Dal 1° luglio 2022 le calciatrici avranno diritto (finalmente) a un contratto professionistico, con pensione e maternità
Finalmente il calcio femminile italiano fa un significativo passo in avanti verso il professionismo. Il Consiglio Federale ha adottato le norme che consentiranno l’introduzione del professionismo nella Serie A Femminile a partire dalla stagione sportiva 2022/23.
La riforma, a quasi due anni di distanza dall’avvio del suo iter, prenderà ufficialmente il via il 1° luglio 2022. “Con il Consiglio Federale di oggi abbiamo aggiunto un ulteriore tassello al nostro percorso di crescita – ha sottolineato il presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani – personalmente lo vivo come un punto di partenza, atteso e necessario, che ci spinge a lavorare con grandissimo impegno per raggiungere e garantire nel tempo la sostenibilità di tutto il nostro sistema”.
In soldoni, dal 1° luglio 2022 cambia la condizione delle giocatrici di calcio femminile in Italia, i club dovranno contrattualizzare le calciatrici con accordi professionisti che riconoscano contributi previdenziali, con un fondo di fine carriera che garantirà loro diritto alla pensione e maternità . Stipendio minimo da 26 mila euro e stadi da 500 posti per la Serie A. La riforma riguarda solo le squadre di Serie A, dalla Serie B in giù rimarrà dilettantistico.
✅ Adottate le ultime modifiche normative per il passaggio al 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊𝒔𝒎𝒐. Il calcio femminile italiano fa un altro significativo passo in avanti! #Mantovani: "Prosegue il nostro percorso di crescita"
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Cosa cambia
Con questa decisione storica la Federcalcio è, infatti, la prima federazione sportiva in Italia a riconoscere il movimento femminile come professionistico, ma solo in Serie A: dalla Serie B in giù rimarrà dilettantistico. La riforma comporterà per le 12 società del massimo campionato un aumento dei costi tra il 60% e circa l’80%, pari a circa 10 milioni di euro circa di spese in più, a fronte di una media attuale di 13 milioni, per le quali la Federcalcio potrà contribuire per circa 3 milioni. Con il passaggio al professionismo le calciatrici firmeranno contratti professionistici, grazie ai quali contributi previdenziali, versare l’Irpef e i contributi per il fondo di fine carriera, che garantiranno loro il diritto alla pensione e alla maternità.
I contratti di tipo dilettantistico smetteranno di avere validità dopo il 30 giugno e le giocatrici che non rinnoveranno potranno liberarsi. Per questo già dalla scorsa stagione diverse club di calcio femminile hanno avuto la possibilità a sottoscrivere accordi che si trasformeranno in contratti professionistici a partire dall’1 luglio 2022.
In concerto con le istanze della divisione femminile, Assocalciatori e Figc hanno fissato il salario minimo a 26mila euro lordi all’anno, sulla base delle cifre di partenza per la Serie C maschile.
Fino a oggi le calciatrici potevano stipulare degli accordi della durata massima di 12 mesi, che sia dal punto di vista economico che giuridico offriva tutele minori alle giocatrici, con un tetto ingaggi di 30.658 euro lordi a stagione che attraverso premi e indennità, potevano raggiungere somme di poco maggiori, intorno a 40mila euro lordi.
In Serie A ci sono 10 squadre che nascono dai club maschili, le altre due Napoli e Pomigliano, sono società dilettantistiche. Dal 1 luglio devono adeguare la loro forma societaria e diventare società di capitali. Per iscriversi al campionato di Serie A femminile si dovrà versare una fideiussione di 80 mila euro e avere uno stadio da almeno 500 posti, ma gli impianti sono quasi tutti adeguati. Dalla Serie B in giù resta il dilettantismo.
Le 12 squadre di Serie A incassano ognuna circa 242 mila euro da contributi pubblici, Federcalcio, diritti tv e sponsorizzazioni. Una squadra costa circa un milione di euro di gestione, costi che vanno ad aumentare. Dal governo un contributo di 3 milioni per 3 anni.
“È una giornata importante – ha dichiarato Gravina in una nota – finalmente ci sono le norme che disciplinano l’attività e l’esercizio del professionismo del calcio femminile. Siamo la prima Federazione in Italia ad attuare questo importante percorso”.
Oggi il calcio femminile ha soldi, tutele, prospettive. Ci auguriamo che presto ciò avvenga anche per gli altri sport femminili.