anni, loro sono il futuro
Spiegare tecnicamente le ragioni del successo davanti alla Corte non può essere di questo spazio. Ma lo è testimoniare l’audacia con cui queste donne si sono proiettate in dimensioni molto più grandi di sé e hanno lavorato per le generazioni di domani. La maggior parte di loro sa che non vedrà le conseguenze nel tempo della sentenza che pervicacemente hanno inseguito, men che meno godrà dei suoi benefici. Le Klima Seniorinnen si sono messe in gioco in nome della qualità della vita di tutte e tutti, soprattutto di quelle e quelli che non ci sono ancora ma verranno. La lezione non va dimenticata.