Tra pinguini (che sembrano delfini), ombrelloni e sedie a sdraio si è svolta la 4a edizione del Pitch On The Beach. Organizzato dall’incubatore I3P di Torino, l’evento ha messo in contatto le startup con oltre 200 curiosi e appassionati.
Tra pinguini (che sembrano delfini), ombrelloni, sedie a sdraio e un clima di festa, si è svolta la quarta edizione del Pitch On The Beach, la spiaggia dell’innovazione torinese. Organizzato dall’incubatore I3P, l’evento ha dato spazio, come ogni anno, alle realtà incubate all’interno del treatabit, il programma di supporto per startup digitali.
Gli ospiti
A fare gli onori di casa è stato Marco Cantamessa, Presidente di I3P: «In questa quarta edizione sono ben 32 le startup che si presentano a curiosi, studenti e appassionati. Abbiamo registrato un boom di iscrizioni all’evento, ben 200, un record».
L’ospite di quest’anno è Luca De Biase, giornalista de Il Sole 24 Ore, scrittore ed esperto d’innovazione. Il suo giornale ha deciso di investire in 18 giovani per raccontare i territori dell’innovazione in Italia, compreso il Piemonte: «Il problema che si affronta quando si raccontano i territori è come riuscire a distinguere la fuffa dalla vera innovazione».
De Biase ha dialogato con l’imprenditore torinese Marco Peretti, che ha dato la sua formula per avere successo: «Non farsi limitare dai confini geografici e cercare qualcuno che ne sappia più di te» e con Cristiano Esclapon, fondatore di Club Italia Investimenti 2: «L’unico aspetto che ci interessa è la crescita, e non parlo necessariamente di fatturato. Può riguardare, ad esempio, il traffico generato, il numero di utenti o di download delle app: l’importante è che accada qualcosa».
Le 6 startup del Pitch On The Beach
Un pitch anomalo, condotto dalle tre borsiste di Nova (Elena Sparacino, Sara Perro e Josephine Condemi), che ha visto i protagonisti delle startup prenotarsi alle domande, spiazzanti e divertenti, utilizzando oggetti assai rumorosi. Come in un quiz televisivo. Uno stratagemma che rientrava perfettamente nello spirito dell’evento e che ha reso più sopportabile il caldo di una serata di festa.
Fanceat: offre una serie di magic box (“siamo i lego del cibo”) piene di prodotti genuini per cucinare ricette diverse dal solito (carne, pesce e vegetariano). Dentro ogni scatola c’è l’occorrente per un pasto per due persone composto da due portate, una bottiglia di vino, ricette e accessori. Tutto da ricomporre.
Adamo: È una piattaforma di contabilità, gestione e collaborazione per professionisti e piccole-medie imprese che permette di “dematerializzare” l’ufficio. Ha scelto questo nome seguendo il concetto de “il primo uomo della tua impresa”.
Laces: sta dando vita una web community dove gli sportivi (e gli appassionati) possono iscriversi a lezioni di fitness su misura, fuori dalle palestre. Gli strumenti necessari sono tutti contenuti all’interno di uno zaino sviluppato ad hoc e le lezioni sono tenute da professionisti.
YouDroop: piattaforma e-commerce per il dropshipping all’ingrosso che mette in collegamento fornitori e rivenditori semplificando il lavoro di entrambi.
Waterview: tramite una tecnologia innovativa, chiamata SmartRain, questa startup vuole misurare la reale intensità della pioggia al suolo. Per farlo basta scattare una semplice fotografia.
Fellfil: Il progetto Fe’l.Fil, completamente “open”, permette ai maker di auto-prodursi a casa i filamenti per la stampa 3D, riciclando scarti e abbattendo costi. Un occhio all’ambiente, uno al portafogli.
Negli spazi verdi del Politecnico sono stati allestiti, inoltre, banchi, gazebo e postazioni per molte delle realtà presenti all’interno del treatabit. Un’occasione da non perdere per scambiarsi informazioni, bigliettini da visita e raccontare quello che è stato fatto e quello che, dopo l’estate, diverrà realtà.