Con WordLift, chi scrive può tornare a farlo senza doversi concentrare troppo sulle parole chiave da inserire. La startup ha annunciato una partnership strategica con la società belga Woorank, leader nel settore del marketing digitale
L’ossessione per la presenza di un contenuto web sui motori di ricerca ha cambiato il modo di scrivere di giornalisti ed editor? Secondo Gennaro Cuofano, business development specialist, sì. Da questa osservazione e dalla voglia di implementare il web semantico, è nato WordLift, un plugin per WordPress che combina tecnologie semantiche e Intelligenza Artificiale per fare quello che un esperto Seo farebbe per aumentare il traffico verso il proprio sito.
L’obiettivo di WordLift
WordLift è nata a gennaio 2017, grazie a un’idea di Andrea Volpini e David Riccitelli, oggi rispettivamente CEO e CTO. Entrambi hanno trascorso gli ultimi 4 anni a lavorare allo sviluppo di un prodotto che potesse aiutare gli autori di contenuti a produrre testi più ricchi, organizzandoli in base agli interessi dei lettori.
Dalla nascita della loro azienda Volpini e Reccitelli sono passati dalla ricerca di finanziatori alla chiusura di un primo round di finanziamento da 200mila euro con WooRank, che seguiva WordLift da tempo. Ora le due realtà cominceranno a lavorare insieme per migliorare ulteriormente l’editor semantico.
Oggi WordLift ha all’attivo 100 clienti. In apparenza un piccolo numero, ma costituito da brand importanti come Greenpeace, The American University in Cairo, SalzburgerLand Tourismus e Legambiente.
“Negli anni 90 i motori di ricerca hanno conquistato il web, ma all’epoca non erano in grado di comprendere il linguaggio umano – spiega Cuofano -. Andrea e David hanno lavorato per trovare un modo di rendere comprensibili alle macchine i discorsi umani. Ora, con WordLift, chi scrive può tornare a farlo senza doversi concentrare troppo sulle parole chiave da inserire nel testo a tutti i costi, che possono compromettere lo stile della scrittura”.
Come funziona WordLift
Per farlo, il plugin esegue un’analisi semantica, che evidenzia concetti – e non parole – da mettere in risalto. Vengono scelti e tradotti dal software in contenuti adatti a chatbot, crawler e assistenti digitali come Siri. Questo meccanismo non penalizza lo stile di scrittura, anzi aiuta a creare una user experience più ricca, in cui l’utente finale sente di avere un dialogo reale o di leggere un testo più “vero” e curato.
Del resto pensate a Cenerentola, o a qualsiasi altra fiaba: cosa sarebbero quei testi se li si dovesse assoggettare alla Seo? WordLift nasce per questo, per liberare le storie dalla schiavitù delle parole chiave. “Chi scrive sa che la Seo è importante, ma allo stesso tempo vuole averci a che fare il meno possibile”. Favolieri, compresi.
Il futuro della Seo
Per questo, dunque, c’è WordLift, un plugin che dovrebbe spaventare a morte i Seo specialist. “La Seo di una volta funziona ancora – rassicura Cuofano -. Parole chiave, backlink, autorità del dominio sono ancora fattori fondamentali. Alcuni passaggi oggi gestiti da queste figure professionali non sono ancora automatizzabili. Mi riferisco all’expertise e alla conoscenza e analisi dell’evoluzione dei motori di ricerca”.
Quindi la Seo si avvia al tramonto? “Cambierà, cambierà molto, rimarrà un’industria florida, ma dovrà adattarsi alle nuove tecnologie disponibili, sottolinea l’esperto di WordLift -. Dovrà riconvertirsi all’analisi dei dati o dedicarsi allo studio dell’evoluzione dei motori di ricerca”.