In Italia il 57% degli uomini contratta il salario in ingresso nella prima posizione lavorativa contro l’8% delle donne. Intanto il 37% della platea femminile non possiede ancora un conto corrente proprio. In questo guest post Silvia Fanzecco di SheTech ci spiega perché questo dovrà essere l’anno del cambiamento
Le donne rappresentano solo il 18% delle posizioni apicali nelle imprese, percentuale che si riduce al 3% se si considerano i CEO delle aziende quotate. Il divario occupazionale ha una traduzione anche a livello retributivo: gli uomini percepiscono, a parità di mansione, una retribuzione del 12,5% più alta rispetto a quella delle donne. Questi sono alcuni dei dati forniti dall’Osservatorio JobPricing, area studi e ricerche di JobPricing, che ha l’obiettivo di rendere trasparente il mondo delle retribuzioni, e che si propone come punto di riferimento per lo studio del mercato del lavoro e delle dinamiche retributive.
“Il progetto OK, lo stipendio è giusto! è nato da una domanda comune: quante sono le donne occupate nel settore STEM? Quali sono le loro retribuzioni rispetto al mercato? Cosa possiamo fare noi per aiutare a ridurre il gap?”
JobPricing, insieme alla Fondazione Marco Biagi ha dato vita alla start-up universitaria IDEM, con l’obiettivo di accompagnare le imprese al raggiungimento della gender equality, offrendo loro strumenti di misurazione e diagnostica del fenomeno. IDEM e SheTech, ente no-profit che si pone l’obiettivo di colmare il gender gap nel mondo della tecnologia, del digitale e dell’imprenditoria, attraverso attività di formazione e networking, hanno avviato da tempo diverse collaborazioni con l’obiettivo di divulgare e formare donne e uomini in materia di gender equality, nonché di contribuire all’empowerment femminile.
Se torniamo ai dati, in Italia, il 37% delle donne non possiede un conto corrente proprio e secondo uno studio condotto dalla Harvard Business Review, tra le persone in possesso di laurea, a contrattare il salario in ingresso nella prima posizione lavorativa è il 57% degli uomini. Ma solo l’8% delle donne.
Il progetto OK, lo stipendio è giusto! è nato da una domanda comune: quante sono le donne occupate nel settore STEM? Quali sono le loro retribuzioni rispetto al mercato? Cosa possiamo fare noi per aiutare a ridurre il gap?
Dati alla mano, quelli raccolti attraverso stipendiogiusto.it e comunicati a novembre, mese dell’Equal pay, attraverso delle infografiche pubblicate sui canali social di SheTech e IDEM, è innegabile che il divario retributivo sia uno dei temi cardine del fenomeno del gender gap, e che al di là degli strumenti che le organizzazioni possono implementare per ridurre il fenomeno, la negoziazione del salario è uno degli strumenti principali che le donne hanno a disposizione per ridefinire le loro carriere e le loro retribuzioni. Per questo SheTech e IDEM, quest’anno in collaborazione con PHYD, hanno deciso di organizzare un workshop pratico e interattivo, per fornire preziosi spunti alle donne, per affermarsi sui luoghi di lavoro, per imparare a negoziare la propria retribuzione.
Insieme alla docente Giulia Grignani, consulente finanziaria ed educatrice finanziaria, abbiamo parlato dell’importanza della promozione del proprio personal branding e la definizione dei propri obiettivi di carriera, oltre alla preparazione del colloquio in cui avanzare una proposta di aumento o promozione e le relative tecniche di negoziazione più idonee.
Quali sono i motivi per cui non otteniamo una promozione o per cui non proviamo a chiederla? Ci sono motivi soggettivi come la paura di deludere e dei motivi oggettivi come il non sapere come farlo e quando. Per questo è necessario costruire un piano d’azione e serve tempo per realizzarlo.
Il piano si basa su alcuni punti fondamentali:
- Personal branding: bisogna coltivare la consapevolezza e la corretta percezione del valore personale attraverso un’analisi delle proprie competenze e abilità. Si può fare attraverso una scala di valori, chiedendo feedback ai colleghi e quindi costruendosi e confrontandosi con il proprio network.
- Obiettivi di carriera: è importante fissare degli obiettivi di carriera SMART (specifici, misurabili, tangibili, rilevanti e temporalmente definiti) e soprattutto dei KPI per misurare e monitorare questi obiettivi.
- Colloquio: la fase del colloquio deve essere preparata e strutturata, è consigliato scrivere e definire la proposta tenendo sempre a mente che deve essere ragionevole. Il colloquio deve poi essere pianificato personalmente scegliendo il momento e il setting adeguato. Il discorso dovrà poi mettere in risalto il nostro valore, i traguardi raggiunti e le soft skills che abbiamo sviluppato durante il nostro lavoro.
- Negoziazione: il consiglio è quello di avere una conversazione ampia e aperta, un tono di voce formale ed essere assertive. Non mettere la richiesta sul personale. Mettersi nei panni della persona con cui si parla con l’obiettivo di trovare insieme la giusta soluzione e identificare insieme un accordo che possa essere vincente e conveniente per noi e per l’azienda.
Come reagire a un feedback negativo?
Se la risposta è no, è importante capire e farsi dire cosa manca e cosa si può fare per arrivare all’obiettivo definendo un piano di sviluppo futuro. In generale non bisogna mollare per arrivare ad un cambiamento: ci dobbiamo credere noi per primi/e! Per rivedere il workshop, le infografiche e restare aggiornate/i anche sulle prossime attività basta visitare la landing page del progetto.