Si sono conosciute lavorando in una multinazionale e hanno deciso di diventare anche startupper. Per Unstoppable Women la storia di Luna Brozzi e Gloria Ramondetti, vincitrici del Premio Impresa di Domani. «Alla nostra startup lavoriamo di notte e nei weekend: è un master di vita»
Fare startup? Le mamme manager Luna Brozzi e Gloria Ramondetti non hanno dubbi: «È un master di vita, in cui si impara ciò che una multinazionale non potrà mai insegnare». Un master molto faticoso, che al posto delle lezioni vede clienti da soddisfare e ordini da evadere. Anche perché entrambe, avendo famiglia, hanno dovuto mantenere il proprio posto in Stellantis, colosso dell’auto che ha dato loro parecchio, oltre alla possibilità di conoscersi: «Lavorare in una realtà tanto strutturata ci ha permesso di avere la giusta forma mentis e il corretto approccio al lavoro», spiega a StartupItalia Luna. Gloria è laureata in Ingegneria della produzione industriale e in Management e in Stellantis è Brand manager mentre Luna, laurea in International economics & management e in Relazioni Internazionali alle spalle, nella multinazionale guidata da Carlos Tavares riveste il ruolo di Communications Manager.
Lavoratrici full time, quando finiscono il turno corrono a casa, dove inizia il secondo lavoro: no, non quello nella startup, ma da mamme. Qui i datori si fanno particolarmente esigenti: Gloria deve vedersela con una capoufficio di tre anni e mezzo, Greta, mentre Luna deve soddisfare le esigenze di Penelope (tre anni e mezzo) ed Emilio, un anno. Quando i tre pargoli piombano nei lettini stanchi e appagati per le ore di gioco assieme ai genitori ha inizio il terzo lavoro: le startupper. «Alla nostra startup, Brozzetti, crasi tra i nostri cognomi, dedichiamo ogni minuto di tempo libero. Il problema è che non ne abbiamo, dunque lavoriamo la notte e nei weekend», racconta ridendo Gloria. I mariti sono della squadra: «Il loro sostegno morale è fondamentale. E poi quando c’è da montare le scansie nei magazzini in cui depositiamo le nostre scatole dei giochi da vendere sappiamo chi chiamare. Anche quando siamo in giro per fiere ed eventi a sponsorizzare il nostro prodotto non si tirano mai indietro e restano a casa coi bimbi», le fa eco Luna.
Scatole degli attrezzi per bimbi
La piccola ma arrembante startup torinese Brozzetti nasce con una idea ben precisa: «Volevamo creare qualcosa per togliere i bambini da attaccati agli schermi dei dispositivi elettronici. Far capire ai più piccoli, ma anche ai genitori, che il mondo non è lì dentro». Da qui l’idea delle Uto Box, “scatole degli attrezzi” per bimbi che contengono tutto l’occorrente per realizzare da sé, ma con l’aiuto dei genitori, il proprio gioco. Il nome è parecchio bislacco ma ha un senso, come racconta Gloria: «Uto è l’italianizzazione di You too, perché vogliamo che queste attività siano svolte insieme, in famiglia». «Da qui – spiega Luna – l’idea per una mascotte aliena: Uto ricorda vagamente Ufo. Ecco allora un polipetto spaziale con tanti tentacoli, ciascuno da impegnare in una attività differente e divertente». Ma, soprattutto, una esigenza concreta: «Uto è un termine facile da imparare che suona bene in tutte le lingue, perché noi puntiamo all’internazionalizzazione del marchio». Sognano in grande, Gloria e Luna, com’è giusto che sia. Anche perché i fatti danno loro ragione, anche se non si sbilanciano: «Per scaramanzia non vogliamo commentare le vendite, dato che siamo proprio sotto Natale, un periodo per noi davvero strategico, ma intanto siamo arrivate a lanciare la quarta Uto Box, con vendite in continua crescita e in linea col nostro businness plan», dice Luna. Nel frattempo il riconoscimento oltre che dal pubblico è arrivato pure da una giuria, con la vittoria del Premio Impresa di Domani.
Piccola startup, grandi sogni
Anche per questo la mente corre già agli sviluppi futuri: «Vorremmo creare una app che permetta a ciascun bimbo di assemblare la sua Uto Box, così da poter scegliere ciò che piace a loro. Anche perché non è detto che a un bimbo debbano per forza piacere i dinosauri e a una bimba le principesse: già adesso, quando realizziamo i temi per ciascuna scatola, puntiamo a personaggi che non ricadano nei soliti stereotipi di genere». I sogni sono insomma tanti e arrivano persino al progetto di avere distributori automatici nelle stazioni dei treni: «Così i bambini non si annoieranno durante il viaggio». Ma per il momento in Brozzetti fanno tutto Luna e Gloria: «Seguiamo e siamo parte dell’intero processo, dalla fase di idealizzazione delle Uto Box alla scelta dei materiali e dei fornitori, stando ben attente che siano tutti certificati e idonei a giochi per bimbi dai 3 anni in su». Le due mamme manager sono fiere della loro indipendenza a tal punto da non cercare capitali: «Più che soci, saremmo felici di accogliere persone che diano il loro apporto, anche creativo, alle nostre invenzioni: ma non vogliamo essere comandate da nessuno e siamo molto gelose della nostra startup, persino a costo di rinunciare ad aumenti di capitale». E agli startupper che vorrebbero seguirle lanciando sul mercato la propria idea, consigliano: «Non arrendetevi subito. Soprattutto la burocrazia può essere un vero labirinto: studiate e perseverate, la nebbia prima o poi si dirada. E quando il nome della tua startup inizia a circolare e a essere riconosciuto è una soddisfazione senza pari».