In Europa e in Medio Oriente il 10% delle corse prenotate è gestito dai tassisti
A partire dai primi mesi del 2024 a Londra i clienti di Uber potranno trovare sull’app anche i taxi. La novità è stata annunciata di recente dalla società americana che ha rivoluzionato il settore della mobilità. Secondo TechCrunch questa novità conferma quel che sta accadendo in altre città del mondo, dove Uber starebbe guadagnando terreno rispetto ai taxi. Se in Italia abbiamo assistito negli anni a ripetute proteste da parte della categoria – infatti il servizio Uber non è mai decollato – anche Oltremanica il clima non sembra dei più distesi: Steve McNamara, portavoce della Licensed Taxi Drivers’ Association, che rappresenta 10mila autisti, ha dichiarato che la sigla non è interessata a «infangare il nome dell’iconico e famoso taxi nero di Londra allineandolo a Uber, ai suoi scarsi risultati in termini di sicurezza e a tutto ciò che ne consegue».
Per quanto è dato sapere finora è facoltà dei singoli tassisti di Londra l’iscrizione al servizio Uber. Una volta registrati riceveranno le prenotazioni per le varie corse. Come forma di incentivo le commissioni da pagare alla Big Tech saranno dello 0% nel primo semestre, per poi aumentare agli attuali valori (20/30%). Dati di qualche anno fa riferiscono che nella capitale UK Uber abbia una rete di circa 45mila autisti. Resta da capire quanti tassisti a Londra sceglieranno di iscriversi a Uber. Non si tratta del primo accordo con i taxi: esempi simili si trovano a Los Angeles, New York , Parigi e Roma. Stando ai numeri riferiti dalla società tra Europa e Medio Oriente il 10% delle corse complessive prenotate sull’app è gestito dai tassisti.