L’idea quasi fantascientifica della colonizzazione dello spazio ha ispirato i ricercatori della Northwestern University che hanno pensato a un modo per realizzare strumenti necessari alla vita umana con la fabbricazione digitale sfruttando le risorse del suolo extraterrestre
La presenza dell’uomo in ogni parte della Terra è testimoniata dal suo impatto sull’ambiente, ma soprattutto dagli edifici che è in grado di costruire e dagli utensili che ha bisogno di realizzare per vivere. Lo stesso succederebbe se un giorno l’essere umano riuscisse a colonizzare davvero un altro pianeta. Marte per esempio. Gli scienziati della Scuola di ingegneria McCormick della Northwestern University hanno sviluppato un metodo per utilizzare nella stampa 3D la materia prima più diffusa sul pianeta rosso: la polvere.
La polvere al posto della plastica
Il processo di fabbricazione digitale finora conosciuto ha bisogno di un filo di plastica, un materiale non presente fuori dall’atmosfera terrestre. È per questo che i ricercatori hanno pensato di sfruttare le riproduzioni della polvere di Marte o della Luna sviluppate dalla Nasa per i suoi test. Si tratta di un materiale che somiglia nella forma e nella dimensione a quello che si trova sul suolo extraterrestre. Questa polvere di base viene poi mescolata con particolari solventi e biopolimeri e si ottiene un composto che può essere inserito nelle stampanti per realizzare tutti gli stumenti di cui un colonizzatore marziano può avere bisogno. La ricerca è stata finanziata anche grazie a Google ed è stata pubblicata su Nature Scientific Reports.
La colonizzazione di Marte
Poiché la materia prima è quella che si trova sul posto, viene così superato il problema del carico di materiale da stivare nella navicella prima della sua partenza verso lo spazio. Il progetto evoca un’idea fantascientifica, ma le previsioni dell’agenzia spaziale statunitense danno per certo l’arrivo su Marte degli uomini entro il 2030. Dopo la sperimentazione che ha permesso di provare delle tecniche per ricreare ambienti naturali terrestri fuori dalla nostra atmosfera, allo scopo di far crescere delle piante e ottenere cibo, arriva ora questo nuovo sistema che potrebbe permettere di realizzare anche edifici e procurarsi pezzi di ricambio per i viaggi spaziali.
Un materiale flessibile e resistente
Una delle menti del progetto è l’ingegnere Ramille Shah che a Treehugger spiega: «Per posti dove le risorse sono limitate, le persone dovranno utilizzare quello che trovano su quel pianeta per sopravvivere». Il materiale stampato, composto per il 90 per cento da polvere, è flessibile, elastico e resistente. Può essere anche piegato e tagliato, se necessario. Il team sta lavorando anche a un processo di cottura degli strumenti realizzati che possano trasformarli in pezzi di consistenza simile alla ceramica.