Zipline userà dei droni speciali, chiamati Zip, per portare medicine e sangue agli ospedali di tutto il Rwanda. Il governo, infatti, ha abbracciato questa tecnologia approvando regolamenti molto più semplici rispetto a Stati Uniti ed Europa.
Questa storia, raccontata dal giornale americano The Verge, è uno degli esempi di come i droni possono davvero migliorare il mondo. Soprattutto quando si parla di salute. Una startup, Zipline, ha annunciato che, a partire da giugno, porterà in Rwanda medicine e sacche di sangue. Un’iniziativa che ha il sostegno e l’approvazione del governo locale.
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Zipline ha affermato che si tratta «del primo sistema di consegna al mondo, fatto con i droni, ad operare su scala nazionale». Il piano permetterà di portare agli ospedali i rifornimenti necessari per curare i pazienti. Il Rwanda è uno dei paesi più poveri del mondo e ha un tasso di mortalità infantile particolarmente elevato. Nonostante ciò molti passi in avanti sono stai fatti per cambiare le cose. Le morti per HIV, tubercolosi e malaria sono diminuite negli ultimi dieci anni, anche grazie agli investimenti fatti dal governo in ambito sanitario.
Il paese, però, ha seri problemi di infrastrutture.
Come ricorda Keller Rinaldo, CEO di Zipline: «Non disporre di strade asfaltate rende difficile questa possibilità». L’alternativa? Il cielo. E i droni. Gli ospedali potranno ordinare ciò che serve con un semplice sms e ricevere il tutto in tempi veramente brevi.
Zip, droni speciali
I velivoli-postini si chiamano Zip e sono stati costruiti dalla startup in base alle esigenze del servizio. Pesano circa 22 chilogrammi e possono viaggiare per circa 120 chilometri con una carica della batteria. Per orientarsi usano il GPS e la rete cellulare del Rwanda e sopportano pacchi pesanti fino a 3 chili. Pesi che vengono rilasciati tramite paracadute una volta arrivati a destinazione.
Sono dotati di cerniere resistenti per evitare che la pioggia e il vento rovinino il materiale trasportato. Le consegne verranno effettuate in un massimo di 30 minuti, cosa che permette di eliminare la necessità di avere a bordo un sistema di refrigerazione.
La startup è stata fondata nel 2014 e ha ricevuto finanziamenti da parte di partner importanti come Sequoia Partners e Google Venture. Tra i soci compare anche Paul Allen, co-founder di Microsoft. A giugno, con una flotta di 15 droni, coprirà un territorio pari a metà della nazione africana. Alla fine dell’anno completerà il servizio. L’obiettivo è quello di replicare il servizio una tre zone bisognose del mondo.
Ma perché in Rwanda?
La domanda è più che lecita e ha una risposta molto semplice: meno leggi, meno burocrazia e più disponibilità da parte del Governo: «Per ora il lancio negli Stati Uniti è impensabile anche se crediamo che è solo una questione di tempo prima che il mercato si apra definitivamente a questo tipo di soluzioni».
Negli Stati Uniti i regolamenti federali rendono ancora complessa la pianificazione di un programma simile. Il Rwanda, invece, ha deciso di abbracciare questa tecnologia, ritenuta perfetta per rafforzare il sistema sanitario nazionale: «Salveremo tante vite in maniera sicura e affidabile». Entro il 2020 il governo haannunciato la costruzione di una rete di aeroporti per i droni e ha approvato un regolamento all’inizio del 2016.