Due grandi passioni: il teatro e la scherma ma, prima di tutto, le storie. Erica Castiglioni (alias @IstErica), 26 anni, oggi su Instagram conta 143mila follower. La chiave vincente? Brevissimi video in cui incrocia i suoi più grandi interessi: la storia, il teatro, la recitazione e, prestissimo, spera, anche la scherma. «L’attrazione per il palcoscenico è nata da piccolissima: ho iniziato a recitare già alla scuola primaria – racconta Erica a StartupItalia – Dopo la scuola di scrittura di Virginia Woolf, che ho cominciato a frequentare post diploma, mi sono cimentata non solo sul palco teatrale ma anche su quello dei social». L’empatia e la capacità di calarsi nei panni degli altri, per raccontare le storie di personaggi in modo mai banale e con quella verve ironica che la contraddistingue (sui social e non solo), accompagna Erica sin da bambina. Ma nella sua vita non c’è solo il teatro. «Da 10 anni, con la sala d’arme Achille Marozzo, studio e pratico la scherma storica, che, talvolta, si interseca con la mia produzione creativa». Un’artista a tutto tondo, sempre pronta a mettersi in gioco e scavalcare i limiti è la storia di questa giovanissima classe ’98 nata in provincia di Vicenza che si è raccontata su StartupItalia.
Leggi anche: La giornata tipo di Elon Musk: come incastrerà il ministero dell’efficienza tra Tesla, SpaceX, X e il sonno?
Erica, questa tua passione per il teatro quando nasce esattamente?
Mi sono appassionata alle scuole elementari, la studiavo come materia scolastica due ore alla settimana. Non ci è voluto molto perché diventasse la mia materia preferita. Così, dopo la quinta, ho iniziato a frequentare un gruppo di teatro e poi ho cambiato compagnia.
Ti aspettavi che un giorno sarebbe potuto diventare il tuo lavoro?
Onestamente, no. All’inizio non ci vedevo questa prospettiva. Dopo il diploma, ho iniziato a frequentare una scuola di scrittura creativa. Volevo scrivere un romanzo, poi non è andata in porto. Oggi è abbastanza complicato emergere nel panorama dell’editoria italiana, e per me era rimasto un sogno nel cassetto. Poi ho iniziato a fare altri lavori finché, da gennaio dello scorso anno sono arrivata sui social. Il 2022 era stato un anno veramente tosto per me, psicologicamente difficile, ma quando si tocca il fondo poi ci si rialza più forti di prima.
Senza scendere nei dettagli, che cosa ti ha dato la forza di rialzarti?
Sentivo che avevo qualcosa da esprimere, e quel “qualcosa” era la mia creatività. Da una parte c’era la spinta a cercare altri lavori, ma questa mia frustrazione, che ho avuto modo di analizzare, derivava da una mancanza di espressione della mia personalità e da una carenza di comunicazione. Sentivo il bisogno di condividere ma non sapevo come farlo fino a che, a un certo punto, mi sono detta: “Ci devo provare, e ci devo riuscire”, e così sono arrivata sui social.
Per te, quindi, le piattaforme di networking hanno rappresentato una svolta?
Si, assolutamente. Mi sono servite, soprattutto, a far conoscere la mia voce, per farmi conoscere e arrivare a tante persone. All’inizio non sapevo neanche cosa potevo fare e non fare, la scrittura non emerge molto sui social, ma per me è una parte fondamentale. Nella mia testa è partito un filo conduttore che mi segue tutt’oggi e che mi dà la possibilità di essere autentica. Sui social posso decidere che cosa raccontare, quale personaggio interpretare, svincolata da qualsiasi imposizione che arriva dall’alto, così come chiunque può decidere se seguirmi o no, credo che sia uno strumento di libertà.
Che sogni hai nel cassetto?
Mi piacerebbe realizzare cose più strutturate, fare un mio spettacolo, scrivere quel libro rimasto solo un’idea. Ho tante idee sparse ma magari adesso non sono in grado di metterle in ordine. Sui social sono estroversa ma, in realtà, io sono molto introversa. E il timore che questo desiderio di esprimermi non avrebbe mai trovato espressione è stata la causa di quella chiusura di cui parlavo prima. Ho trascorso anni a non creare e non scrivere più, adesso sono una fucina di idee.
Tra le tue passioni c’è anche la scherma storica, come nasce questo interesse?
Io credo che la scherma e il teatro abbiano molte cose in comune: alle medie ero antisportiva ma lo sport mi ha dato quella spinta per avvicinarmi alla scherma storica che mi ha appassionata tantissimo. Ci ho investito molto e ancora non sono riuscita a unire queste due passioni, ma mi piacerebbe tantissimo farlo e credo che darebbe un ulteriore stimolo alla mia creatività anche attraverso nuovi canali e metodi interpretativi.
Quali credi che siano i tuoi punti di forza sui social?
La determinazione, perché non pensavo che mi caratterizzasse ma, in realtà sentivo un’esigenza impellente che era quella di trasformare un sogno in una realtà, e per farlo la determinazione è necessaria. Riuscire a emergere da creativo è complicato e la determinazione fa sì che tu ci metta tutto te stesso. Questa emerge anche nel trovare soluzioni alternative quando ti si chiudono le porte in faccia e, nonostante non si vedano subito i frutti del proprio impegno, si decida, comunque, di andare avanti senza perdere la speranza. Io spesso ho avuto la sensazione di non raccogliere frutti da quello che avevo seminato, ma ho imparato strada facendo e so che l’amore per quello che si fa è il motore di tutto. Al contrario, uno dei miei punti deboli è sempre stata l’insicurezza, che per me ha rappresentato un freno nel migliorarmi, ma sto imparando molto su come gestirla e far si che resti soltanto un lontano ricordo.