ll nostro speciale con il meglio di Unstoppable Women, la rubrica che da anni StartupItalia dedica a quelle innovatrici capaci di distinguersi e migliorare la società, nel mese di agosto ripropone una serie di trittici con le storie più belle che abbiamo trattato negli ultimi mesi. In questa seconda puntata le protagoniste sono la campionessa ipovedente di sci, Martina Vozza, l’appassionata del cubo di Rubik, Carolina Guidetti, e l’analista che lavora per ridurre il gender gap, Nicole Gila.
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Martina Vozza
Quando ha indossato il suo primo paio di sci aveva 5 anni. È stato amore a prima vista. «I miei genitori conoscevano una società che portava bambini e ragazzi con disabilità a sciare – racconta Martina Vozza, campionessa paralimpica di sci – All’inizio era un bel divertimento, poi gli allenatori mi hanno spinta a intraprendere il percorso agonistico e, negli anni, mi sono appassionata». Oggi Martina, 19 anni, originaria di Monfalcone è campionessa paralimpica ipovedente. Solo quest’anno, nella categoria “visually impaired” (ndr “quella che riunisce gli atleti che soffrono di problemi alla vista”), in classe B2, assieme alla guida Ylenia Sabidussi, 28enne di Tarvisio, hanno raccolto un argento, otto bronzi e un quarto posto. Martina ha fatto il suo debutto ai campionati mondiali di sci alpino paralimpico nel 2021 a Lillehammer, in Norvegia, aggiudicandosi il terzo posto nello slalom. Si è, così, qualificata per competere alle paralimpiadi invernali del 2022 di Pechino, classificandosi come l’atleta azzurra più giovane in assoluto. Qui la sua storia.
Nicole Gila
Appassionata fin da adolescente alle tematiche relative alle varie forme che assume il gap di genere, Nicole Gila si trasferisce da Torino a Milano per studiare sociologia ed avere gli strumenti per analizzare al meglio la realtà intorno a sé. Il suo talento di analista viene notato da Valore D, associazione di imprese in Italia che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel Paese. Oggi Nicole è parte di un team di cinque persone e, con il ruolo di Research & Knowledge Management Project Manager, si occupa di ricerche sia sul gap di genere che sull’analisi sulle abitudini e i comportamenti delle diverse generazioni in azienda. L’abbiamo raggiunta per scattare una fotografia della presenza femminile all’interno del mondo della ricerca e dell’università nelle materie STEM.
Carolina Guidetti
Carolina Guidetti sui social si presenta semplicemente come “quella che risolve i cubi di Rubik!”, eppure fino a dieci anni fa o poco meno non ne aveva mai tenuto in mano. Nata un quarto di secolo dopo che il designer ungherese Ernő Rubik stupì il mondo col suo “Cubo Magico”, Carolina di quell’oggetto ne ha fatto la sua missione (non stiamo esagerando: è Rubik’s Ambassador). Eppure, tutto è nato per caso. «Ero al liceo, un mio compagno aveva spesso questo giocattolo in mano, ma non mi aveva mai attratta particolarmente. Poi un giorno mi trovavo in treno e mi stavo annoiando. Lui come sempre era assorto sul suo cubo: gli ho chiesto di farmelo provare. Mi ha risposto che non me lo avrebbe dato perché era “troppo difficile per me”. Mi sono sentita sminuita. Arrivata a casa ho cercato quello di mio padre, abbandonato tra i suoi ricordi di gioventù… l’ho preso in mano e ho iniziato a studiarlo: dovevo risolverlo». Ma c’è di più, perché Carolina riesce nel suo intento, ma non si accontenta.