Secondo uno studio condotto dall’Ispettorato del lavoro, 44.699 mamme in Italia (il 72,8% del totale) si sono dimesse dai propri impieghi e oltre 6 madri lavoratrici su 10 non riescono a conciliare impiego e famiglia. I recenti dati diffusi evidenziano un tasso di disoccupazione pari al 42,6% di mamme tra i 25 e i 54 anni. Nel nostro Paese, per arrivare alla parità di genere, c’è ancora tanta strada da fare. E in dieci anni, le dimissioni delle lavoratrici mamme sono più che raddoppiate, passando da 18.454 nel 2012 a 44.699 nel 2022. Tra le motivazioni che più incidono nella difficile scelta c’è la fatica nel tenere insieme l’impiego e l’essere genitori.
Domani, domenica 12 marzo, si festeggia la festa della Mamma e in questa occasione speciale vogliamo raccontarvi una storia che parla di gender gap ma anche di riscatto. È la storia di Promama e di Claudine Rollandin, ex product manager di una scaleup oggi startupper che ha partecipato all’ultima edizione della Carica delle 101, l’evento dedicato alla community di imprenditrici, manager e professioniste a supporto delle startup di cui anche StartupItalia è partner con Unstoppable Women.
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«Sono incinta, e adesso?»
Dopo anni di esperienza nel settore della consulenza per una scaleup, Claudine Rollandin rimane incinta. «Ho salutato i miei colleghi convinta che ci saremmo rivisti da 5 mesi. In realtà, subito dopo, ho capito, per la prima volta sulla mia pelle, quanto la mia professione e l’attività lavorativa non fossero più conciliabili con le mie nuove priorità e con i miei valori – spiega Claudine – Così ho cominciato a cercare altro, ma mi sono accorta velocemente di quanto fosse difficile in questo momento della mia vita. Inoltre, i posti per gli asili nido sono sempre più limitati e i costi sempre più alti». Un giorno Claudine passa in rassegna i dati sull’occupazione delle mamme con figli piccoli, e in quel momento nella sua testa si accende una lampadina: «Dopo una prima reazione, che è stata di rabbia e sconcerto, sono passata all’azione – racconta la founder di Promama – E ho iniziato a pensare a che cosa avrei potuto fare, nel mio piccolo, per aiutare i genitori come me a non dover scegliere tra carriera e famiglia. Prima di restare incinta ero front manager, mi occupavo di gestire piattaforme digitali, e ho pensato a quale prodotto poter costruire per supportare questo tipo di difficoltà». Così Claudine decide di mettersi in gioco. Da esperta del settore sa benissimo che il cammino che ha deciso di intraprendere non è dei più semplici, anzi. Ma non la spaventa, e pensa che, alla fine, tentar non nuoce.
La nascita di Promama
Dopo 10 anni di lavoro tra consulenza e startup, animata da un po’ di sana follia, Claudine lavora al lancio di Promama. Sostanzialmente mette in piedi una piattaforma digitale che supporta i lavoratori nella ricerca degli spazi di lavoro che più si addicono alle esigenze dei genitori. Riesce a farlo utilizzando come parametro di riferimento il family-friendly index, una metrica pensata dalla stessa Claudine con la quale riesce a misurare quanto un’azienda sia attenta al tema della genitorialità. Lo fa prendendo in esame alcuni parametri come la flessibilità, il congedo parentale, la cultura aziendale e il supporto alle neo-famiglie. «Tramite due survey dedicate, pensate per dipendenti o aziende, calcoliamo un indice (da 0 a 100) che ci permette di valutare l’attenzione che l’azienda dedica ai suoi lavoratori e alla genitorialità – afferma Claudine Rollandin, founder della startup – L’obiettivo di Promama è cercare di arginare il fenomeno che spinge le neomamme fuori dal mercato del lavoro, facendo da ponte tra genitori e aziende family friendly con iniziative che puntano a rendere gli ambienti lavorativi accoglienti».
Un’azienda family-friendly per le mamme
I genitori, tramite la piattaforma messa a punto da Claudine, sono agevolati nella ricerca di un lavoro che sia in linea con i propri obiettivi, ambizioni, aspirazioni e bisogni, potendosi interfacciare con una serie di offerte di lavoro da parte di aziende family friendly e avendo la possibilità di poter essere supportati con corsi e percorsi in questa specifica fase di carriera. «Raccogliamo alcune offerte di lavoro delle aziende che selezioniamo, così i genitori hanno la sicurezza di proporsi a imprese che hanno un alto livello di trasparenza e sono attente alla genitorialità». Alle aziende, invece, in ottica di talent attraction, Promama fornisce uno spazio dedicato sul sito promuovendo le iniziative pensate per i genitori, ma anche verso la talent retention, con strumenti, benchmark e risorse dedicate. «I vantaggi che offre un’azienda family- friendly sono molteplici – spiega la founder – Le società sono attente a una conciliazione tra vita e lavoro e registrano un 100% di tasso di rientro post maternità oltre a un turnover significativamente più basso».
Da consulente a mamma startupper
In 3 mesi dal lancio del progetto, Claudine ha registrato oltre 2mila genitori e mamme lavoratrici attivi su Promama, e la startup collabora con clienti di differenti settori e dimensioni come Italgas, Doctolib, Acinque, Twow, Net Insurance e Red Public. «Nel team, al momento, siamo in 3, tutte e 3 mamme dimissionarie post maternità. Nel futuro della startup c’è il lancio di un percorso di accompagnamento nella fase di rientro al lavoro, focalizzato sulle persone che ad oggi sono disoccupate, e la volontà di riuscire ad attuare un concreto cambiamento nel mondo aziendale – commenta la founder di Promama – Vogliamo valorizzare le imprese che sono attente alla conciliazione tra lavoro e famiglia a favore dei dipendenti, in modo da poter contribuire ad attestare che vivere la genitorialità nel lavoro è un punto di forza da valorizzare e non un ostacolo alla carriera. In tanti ci scrivono per capire come poterci dare una mano, e contiamo più di 20 ambassador. Ora puntiamo sulle partnership, che ci permetteranno di portare valore a genitori e aziende che usano la piattaforma e a far conoscere, sempre di più, il nostro progetto».
Come ridurre il gender gap?
Secondo Claudine, una ricetta univoca e uguale per tutte le aziende non esiste, ma esistono una serie di azioni che sia le grandi aziende che le PMI potrebbero implementare. «Le aziende dovrebbero capire quale sia la ricetta giusta per loro. Se non la azzeccano, rendono la vita complicata a una delle due parti – commenta Claudine – Ci sono delle leve che per le imprese più piccole sono difficili da rendere sostenibili ma queste possono, comunque, riuscire a calarsi nella migliore realtà possibile per un genitore. Per esempio, garantendo orari flessibili, oltre alla possibilità di dare modo ai genitori di poter lavorare in smartworking quando ne hanno bisogno. Se tutte le imprese lo facessero, sarebbe già un grande passo in avanti. Inoltre, c’è un tema di cultura. Ai genitori si richiede quello scatto mentale che gli faccia pensare che il sacrificio di stare lontano dai figli sia per un lavoro gratificante. Anche il tema del congedo della paternità sarà impattante in futuro. Oggi non tutte le aziende lo possono fare».