Ha guidato HP dal 1999 al 2005. Tiene keynote speech in tutto il mondo per aiutare i manager e i Ceo a migliorarsi. L’abbiamo incontrata al World Business Forum di Milano e intervistata per la rubrica Unstoppable Women
Per una startup early stage cosa è meglio, finanziamenti o team? «Il team, senza ombra di dubbio. Perché un buon team li attirerà in automatico. Uno poco coeso, invece, brucerà i soldi». Siamo partiti dal collettivo per ragionare poi di leadership in questa intervista a Carly Fiorina, incontrata a Milano durante il World Business Forum. Di Austin, Texas, è stata la prima donna a guidare un’azienda della Fortune 50 come Hewlett Packard – meglio nota come HP – che ha gestito tra il 1999 e il 2005. Nel suo passato c’è stata una parentesi italiana – ha insegnato inglese a Bologna – e la gavetta in varie realtà dove ha maturato buona parte di quel che oggi racconta in speech a livello internazionale. Il suo focus è la leadership, per i manager e non solo. «Non riguarda mai il job title, chi si è o da dove si arriva. La leadership riguarda invece il coraggio di fare cambiamenti per rendere le cose migliori, mantenendo l’umiltà e l’empatia per collaborare con gli altri».
La donna non ha rotto il soffitto, lo ha frantumato. Questo si è scritto di lei a ribadirne il ruolo nel mondo dell’imprenditoria, che ancora oggi fa i conti con una scarsa rappresentanza femminile ai vertici. «Quando sono entrata in HP la società fondata in Silicon Valley aveva già 60 anni di storia – ha spiegato nel suo speech -. Eppure perdevamo fatturato, le azioni era in calo e pure l’utile. Il laboratorio non rientrava più tra i 25 centri di innovazione più importanti al mondo. Non stavamo realizzaando prodotti nuovi. In altre parole: non andava bene». Grazie all’ascolto e al consenso è riuscita a riorganizzare, a misurare quel che ha valore e a cambiare.
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Donne leader
Il mondo imprenditoriale (e non solo) di vent’anni fa era senz’altro più maschilista. Eppure ancora oggi le donne subiscono pregiudizi. «La leadership è la stessa, non importa chi sia il leader – ha spiegato Fiorina a StartupItalia -. D’altra parte, quando abbiamo donne leader le aspettative nei loro confronti sono diverse. E, aggiungo, pure le critiche sono diverse. Un uomo al vertice che prende decisioni viene visto con ammirazione, una donna talvolta con risentimento». Secondo l’imprenditrice oggi presidente della
“I soldi costano tanto, il mondo è pieno di divisioni, le guerre continueranno. Ciò fortunatamente non cambia le opportunità”
Sempre rispetto alle donne leader, Fiorina si è concentrata anche su un altro aspetto che annebbia i giudizi e dimostra quanto ancora ci sia da fare per ridurre le discriminazioni a tutti i livelli. «Confondiamo lo stile di una donna, intendo come si veste, le sue scarpe, i suoi capelli, con la sostanza. Agli uomini invece diamo sempre il beneficio del dubbio». Nel corso del suo speech ha descritto qual è il profilo di un leader, partendo da casi non di vertice. «Sono tanti gli esempi di leadership pura. Donne senza potere, senza posizione, senza soldi, che nonostante tutto hanno cambiato l’ordine delle cose per il meglio. In modo consapevole. Questo è quel che fanno i leader. Esserlo non significa sedere in una consiglio di amministrazione, o avere tanti follower su TikTok».
Ascoltare e coinvolgere
Un leader risolve problemi, ma non alla maniera di Mr. Wolf in Pulp Fiction, in modo verticistico e dando ordini. «Quanti cda hanno commesso errori clamorosi. La ragione? Non hanno fatto le domande giuste alle persone giuste». Ad esempio ai clienti, ai consumatori, ma anche ai dipendenti, a chi lavora sui progetti e non si sente abbastanza coinvolto. «Prima di riorganizzare un’azienda, bisogna mettere nero su bianco quello che si vuole raggiungere. Prima di cambiare occorre il consenso. Questo perché la gente non ascolta quel che si dice, ma osserva quel che si fa».
“La leadership è il coraggio di fare cambiamenti per rendere le cose migliori. Mantenendo l’umiltà e l’empatia per collaborare con gli altri”
In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, spiega Fiorina, non servono sognatori, ma persone realiste. «Per affrontare le difficoltà attuali – ci dice – dobbiamo esser oggettivi su quel che sta accadendo. A volte le persone preferiscono non essere chiari. Ma oggi la situazione è la seguente: i soldi costano tanto, il mondo è pieno di divisioni, le guerre continueranno. Ciò fortunatamente non cambia le opportunità. Fare l’imprenditore è senz’altro più difficile, ma proprio per questo occorre garantire una solida value proposition». Le abbiamo chiesto dunque qual è il peggior difetto di un leader: «Non avere persone che ti dicono la verità». E il miglior pregio? «Saper bilanciare la sicurezza con l’umiltà. Un leader riconosce che non può fare tutto da solo e, soprattutto, che può sempre sbagliarsi».
Misurare l’innovazione
Tra i vari modi utili per cambiare davvero le cose c’è un’attività all’apparenza banale. «Se misuri la gente tenderà a convincersi che quel che hai misurato è importante. Se misuri l’utile ma non il servizio al cliente significa che questi ultimi non interessano». Ma come si fa a misurare l’innovazione? Lo ha spiegato nel suo speech Fiorina: «In HP siamo partiti dai brevetti. Quanti ne abbiamo e quanti ne registriamo di nuovi? Grazie a questo passaggio iniziale abbiamo posto le basi per diventare i secondi innovatori al mondo».