È lo smartphone scelto per rappresentare lo sbarco sul mercato europeo del marchio cinese. Con molte doti interessanti, e un paio di dettagli che possono migliorare ancora
C’era una volta un grande gruppo che al suo interno ospitava marchi che a poco a poco sono diventati familiari in questi anni: si chiama BBK ed è lì che è nata Vivo, tanti anni fa ormai, ma questo marchio da parecchio tempo ormai cammina da solo sulle sue gambe. Vivo è un marchio quasi sconosciuto da noi in Europa, ma che invece agli addetti ai lavori dice molto: spesso sono stati proprio i telefoni di questa azienda a portare per primi sul mercato una certa tecnologia, per esempio il lettore di impronte sotto lo schermo si è visto per la prima volta su un Vivo, ma da noi fino a questo punto questo brand aveva ritardato lo sbarco mentre è molto popolare per esempio negli USA (in un paio di film Marvel, Tony Stark sfoggia uno smartphone marchiato Vivo). Il debutto di questo X51 5G segna l’ingresso in grande stile del marchio in Europa e in Italia, e l’unica ovvia considerazione da fare è che una nuova alternativa non possa che essere la benvenuta. Più scelta per il consumatore significa più concorrenza, più concorrenza significa prodotti migliori a prezzi inferiori: abbiamo solo da guadagnarci.
Ma com’è questo Vivo?
A una prima occhiata, il Vivo X51 sembra proprio un bel telefono. Costruttivamente siamo su un buon livello, ci sono molti particolari sfiziosi come i due spigoli corti piatti con tanto di serigrafia che ricorda nome modello e connettività di ultima generazione: i materiali sono di ottima qualità e l’assemblaggio lo è altrettanto. Non è consuetudine fare queste precisazioni, ma essendo il primo smartphone di questo marchio arrivato in redazione non possiamo dare nulla per scontato: dalle foto sembrava ancora più bello, ma avendolo tra le mani possiamo comunque ribadire che siamo su un buon livello e che i fondamentali sono assolutamente solidi. Vivo non è certo nata ieri, sa fare il proprio lavoro. Manca certificazione per l’impermeabilità: forse è un dettaglio, ma non sarebbe stato male come ciliegina sulla torta.
Guardando il posteriore non può sfuggire la presenza di un modulo fotocamera piuttosto ingombrante, con in particolare la fotocamera principale che svetta in alto per dimensioni rispetto al resto: è una scelta costruttiva legata a quello che Vivo chiama “gimbal”, ovvero un sistema di stabilizzazione del sensore che si basa su una sospensione elettromagnetica e che è superiore per capacità rispetto alla più classica stabilizzazione ottica. Non è un vero gimbal, quella è una sospensione giroscopica su 3 assi, ma è una trovata tecnologica di ottimo livello: è l’esempio perfetto della capacità di Vivo di proporre queste soluzioni tecniche originali e uniche, a cui si associa anche il resto di un allestimento fotografico di buon livello.
È proprio sulla fotografia che si concentra l’esperienza utente di questo X51: più avanti ne parleremo nel dettaglio, ma possiamo anticiparvi che su questo fronte le prestazioni sono più che buone – a dimostrazione del lavoro svolto da Vivo in questo senso. Lo dimostra anche la fotocamera frontale per i selfie da 32 megapixel, incastonata in un punch-hole di dimensioni ridotte, che sebbene non faccia gridare al miracolo è comunque più che adeguata. Ma il complesso del design è tutto soddisfacente: è bello il colore grigio satinato posteriore, si impugna bene il terminale nonostante la diagonale da 6,56 pollici dello schermo, che è un AMOLED molto luminoso con 90Hz di frequenza di refresh e risoluzione FullHD+ (2376×1080).
La nota più stonata nel design, a giudizio da chi scrive, è l’interfaccia di Android 11 scelta da Vivo: la chiamano FunTouchOS, è praticamente interfaccia stock con l’aggiunta di qualche scorciatoia software in più per attivare alcune funzioni, ma appare davvero troppo scarna per risultare soddisfacente visti i riferimenti della concorrenza. Non si tratta di una brutta interfaccia, ma si perde una bella occasione per far qualcosa di più: si sente la mancanza delle personalizzazioni di altri marchi, manca un’app per i temi, si percepisce qualche limite che sui Pixel è compensato da altri dettagli interessanti, mentre qui si avverte quasi una sorta di pigrizia più che la volontà di tenere pulito lo schermo. Volendo fare questa scelta, tanto sarebbe valso optare per Android One: non è così, poco male, ma sempre bene chiarire questi aspetti (che però possono essere molto soggettivi).
Sotto il cofano
Il motore di questo X51 5G è uno dei SoC più interessanti del 2020: parliamo del Qualcomm Snapdragon 765G, che condivide moltissimo con il fratello maggiore 865 ma che al contempo assicura prestazioni di ottimo livello con un risparmio in termini di consumi che si fa tangibile e che assicura buona autonomia con la batteria integrata da 4.315mAh. La ricarica è offerta tramite un caricabatterie da 33W fornito nella confezione, e anche in virtù di un task manager che lato software è piuttosto aggressivo coi processi non in uso (vi capiterà di vedere più spesso del solito un’app ripartire da zero rispetto ad altri terminali che la tengono in standby) l’autonomia è davvero ottima: certo questo significa anche sacrificare qualche notifica, ma se il vostro obiettivo è stare a lungo lontano da una presa di corrente sarete davvero soddisfatti delle performance di questo comparto.
