Mancano pochi giorni per SIOS24 Summer “Intelligenze Multiple”, in programma il 20 giugno a Roma, negli spazi del Gazometro di via Ostiense. Nella nostra marcia di avvicinamento intervistiamo oggi uno dei pionieri nell’ecosistema delle startup italiane, Luigi Capello, Ceo di Zest Group.
SIOS24 Summer “Intelligenze Multiple”: registrati e prendi i biglietti
Secondo Capello i numeri non esaltanti degli investimenti di questi primi sei mesi non devono spaventarci. Se da un lato è vero che scontiamo una partenza ritardata rispetto ai principali paesi europei, dall’altro, c’è da restare ottimisti per varie ragioni: «Ci sono tante possibilità ancora inespresse, come le Casse di Previdenza e i Fondi Pensione che investono ad oggi solo l’1% in venture capital, ma se si trova una chiave normativa il loro apporto può essere un moltiplicatore straordinario per il mercato. E poi, un altro aspetto che contribuisce al mio ottimismo è vedere l’interesse crescente dei fondi internazionali che guardano sempre di più alle startup italiane, come avvenuto in recenti operazioni che hanno coinvolto delle nostre partecipate», racconta Capello a StartupItalia.
Potenziale inespresso nell’AI
Nell’intervista a Capello ricorre spesso l’espressione potenziale inespresso riferito al nostro ecosistema, soprattutto verso tecnologie che stanno rapidamente prendendo il sopravvento sulla vita di tutti, come l’intelligenza artificiale.
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Capello ci ricorda come Zest abbia lanciato un programma di accelerazione dedicato all’AI, “il primo a nascere in Europa”: «C’è talento e stoffa per creare nuove imprese e non essere solo un Paese di fruitori, ma di sviluppatori di queste tecnologie. Certo, nei principali ecosistemi europei anche tanti talenti italiani riescono a sviluppare prima queste tecnologie, perché hanno il vantaggio di poter raccogliere più capitali, più velocemente. Il nostro Paese ha bisogno di una politica industriale più decisa sul venture capital come motore di sviluppo di innovazione e, di conseguenza, anche sull’AI», sottolinea Capello.
Lazio, non solo Zest
Proprio Roma sarà la sede del prossimo SIOS24 Summer “Intelligenze Multiple”, in programma il 20 giugno a Roma, negli spazi del Gazometro di via Ostiense. Ed è anche per questo motivo che non può mancare una domanda sull’ecosistema di innovazione del Lazio, che vede in Capello uno degli attori determinanti per la crescita nei numeri, nella consapevolezza e nella qualità delle startup della regione, prima con LVenture e ora con Zest, nato dalla dalla fusione di LVenture e Digital Magics (ne parliamo qui): «Negli ultimi tre, quattro anni gli sforzi di alcuni pionieri, tra cui noi Lazio Innova, IAG, stanno dando i loro frutti. Sono nate molte iniziative che hanno come protagoniste anche grandi corporate. Eni ha avviato interessanti attività di Open Innovation, ADR ha lanciato il suo hub dell’innovazione, Terna ha avviato un fondo di venture capital e anche il gruppo SACE sta mostrando grande interesse nel settore e ha recentemente chiamato a raccolta 20 fondi italiani di venture capital per studiare potenziali collaborazioni», evidenzia Capello.
Determinante per lo sviluppo dell’ecosistema laziale la creazione di una filiera, con la presenza di università, centri di ricerca, che investono in nuove tecnologie e grandi corporate quotate: «Sono nati nuovi fondi di venture capital come Lumen, Scientifica, Deep Ocean, nuovi club di business angel, sono partite iniziative istituzionali di valore come la Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma. Questo dimostra che si è lavorato bene per creare la filiera iniziale, e dare la possibilità alle startup di trovare i primi finanziamenti seed, mentre alcuni settori storici stanno crescendo tanto, penso al mondo della mobilità, con il supporto di ADR, al fintech con SACE, alle biotecnologie con il grande apporto della ricerca, al cleantech con Eni e anche alla cybersecurity, mentre nuovi settori si stanno sviluppando velocemente, come il Deep Tech. Si tratta di un ecosistema molto variegato», conclude Capello.