«Oltre alle mie due figlie, che sono le startup più belle e sfidanti che potessi fare, negli ultimi anni ho concentrato la mia attenzione sulle tematiche Health e ESG. Nel 2021 ho co-fondato LAMI, che permette di prenotare un medico o un infermiere a domicilio, poi, da un’esigenza personale, sono venuta a conoscenza di Circles, startup nata in Francia 4 anni fa che si occupa di aiutare quelle donne che soffrono di problemi ormonali e ginecologici legati al ciclo mestruale e alla menopausa». Chiara Frigerio per 20 anni ha lavorato nel mondo corporate, ricoprendo anche ruoli di leadership sia in aziende consolidate che in startup. Poi, un giorno, è arrivata la svolta. Prima con la nascita di LAMI e, poi, con Circles, dove oggi ricopre il ruolo di Country Manager per l’Italia. Questa nuova puntata di Unstoppable Women è dedicata alla storia di questa giovane imprenditrice che non si è mai arresa e oggi vuole aiutare altre donne in una battaglia che spesso resta celata sotto tabù ancora troppo invadenti.
Chiara, quando hai iniziato a occuparti di startup?
Sin dall’inizio della mia carriera ho sempre avuto uno spirito imprenditoriale e sono andata cercando soluzioni innovative per far crescere le aziende. Ho sempre provato a creare un impatto positivo sia per la società che nel settore aziendale. Così ho partecipato a diversi programmi di mentorship, appunto, come mentor, tra cui Cherie Blair Foundation for Women, Young Women Network e Inspiring Women Network della Camera di Commercio Francia-Italia. È stato a Londra che ho iniziato a esplorare il mondo delle startup.
Perché a Londra?
Mi trovavo lì perchè stavo studiando in un master di Visual Anthropology. Dopo la laurea in Lettere, Filosofia e linguaggio dei media all’Università Cattolica di Milano, la mia città natale, ho deciso di spostarmi all’estero, verso nuovi confini e nuove esperienze. A Londra ho trovato terreno fertile per il mio spirito imprenditoriale e nel 2005, quando avevo 26 anni, sono entrata a far parte di The Business Channel, un canale TV su Sky. Quella è stata la mia prima esperienza da manager e da lì è stato tutto un crescendo.
Poi che cosa è successo?
Dopo 4 anni di lavoro in startup a Londra, ho deciso di tornare in Italia. Tra le esperienze più importanti che ho fatto, sempre nel mondo media e broadcasting, ci sono quelle in RCS MediaGroup e ItaliaOnline, rispettivamente come Marketing content manager e producer e head of brand partnership. Già in quegli ambienti curavo progetti imprenditoriali. Ad esempio, in RCS mi sono occupata di una startup interna e in ItaliaOnline ho creato una business unit. Per questo mi definisco una “startupper per vocazione”.
E poi e nata LAMI?
Esattamente, era il 2021, e assieme ad altri colleghi abbiamo voluto dare vita a una realtà che secondo noi avrebbe potuto rappresentare una volta nel settore dell’healthcare. Si tratta di una piattaforma di Health Delivery che permette di prenotare in app visite, consulti ed esami medici a domicilio. Poi, dal 2023, sono diventata strategic advisor di Lably – Upacjenta. Anche questa realtà lavora nel solito ambito e permette di prenotare gli esami del sangue a domicilio.
E adesso sei in Circles?
Si, sono venuta a conoscenza di Circles non tanto tempo fa. Questa impresa nata 4 anni fa in Francia ha già riscosso un grande successo. Fondata da Margaux Aliamus punta a risolvere alcuni problemi femminili dettati soprattutto dal ciclo mestruale e dalla menopausa e collegati, ad esempio, all’acne, a scompensi ormonali, a fastidi ginecologici. Dopo una lunga ricerca scientifica svolta al fianco di ginecologi, fisioterapisti, farmacisti, naturopati e nutrizionisti, Circles ha messo a punto alcuni integratori alimentari in capsule, infusi e bevande, ideati proprio per contrastare alcuni di questi disturbi.
Che cosa ti ha attirato di questa realtà?
Come l’88% delle donne, ho provato sulla mia pelle molti dei sintomi comuni legati, appunto, al ciclo mestruale. Da dolori devastanti durante i primi anni fino a sconvolgimenti vari dopo l’interruzione della pillola… Tutto questo è successo senza che io fossi a conoscenza delle possibili cause e – soprattutto – delle possibili soluzioni, se non analgesici e pillola. Si tratta di un argomento che nel nostro Paese è ancora troppo spesso considerato un tabù e anche tra le giovanissime c’è, purtroppo, poca informazione. Poi sono diventata mamma di due bambine e ho pensato che le mie figlie non avrebbero dovuto incorrere in tutte queste domande senza risposte come è successo a me.
Come hai vissuto, quindi, il passaggio da startupper a mamma-imprenditrice?
Per me è stata una tappa ‘naturale’ e, al tempo stesso, un salto quantico. Un’esperienza trasformativa sotto molti punti di vista (non a caso, ironicamente, nomino le mie figlie come le mie due più importanti startup). Prima di diventare madre, ero già abituata a gestire team e progetti complessi, ma con l’arrivo delle bambine, ho scoperto, come credo spesso accada, un nuovo tipo di sfida e di responsabilità che ha ridefinito il mio modo di lavorare e di vedere il mondo.
In che cosa, più di altro, ti senti cambiata?
Nella costante necessità di trovare un equilibrio tra la crescita personale e professionale e la cura delle mie figlie. Le competenze di leadership e gestione del tempo hanno dovuto evolversi ad un ‘livello di gioco’ successivo, e viceversa, Ciò che imparo ‘a casa’ cerco di trasformarlo in valore nel mio mondo da imprenditrice e manager. Oggi sono più determinata che mai a creare un impatto positivo sia sul piano professionale che personale.
In futuro come e dove ti vedi?
Sicuramente proseguirò il mio percorso evolutivo di imprenditrice e mamma ‘imperfetta’ focalizzandomi sulla ‘purpose’ e sull’impatto che posso dare al mondo che mi circonda. La strada è, senza dubbio, ancora lunga ma sono convinta di essere sul binario giusto.