Non è il primo smartphone con Snapdragon 765G che ci capita di provare, e dobbiamo dire che non ci sono sorprese: la potenza è più che adeguata, rarissimo vedere qualsiasi esitazione anche grazie agli abbondanti 8GB di RAM e lo storage generoso da 256GB che opera su standard UFS2.1. La particolarità del 765G è che l’abbiamo visto a bordo di terminali in tutte le fasce di prezzo: nel caso dell’X51 è una scelta interessante visto che è la prima “ammiraglia” di casa a essere lanciata da noi, ma come vedremo il prezzo finale sarà influenzato da molti fattori come la fotocamera.
Veniamo a questo modulo gimbal: come detto è un sistema di sospensione elettromagnetica del sensore principale (Sony IMX598, diagonale del pixel 0,8 micrometri: un bel sensore), che consente di compensare fino a circa 3 gradi di movimento su diversi assi. Parliamo di un valore triplo rispetto a quanto siano in grado di fare i sistemi di stabilizzazione ottica tradizionali (OIS): non è corretto definirlo un vero gimbal, ma è senz’altro una trovata molto interessante. Le foto scattate di giorno e alla sera sono ottime, anche grazie a una modalità notturna efficace: bene si comportano anche le lenti zoom (ma quella periscopica 5x alla sera stenta un po’) e la grandangolare, ma non sono all’altezza della principale. Anche il software di gestione della fotocamera, piuttosto essenziale nell’estetica ma efficace, si muove bene: incorpora funzioni per riconoscere il tipo di soggetto ritratto, e con un paio di tocchi si può attivare la super-stabilizzazione del gimbal.
Nei video ovviamente questa tecnologia dà il meglio di sé: ci si porta a casa, di nuovo sempre col sensore principale, un girato con effetto super-stabile che tipicamente associamo a strumenti più professionali come fotocamere o smartphone montati su veri gimbal. Naturalmente parliamo sempre di un telefono cellulare, quindi non potrete aspettarvi la resa di prodotti con sensori dalle dimensioni decisamente superiori: ciò detto, non si può non rimarcare che si tratti davvero di un buon esordio per Vivo, con uno smartphone che promette buone prestazioni foto-video che mantiene queste promesse. Tanto per fare un esempio pratico, con questo sistema uno smartphone può girare video 4K a 60fps con stabilizzazione attiva: è quanto fin a oggi un cellulare non poteva fare (o solo in talune condizioni e con crop significativi), ed è un segnale importante sul piano tecnico.
Quanto costa e quanto vale
Il prezzo è un po’ il tallone d’Achille di questo smartphone: si parte da 799 euro di listino, ma su strada si riesce a trovare qualche sconto, praticamente prezzo da flagship ma senza averne tutte le caratteristiche come da disciplinare. Naturalmente Vivo la vede diversamente: l’azienda cinese ha messo insieme schermo, fotocamera e pure qualche altra chicca da ammiraglia come un DAC dedicato per l’audio (piuttosto raro per gli smartphone ormai), che permette di tirar fuori un bel sonoro se si utilizza l’adattatore da USB-C in confezione per ascoltare musica su cuffie di qualità. Lo smartphone è anche 5G, non guasta sebbene non sia ancora così utile questo tipo di connettività, e le prestazioni sono adeguate: stona soltanto un po’ quel processore scelto, più adatto a un prodotto di fascia media, che tuttavia non può essere da solo il motivo per scegliere o non scegliere l’X51.
È un bel punto di partenza questo smartphone Vivo, ma non è ancora in tutto e per tutto maturo quanto altri prodotti di altri marchi: merita senz’altro la nostra attenzione, ma non è ancora un prodotto da podio. Però, tornando a quello che dicevamo all’inizio, è un’ottima notizia il suo debutto: perché aumenta la concorrenza, perché si tratta di un’azienda che ha mostrato una bella tendenza a introdurre novità tecniche interessanti nel tempo, perché nel frattempo in Cina sono state annunciate una nuova interfaccia e una nuova joint-venture con Zeiss che potrebbero portare cambiamenti molto significativi per il giudizio complessivo su come saranno i prossimi terminali di casa.
Aspettiamo di vedere come si strutturerà in modo più ampio l’offerta di casa Vivo, che in Asia conta anche su linee e marchi differenti: da noi hanno esordito anche un paio di terminali della linea Y, più economica, ma sono ancora troppo pochi per farci un’idea completa di quali piani abbia quest’azienda per l’Italia e l’Europa. Benvenuta Vivo, la prima impressione è buona: aspettiamo il prossimo giro d’annunci per capire quanto sarà in grado di conquistare i cuori dei consumatori italiani.