Marco Landi è stato top manager di Apple. Oggi si dedica alla crescita delle startup come con il suo fondo Atlantis Ventures. E lunedì ha deciso di investire in The Box Company, startup pugliese. Ecco come è andata
Cosa sia successo davvero quella sera di aprile in Costa Azzurra, sulle colline intorno a Nizza, quando Roberto Calculli, founder di The Box Company (The BC), è riuscito a convincere Marco Landi, ex numero due di Apple, a entrare nella sua startup e a diventarne il presidente è assai complicato saperlo. Quale sia la scintilla, il feeling che si è creato in pochi minuti. Quello che si sa è che i due non si erano mai visti prima. Qualche contatto, una telefonata, e un invito a cena nella casa francese dell’ex chief operating officer mondiale dell’azienda di Cupertino. E un paio d’ore passate insieme che hanno di fatto creato quella che i due definiscono «un’alchimia unica». E se tutto è andato per il meglio pare sia anche merito di un menu particolare. E dei sapori della cucina pugliese.
Calculli ha 44 anni e nel 2013 ha lasciato la sua vecchia azienda per dedicarsi a ciò che lì non riusciva a fare. Un progetto di mobile advertising che sfruttasse a pieno le potenzialità degli smartphone. «Per me tutto è cambiato dal 2007, da quando Steve Jobs ci ha detto che col cellulare potevamo fare davvero tutto. Che era come avere il mondo in tasca. Da allora in poi ho cercato di lavorare a quello che come azienda potevamo fare per sfruttare la potenza dell’iPhone». Ciò che pensa di fare nel 2012 è una cosa piuttosto semplice: creare soluzioni per ottimizzare la pubblicità su smartphone attraverso sms.
Leggi qui l’intervista a Marco Landi: «Ho investito in startup italiane perché sono l’unico futuro per questo paese»
Ovvero? Se un’azienda ha un’offerta per un cliente nell’sms deve essere embeddato un link che rimanda ad una landing page pensata per mobile dove senza allargare né restringere le immagini si sappia tutto e subito dell’offerta per non disperdere l’attenzione del cliente. Un mondo nuovo e ancora in larga parte inesplorato. Ma con i soci non trova l’accordo sulla necessità di dedicare tempo e investimento in questo settore. Lui ci crede e decide di farlo da sé. «Lascio l’azienda e lancio la mia prima startup proprio nel momento in cui di startup si cominciava a parlare sul serio in Italia». Ci riesce. Ed oggi The Box Company è tra le startup italiane che sono riuscite a fatturare più di un milione di euro e conta circa 17 tra dipendenti e collaboratori. Tutti con sede a Bari. A Gioia del Colle per la precisione. «Abbiamo deciso di lasciare qui la sede di sviluppo, mentre quella amministrativa è a Gravina di Puglia e abbiamo un hub internazionale a Barcellona».
Cosa fa esattamente The Box Company
La particolarità di The Box Company rispetto alle altre aziende di mobile advertising in Italia e nel mondo? «Che siamo nati mobile first. Nella nostra soluzione per sms mettiamo dei link con landing page fatta ad hoc per essere visualizzata perfettamente su smartphone». Le cose funzionano. Secondo i dati pubblicati dall’azienda, dopo un primo semestre nel 2013 con un fatturato di 250 mila euro, il semestre successivo arriva a 500 mila euro e a un milione nel 2014. «Nel 2015 stiamo riportando lo stesso trend di crescita degli scorsi anni e il primo semestre abbiamo registrato una crescita del 100% su quello precedente».
Una crescita del fatturato del 100% l’anno
Gli ordini ci sono, sono tanti, e arrivano da tutto il mondo: «La cosa sorprende anche noi, siamo nati internazionali ma senza che lo volessimo. Abbiamo subito cominciato a lavorare tantissimo all’estero, dalla Romania in Brasile e tanto dagli Usa. Oggi da lì arriva il 20% degli ordini». Loro vendono software a clienti che poi gestiscono a loro volta le licenze verso i commercianti e gli utilizzatori finali. Ad oggi usano prodotti The Box Company 250 rivenditori che li rivendono a circa 8mila partite Iva.
Questo dato e l’uscita dell’ultimo prodotto nato in casa The Box Company, Storytelling, sono le cose che hanno portato Marco Landi a credere nella startup. E portare a termine in pochi mesi il su 9 investimento da quando ha cominciato a fare il venture capital. «Con Roberto Calculli c’è stata subito intesa» ricorda Landi. «Ci siamo incontrati a cena, gli avevo chiesto quasi per scherzo di portare le orecchiette pugliesi. Ma le ha portate davvero. Unica mia pretesa sul menu è stata il Brunello di Montalcino, il vino della mia zona». Orecchiette al merluzzo «mangiate rigorosamente col cucchiaio», Brunello, pasta tipica e software per mobile advertising. Il mix c’è, l’alchimia pure, e dopo un mese arriva l’investimento che si scommette cambierà la vita della startup.
La storia di Marco Landi in Apple
Senese, Landi ha guidato Apple durante gli anni più difficile dell’azienda. Tra il 1995 e il 1998. Fu lui tra quelli che volle il ritorno di Steve Jobs. «Forse allora non lo capivo bene ma col senno di poi è stato un personaggio di una creatività ineguagliabile». Nel 2001 decide di lasciare gli Usa e tornare in Italia. Qualche anno in giro per il mondo con la moglie e poi fonda Atlantis Ventures con alcuni ex top manager americani e decidono di investire in startup. In Italia è al su o quarto investimento. «Perché investire in Italia ora? Ci sono le condizioni, le idee e le potenzialità per fare business. Perché non farlo? Roberto poi mi è sembrata una persona esplosiva, convincente. Li aiuterò a scalare a livello internazionale e ad aprirsi quanto prima alle aziende della Silicon Valley».
Speranza condivisa da Calculli. «Più che i soldi di questo investimento, quello che ci interessa è quello che Landi può portare alla nostra startup in termini di link e incontro tra esperienze diverse. A settembre il nostro cda gli chiederà di essere presidente onorario della nostra startup. Il segreto del nostro successo è aver saputo mettere insieme persone e idee e farne un mix unico. Landi è l’ingrediente che farà diventare questo mix davvero esplosivo».
Arcangelo Rociola
Twitter: @arcamasilum