Tecnologia e una nuova leva di imprenditrici che vogliono cambiare il mondo. Un progetto sostenuto da Lenovo, Girl Up e ARRAY, che in Italia racconta la storia di Mygrants
Il padre di Aisha Coulibaly era nato in Costa D’Avorio: era un mediatore culturale, in prima fila nella lotta al caporalato nella provincia di Foggia dove viveva e dove aveva conosciuto la madre di Aisha. Quando è arrivato il momento di decidere che strada prendere nella sua vita, Aisha Coulibaly ha deciso di proseguire il lavoro del padre per l’integrazione: lo ha fatto con lo spirito di una imprenditrice, ha fondato una startup per cercare di rispondere alle esigenze di un pubblico specifico – i migranti, appunto – e per offrire loro uno strumento digitale per rafforzare le loro competenze e inserirsi nel mondo del lavoro.
Che cos’è Mygrants
Aisha nel 2016 decide di trasferirsi a Bologna e, assieme a quello che definisce “il mio socio, il mio fidanzato e il mio migliore amico” Christian Richmond Nzi, fonda Mygrants: una startup a vocazione digitale che ha messo a disposizione un servizio di formazione e di valutazione delle competenze basato su micro-learning e gamification che permette ai migranti di ottenere informazioni e orientamento nella loro nuova nazione, un pubblico che per il 90 per cento è costituito da nativi digitali e che dispone di uno smartphone come strumento di accesso alla Rete. L’obiettivo è quello di offrire informazione e formazione anche prima che il migrante inizi il percorso che lo porterà nella sua nuova patria, di permettergli di conoscere in anticipo il quadro dei regolamenti comunitari, ma anche di avvicinare le sue competenze a quelle richieste dal mondo del lavoro.
La piattaforma, fruibile attraverso lo schermo del telefono come detto, permette all’utente di accedere a informazioni utili alla vita quotidiana e all’integrazione con il Paese in cui il migrante ha scelto di vivere, ma permette anche di mappare le sue competenze (a prescindere dal livello di istruzione raggiunto) e acquisirne di nuove. Mygrants aiuta l’utente a orientarsi nel mondo del lavoro: quali tipi di opportunità ci sono, quali strade potrebbe perseguire, quale prospettive le sue competenze gli offrono. Mygrants però, sottolinea Coulibaly, non è un progetto solo per i migranti: è una piattaforma tecnologica pensata per far incontrare domanda e offerta nel mondo del lavoro, ed è già stata usata con successo in alcune iniziative (per esempio dal Comune di Bologna) per offrire ai cittadini facenti parti di categorie fragili una chance in più di trovare occupazione.
La webapp Mygrants ha già all’attivo oltre 88.000 utenti che spendono ogni giorno oltre 2 ore sulla piattaforma, come ci tiene a precisare la stessa Aisha, il team che lavora alla startup è fortemente a trazione femminile. Il progetto è già attivo a livello nazionale, ma ci sono anche 12.000 utenti attivi in Africa (principalmente Costa d’Avorio, Nigeria e Senegal) a dimostrazione della scalabilità del modello. Sono più di 1.200 gli inserimenti lavorativi che Mygrants ha contribuito a perfezionare: anche per questo il servizio ora si sta allargando anche a una piattaforma B2B per le aziende che sono in cerca di nuove risorse, e che possono contare su un vero e proprio ufficio di collocamento digitale che in modo automatico fornisce una lista di candidati ritagliati sulle loro esigenze e richieste.
Il progetto New Realities 2020
Aisha Coulibaly è anche la protagonista di un cortometraggio (girato in 3D e in modalità VR) che racconta la sua storia e che fa parte di un progetto più ampio messo in piedi da Lenovo: si chiama New Realities, punta a raccontare le storie di 10 donne impegnate a cambiare il mondo grazie alle tecnologie. Lenovo ha deciso di finanziare e sostenere questi progetti, che sono portati avanti in tutto il mondo (Brasile, Cina, India, Francia, Germania, Giappone, Messico, Regno Unito, Stati Uniti e ovviamente Italia), e di offrire alle protagoniste delle storie e alle loro realtà laptop Thinkpad e smartphone Motorola per proseguire il lavoro, di finanziare delle borse di studio per ciascuna di esse (assieme alle associazioni Girl Up e ARRAY) e pure di raccontare le loro storie perché tutto il mondo potesse conoscerle.
L’obiettivo è evidente: la tecnologia può essere agente di cambiamento positivo nelle mani di chi punta su di essa per cambiare (in meglio) il nostro stile di vita, così come nel caso di Mygrants può addirittura trasformarsi in uno strumento di integrazione per la società in senso lato. Non solo la tecnologia può aiutare a superare le barriere culturali (e geografiche), ma secondo una ricerca condotta dalla stessa Lenovo su un campione di oltre 15.000 partecipanti è sempre più percepita anche come uno strumento amichevole che può contribuire alla crescita personale e generale. La decisione stessa di usarla, con i corti presentati oggi, per raccontare storie di innovatrici in prima fila in questo cambiamento ne è la concreta testimonianza.
La chiosa di questo percorso la offre a StartupItalia Natasha Perfetti, country marketing manager di Lenovo in Italia: “La situazione che stiamo vivendo ha reso evidente che in alcune realtà italiane la tecnologia andava a due velocità: c’erano magari grandi imprese che erano già molto avanti nella sua implementazione, che avevano investito su questo tema, e altre realtà come la scuola dove magari fino a oggi non si era percepita ancora questa necessità. Oggi però abbiamo capito che tutti hanno bisogno della tecnologia, tutti vedono qual è il suo reale beneficio e questo processo è inarrestabile. La tecnologia può essere uno strumento potente per colmare ritardi, per incrementare la produttività, ma anche – conclude – uno strumento di inclusione che aiuti le persone ad accorciare le distanze: non solo geografiche, ma soprattutto sociali”.