John Gibson è stato costretto a lasciare l’incarico di Ceo
Sui social chiunque ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, anche se errate o non basate su fatti scientifici. Ma le cose (e le conseguenze, soprattutto) cambiano quando si ricoprono ruoli di rilievo, come quello di amministratore delegato. John Gibson, fino a pochi giorni fa Ceo di Tripwire Interactive (software house dietro a videogiochi come Maneater e Chivalry 2), è stato costretto a lasciare l’incarico dopo la bufera scatenata dal suo tweet del 4 settembre, nel quale spiegava di essere orgoglioso della scelta da parte della Corte Suprema di respingere la richiesta di bloccare la controversa legge del Texas sull’aborto, che vieta l’interruzione di gravidanza dopo sei settimane. Ecco cosa è successo.
Il tweet della discordia è ancora disponibile online (cliccate qui per farvi un’idea). «Come membro del settore dell’intrattenimento non faccio politica spesso – ha scritto John Gibson – Ma con così tanti colleghi che si esprimono […], ho sentito che era importante fare una dichiarazione ufficiale come sviluppatore di giochi pro vita». Dopo 53 ore dal post, come ha riportato The Verge, l’amministratore delegato è stato spinto a dimettersi, travolto da critiche da parte di colleghi, consumatori (che hanno promesso di non comprare più videogiochi targati Tripwire Interactive) e buona parte dell’opinione pubblica.
I critici della legge prendono di mira una norma che non tiene in considerazione un fatto medico: una donna può scoprire di essere incinta anche dopo le sei settimane poste come limite dalla legge in Texas. Inoltre sulla stampa si evidenzia anche un altro fatto inquietante che logora la convivenza civile: lo stato USA dà la possibilità a chiunque di denunciare un sospetto caso di aborto e addirittura incentiva questa pratica di delazione con un premio da 10mila dollari e la copertura delle spese legali.
Tra le immediate reazioni al tweet di John Gibson c’è stata la scelta di Shipwright Studios, altra software house, di cancellare qualsiasi contratto in essere con Tripwire Interactive. «I commenti di John Gibson rappresentano una sua opinione personale e non riflettono quelli di Tripwire Interactive come azienda. Il suo pensiero non tiene conto dei valori di tutto il nostro team, dei nostri partner e di gran parte della nostra comunità», ha scritto in un comunicato stampa l’azienda per prendere le distanze dall’ex Ceo.