Entrare nel mondo di Federica Santini significa scoprire una leader determinata, una innovatrice nel settore dei trasporti e un’ispirazione per molte donne, ma non solo. Dal 2018 guida Trenord, la seconda azienda di mobilità italiana, con una determinazione e una passione che traspare quasi immediatamente. La sua carriera, ricca di successi e sfide, è un esempio di come l’innovazione e la leadership possano andare di pari passo. Abbiamo chiesto a Federica di raccontarci il suo viaggio professionale, le sfide affrontate e i sogni per il futuro. E ovviamente qualche consiglio.
Se guardiamo al curriculum, la sua carriera è davvero impressionante e ricca di traguardi raggiunti. Partiamo dall’inizio: come si è avvicinata a questo mondo e dove è iniziata la sua passione per il settore dei trasporti?
Sono entrata nel gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nel 2016, come Direttore Strategie di Trenitalia, sono stata il più giovane c-level della storia dell’azienda. Provengo dal mondo della consulenza, e Ferrovie era stata un mio cliente importante per molto tempo. A un certo punto ho sentito il bisogno di vedere concretamente l’output del mio lavoro, essere parte di un processo industriale. Oggi, quando vedo un treno entrare in stazione, mi sento parte di quello che è servito per portarlo fin lì. Questo desiderio di sentirsi attiva in qualcosa di concreto e utile alla collettività è stato il motore che mi ha spinto in questa direzione.
Dal 2018 è Presidente di Trenord, una delle principali aziende di mobilità in Italia. Quali sono state le sfide più significative che ha affrontato in questo ruolo e come le ha superate?
La pandemia di Covid-19 è stata sicuramente una delle sfide più grandi. Abbiamo dovuto riprogrammare il servizio una dozzina di volte nei primi mesi, per venire incontro alle esigenze costantemente mutevoli, pur garantendo il servizio pubblico: è una rivoluzione, se si pensa che tradizionalmente la ferrovia prevede due “cambi orari” all’anno. Questo shock ha accelerato alcuni processi di innovazione che avevamo già in corso, come l’implementazione di canali digitali e il miglioramento dell’app per monitorare i livelli di riempimento dei treni. Inoltre, abbiamo lanciato il Progetto Darwin, che utilizza i big data per programmare i servizi di trasporto in base alla domanda reale. Questo approccio ci ha guidati nel confronto avuto con Regione Lombardia in vista del nuovo Contratto di Servizio – per la prima volta decennale – che pone come caposaldo l’analisi della domanda. L’obiettivo finale è garantire il treno dove serve, quando serve, realizzando una vera integrazione fra modalità di trasporto, in ottica di sostenibilità.
Da marzo 2022, ricopre anche il ruolo di Head of International Business Development del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Chairwoman of the Supervisory Board di Netinera GmbH, ed è anche Vice Presidente di Agens – (Confindustria settoreTrasporti) con delega alla Diversity and Inclusion. Come riesce a conciliare questi incarichi anche internazionali con il suo ruolo in Trenord? Come è composta una sua giornata tipo?
La mia giornata tipo è sempre diversa in realtà. Da quando sono genitore, il mio obiettivo è quello di cercare sempre di non dormire fuori casa, se possibile, per essere presente per mio figlio. Molto spesso non riesco, ma ci provo sempre. Cerco poi di condividere tutto con il mio team, mettendoli nelle condizioni di avere una visione a 360 gradi di quello che facciamo. La conciliazione è una sfida continua, ma ho imparato a essere un po’ indulgente con me stessa e ad accettare le imperfezioni.
In un settore storicamente dominato dagli uomini, come ha vissuto la sua esperienza di leadership femminile?
Essere una leader femminile è indubbiamente una sfida. Cerco sempre di essere trasparente e inclusiva. Ho avuto la fortuna di incontrare mentori generosi e di crescere in un ambiente che valorizza il lavoro di squadra. Se guardo alla mia esperienza, credo che tanto sia stato fatto, ma tanto sia ancora da fare. Non penso solo ai livelli apicali, ma anche alle misure che agevolano il percorso per raggiungerli. E credo fermamente che chi ci è arrivato, a quei livelli, debba poi farsi portavoce delle esigenze altrui, e non preoccuparsi solo di custodire gelosamente quanto ottenuto. Mi spinge la convinzione che l’altro sia una ricchezza, e che l’inclusione sia quindi fondamentale per il successo a lungo termine di qualsiasi organizzazione.
Quanto è stato importante per lei questo supporto da parte dei suoi mentori e come cerca di restituire quanto ha ricevuto?
I mentori che ho avuto sono stati fondamentali nel mio percorso. A volte, pensando a loro, le chiamo le mie fate madrine. Mi hanno insegnato l’importanza di essere generosi nella managerialità e di non essere gelosi del proprio ruolo. Credo che chi ha successo abbia la responsabilità morale e sociale di aiutare gli altri a crescere. Più di recente però mi sono resa conto che è vero che è molto importante chi incontri sul tuo cammino, ma allo stesso modo è importante anche chi eviti, chi decidi di non incontrare più.
L’innovazione è un tema centrale per Trenord e per il settore dei trasporti. Quali sono le iniziative più innovative che ha promosso e su cui state lavorando?
Con progetti come Darwin Trenord sta ridefinendo il futuro del trasporto pubblico, rendendolo più efficiente e rispondente alle reali esigenze delle persone. La mobilità è un diritto fondamentale e noi abbiamo la responsabilità di garantire che questo diritto sia accessibile a tutti, con servizi che rispondano realmente alle necessità dei cittadini. Utilizzando i big data, possiamo programmare i servizi di trasporto in base alla domanda reale, e avviare un dialogo con gli altri attori del sistema della mobilità e invitarli a ragionare in ottica sempre più integrata. Abbiamo poi creato una nuova struttura dedicata all’innovazione, che lavora strettamente con il mondo delle startup. Le startup sono cruciali per portare nuova linfa e idee in un mestiere antico come la ferrovia, e stiamo cercando di costruire un modello di open innovation che coinvolga tutta l’azienda.
Guardando al futuro, quali sono i suoi sogni e obiettivi per Trenord e per il suo ruolo nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane?
Il mio sogno è continuare a crescere e migliorare, sia come professionista che come individuo, e a imparare dalle persone con cui lavoro. Per Trenord, voglio garantire un servizio sempre più efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini, nella regione più mobile e industrializzata del Paese. A livello internazionale, il mio obiettivo è lavorare per supportare l’espansione del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nei mercati esteri, portando innovazione e sostenibilità nei nostri progetti.
Ci sono dei consigli che si sente di dare a chi vuole intraprendere una strada come la sua?
Il consiglio che darei è di voler bene alle proprie imperfezioni e di migliorarsi senza snaturarsi. La perfezione non esiste, né nel lavoro né nella vita personale. Bisogna accettare l’imperfezione per essere felici, o almeno sereni. Inoltre, cercate mentori che vi ispirino e supportino, e siate sempre pronti a restituire quanto avete ricevuto, promuovendo un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo.