L’artista Daniela de Paulis con un astrofisico e un informatico ha ideato la prima performance spaziale “A sign in Space”. Obiettivo: sensibilizzare il pubblico sui temi scientifici. Chi riuscirà a decodificare il finto messaggio in lingua aliena? Il guest post dell’astrofisica Patrizia Caraveo
Secondo autorevoli sondaggi, circa il 65% degli adulti americani crede che esistano civiltà extraterrestri intelligenti. Non stupisce, quindi, che il programma SETI (Search for ExtraTerrestrial intelligence) possa continuare proprio grazie a finanziamenti privati. Il canale di comunicazione più esplorato è quello radio, anche se non abbiamo assolutamente idea di che tipo di tecnologia possano utilizzare altri putativi esseri intelligenti che saranno sicuramente diversi da noi. In verità, la ricerca è complicata dal fatto che noi non sappiamo affatto cosa cercare e dove cercarlo, ma questo è il grande fascino dell’ignoto. In sessant’anni di ascolto non abbiamo ancora rivelato un segnale, ma non bisogna perdersi d’animo. E’ certamente presto per gettare la spugna, sappiamo che nella nostra galassia ci sono centinaia di miliardi di pianeti, quindi è ragionevole aspettarsi che, da qualche parte, si sia sviluppata qualche forma di vita. Tuttavia, anche se fino ad ora non sono state trovate trasmissioni artificiali è bene non farsi cogliere impreparati e quindi è giusto chiedersi cosa succederebbe se si ricevesse un segnale. Come ci si potrebbe organizzare per cercare di capire il significato? Vi ricordate di Contact, con Jodie Foster alle prese con un misterioso segnale radio e con tutte le conseguenze politiche della decodifica? Per chiarirsi le idee, la cosa migliore da fare è organizzare una prova generale. Così è nato A sign in space.
Il titolo è un omaggio a Italo Calvino che ha intitolato uno dei racconti delle sue Comicomiche Un segno nello spazio. Un modo originale di rendere omaggio al grande scrittore del quale celebriamo il centenario della nascita. In verità, A sign in space è un progetto a cavallo tra arte e scienza. E’ stato concepito da Daniela de Paulis, un’artista multimediale, oltre che operatrice di antenne radio, che, per la sua performance, è riuscita a mettere insieme una squadra di tutto rispetto che comprende l’Agenzia Spaziale Europea, Istituto Nazionale di Astrofisica, insieme a tre grandi radiotelescopi sparsi tra Stati Uniti ed Italia.
I sostenitori del progetto
Daniela de Paulis, insieme a un astrofisico e un informatico, ha preparato un messaggio segreto che è stato trasmesso dal satellite Trace Gas Orbiter (TGO, dell’ESA), che orbita intorno a Marte, alle 19 UTC del 24 maggio. Ci è voluto circa un quarto d’ora perché il messaggio coprisse le distanza tra Marte e la Terra dove ha trovato tre grandi orecchie pronte ad ascoltarlo: parliamo della schiera di antenne che formano lo Allen telescope operato dal SETI Institute in California, del radio telescopio del Green Bank Observatory in West Virginia e dell’antenna da 32 m di diametro a Medicina, vicino a Bologna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La ricezione del segnale, reso immediatamente pubblico, ha segnato l’inizio della corsa alla decodifica. Per permettere agli utenti di confrontarsi era stato predisposto un canale sulla piattaforna online Discord che ha raccolto cinquemila adesioni. Per prima cosa è stato necessario isolare il messaggio all’interno del pacchetto dei dati ricevuti. Ci è voluta circa una settimana per scovare il file binario composto da 8212 bytes che contiene il messaggio nella sequenza di 65.969 0 e 1 (in effetti sono molto di più gli 0, come si vede qui) Cosa mai avrà voluto dire l’ideatrice del progetto? Se lo chiedono da 3 mesi le centinaia di persone che sono attive giornalmente sulla piattaforma. Le ipotesi sono tante, la discussione è vivace, ma il contenuto del messaggio è ancora misterioso. Ci sono artisti, sviluppatori di software, esperti di crittografia e filosofi, e tutti partecipano a questa performance collettiva che è un misto tra la scienza per tutti (citizen science) e una versione moderna della commedia dell’arte, dal momento che le conversazioni su Discord formano uno storytelling transmediale. Vedremo se verrà trovata la soluzione dell’enigma. Daniela de Paulis dice che il messaggio è minimalista, ma segue con interesse tutte le ipotesi perché, magari, si potrebbero trovare diverse interpretazioni. Di sicuro A Sign in Space si è rivelato un modo originale per sensibilizzare il pubblico curioso sulla possibile esistenza di altre civiltà avanzate. L’artista progetta di farne una performance teatrale. Dopo avere seguito, e cercato di organizzare, molte migliaia di commenti ha una ricca scelta di personaggi e di argomenti per confezionare storie su terrestri che si confrontano con un segnale (quasi) alieno.