Qualche giorno fa, Valkyrie ha incontrato il pubblico a New York. È il robot più sofisticato e tecnologicamente avanzato mai costruito dalla NASA e guiderà l’uomo, entro il 2030, alla conquista di Marte.
La conquista di Marte non è mai stata così vicina. Anche grazie ai robot. La NASA, qualche giorno fa, ha presentato al pubblico, a New York, l’umanoide che potrebbe aprire la strada alla colonizzazione del pianeta rosso e guidarci nelle profondità dello spazio. Si chiama Valkyrie e, secondo i ricercatori dell’agenzia spaziale americana, è il primo di una nuova generazione di robot-astronauti che cambierà, per sempre, il nostro modo di studiare e rapportarci con l’universo.
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Valkyrie, un robot (molto) sofisticato
È una delle tecnologie più complesse mai costruite dalla NASA. Alto poco meno di due metri, pesante 125 chilogrammi, e in grado, già ora, di compiere 44 movimenti diversi usando con una certa disinvoltura le braccia e le gambe. È capace, inoltre, di muovere e usare le quattro dita delle mani e, pur essendo molto resistente, ha una grande capacità di “guarire”da eventuali danni e ammaccature. E di sostituire velocemente molte delle sue componenti.
In più è ricoperto di sensori, più di 200, e ha in dotazione diverse telecamere, alcune disposte nelle 28 articolazioni che lo compongono, per avere una perfetta coscienza di quali siano gli elementi, e le eventuali minacce, che lo circondano. Tutto per concedergli il miglior margine di movimento possibile.
Per ora è stata avviata la costruzione di quattro “esemplari” di Valkyrie, di cui tre sono attualmente ospiti in laboratori internazionali.
All’interno della testa è stato collocato un sistema LIDAR (Light Detection and Ranging) che gli darà la possibilità di misurare la distanza degli oggetti con un laser. Valkyrie è un progetto su cui l’agenzia sta lavorando ormai da diversi anni ma che sta entrando ora nella sua fase più delicata: «I prossimi 24 mesi saranno decisivi per capire se saremo in grado di tagliare questo traguardo» fanno sapere dall’Agenzia. Soprattutto perché i programmi sviluppati finora, utili per i rover come Curiosity, non sono sufficientemente avanzati per quello che invece verrà chiesto a Valkyrie.
L’interazione con l’uomo
Gli ingegneri della NASA, insieme ai colleghi della Northeastern University di Boston e all’Università di Edimburgo, hanno pensato a un robot che fosse dotato di estrema agilità per spostarsi con estrema semplicità. Valkyrie dovrà, infatti, dialogare e interagire con gli esseri umani e, soprattutto, compiere azioni come aprire e chiudere sportelli, raccogliere campioni, usare attrezzi specifici.
L’obiettivo del progetto è quello di preparare i robot ad essere un vero esploratore che possa studiare l’habitat e le caratteristiche di Marte prima dell’arrivo degli astronauti. Ci crede soprattutto Robert Platt, ricercatore della Northeastern University: «Presto nuove conquiste tecnologiche, processori più potenti e algoritmi di machine learning più efficienti, faranno sì che ai Valkyrie, o a robot simili, riusciranno a svolgere i compiti necessari».