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L’intelligenza artificiale al servizio della qualità del suolo: la startup tutta italiana Abit Agritech sta portando un passo oltre le analisi del terreno che le aziende agricole abitualmente fanno. Abit Agritech analizza campioni di suolo concentrandosi sulla biodiversità al suo interno e, tramite gli algoritmi, correla i risultati con dati meteo e dati satellitari. In questo modo è in grado di attribuire a quella determinata azieda agricola una classe di qualità del suolo e un indice di biodiversità. Fornisce poi un monitoraggio continuo e supporto alle decisioni per migliorare la biodiversità del suolo.
Anche per questo, Abit Agritech ha vinto la prima edizione di SyngenTalent e ora, con sei mesi di mentorship alle spalle curati da Syngenta Italia, è pronta ad affrontare il mercato: «Grazie al tutoraggio si Syngenta siamo cresciuti molto, sia come azienda, sia personalmente. È stato un viaggio che ci ha trasformati», ha raccontato Chiara Antonucci, Ceo e co-fondatrice di Abit Agritech a StartupItalia. La call4ideas, ideata da Syngenta Italia, una delle principali aziende al mondo dell’industria agro-alimentare, puntava a promuovere l’innovazione nell’ambito dell’agricoltura 4.0 e a creare un network fra industria e imprenditorialità emergente. Con la vittoria della call, Abit Agritech si è garantita 50mila euro di finanziamento, tra formazione, mentorship e sostegno economico dedicato.
SyngenTalent punta sull’innovazione in agricoltura
«SyngenTalent è stata una sorpresa – ha detto Massimo Scaglia, AD di Syngenta Italia a StarupItalia – C’è stata una grande adesione, abbiamo avuto 70 partecipanti e non ce l’aspettavamo. In ottica di open-innovation, abbiamo voluto esporci al contatto con chi fa innovazione. Spesso il fermento, le iniziative, nascono da piccoli gruppi di persone. All’agricoltura servono soluzioni innovative. C’è la necessità di soluzioni fruibili per i nostri agricoltori, in modo che la sostenibilità ambientale si coniughi con quella economica. Abbiamo cercato di essere di supporto ad Abit Agritech, in modo da fare maturare il team rispetto ad alcune tematiche che riguardano per esempio il marketing e il mercato. Abbiamo poi voluto creare per loro contatti esterni che possono essere utili in futuro, anche per trovare nuovi finanziamenti».
Abit Agritech, una soluzione smart per la biodiversità del suolo
Abit Agritech è stata fondata da un team composto di 4 giovani under 35 ed è nata con lo scopo di valorizzare il suolo. Il sistema messo a punto analizza le relazioni tra suolo, condizioni ambientali e tipologia di agricoltura praticata e lo fa appunto facendo leva sull’intelligenza artificiale. Per fornire i consigli utili a migliorare l’indice di biodiversità e la classe di qualità del suolo attribuiti, è stata creata un’app dedicata.
«Biodiversità e salute del suolo sono parole che si sentono pronunciare sempre più spesso. Noi di Abit Agritech – ha spiegato Chiara Antonucci a StartupItalia – abbiamo unito le due cose e quindi parliamo di biodiversità funzionale alla salute del suolo. Analizziamo la struttura del suolo e quanto questo sia diversificato al suo interno, in termini di biodiversità. Quello che distingue le nostre analisi rispetto alle classiche è la capacità di vedere come è composta la sostanza organica. I dati sono poi correlati anche con analisi più tradizionali che riguardano caratteristiche fisico-chimiche».
Ogni forma vivente presente nel suolo ha una sua funzione, ecco perché è importante conoscere l’identità delle forme di vita presenti nel terreno: «Con l’indice di biodiversità siamo in grado di dire quali animali, insetti, microrganismi siano presenti in quel suolo, in che quantità e quali siano le azioni che svolgono. Possiamo così capire se ci sia qualche categoria mancante. Su questa analisi basiamo i nostri consigli per migliorare. L’indice di biodiversità e la classe di qualità così assegnati possono essere fatti valere verso terzi per ottenere una certificazione».
I suoli europei si sono impoveriti
Il suolo è la ricchezza più grande per gli agricoltori. Senza suolo non è possibile coltivare in modo da produrre cibo per persone e animali e fibre naturali. Il suo ruolo è centrale e svolge molte funzioni, per questo si dice che offre servizi ecosistemici: filtra le acque, è un bacino di biodiversità, nel suolo è accumulato carbonio. È vita eppure, secondo un report preparato per la Commissione Europea e datato 2020, circa il 60-70% dei terreni dell’Ue non è in buona salute. Per quanto riguarda l’Italia, l’ultimo rapporto di Re Soil Foundation afferma che il 47% dei suoli italiani non svolge le sue funzioni ed è quindi in cattiva salute.
«Una volta che si spiega agli agricoltori l’importanza della biodiversità, loro sono recettivi. Aumentarla e aumentare la sostanza organica vuol dire aumentare la fertilità, la resilienza contro parassiti e malattie e potenziare la capacità di sequestrare carbonio», ha detto ancora Chiara Antonucci. Da sempre Syngenta è sensibile verso la tematica della tutela del suolo e negli ultimi anni il paradigma dell’agricoltura rigenerativa è diventato centrale per la multinazionale: «Non c’è ancora una data per la prossima SyngenTalent ma l’agricoltura rigenerativa fa da sfondo a moltissime delle nostre iniziative – ci ha detto Massimo Scaglia, Ceo di Syngenta Italia. Credo che le prossime edizioni della call4ideas non potranno che avere l’agricoltura rigenerativa come tema. Vogliamo finanziare innovazione che vada in quella direzione e che possa portare anche occasioni commerciali di collaborazione».
«Ai ragazzi dico: siate curiosi e pronti a collaborare»
Per Abit vincere SyngenTalent è stata un’occasione importante e guardando ai ragazzi che stanno finendo il percorso universitario e che hanno idee, Chiara Antonucci consiglia: «Bisogna rimanere sempre curiosi. Per quanto riguarda l’agricoltura, stare vicino agli agricoltori è fondamentale. Facendo innovazione, bisogna saper cercare il giusto equilibrio fra tecnologia al servizio della sostenibilità ambientale e le altre componenti della sostenibilità, compresa quella economica. In più, dopo questa esperienza con Syngenta Italia, voglio spronare i ragazzi a restare aperti alle collaborazioni. Collaborare con una grande azienda ti fa crescere». «Noi – ha concluso Massimo Scaglia – ci siamo spesso domandati come riuscire ad attirare nuovi talenti in Syngenta, soprattutto ci piacerebbe aumentare la componente femminile. SyngenTalent è solo una delle nostre iniziative, collaboriamo spesso con Università e centri di ricerca. Con l’innovazione vogliamo trasformare l’agricoltura di oggi e di domani. È una sfida e confrontarsi con giovani talenti aiuta a vincerla».