Il progetto del gruppo San Diego Zoo Global porterà il velivolo senza pilota sopra l’Artico allo scopo di monitorare lo stato dei ghiacchi e il comportamento degli animali
La vita degli orsi polari, si sa, è legata ai ghiacci che risultano fondamentali per la loro alimentazione, la protezione dai pericoli, le rotte di migrazione. È per questo che la riduzione dei ghiacci al polo nord rappresenta un problema per i 25mila esemplari presenti in tutto il mondo. Secondo quanto riportato da Fast Company, il San Diego Zoo Global, un gruppo che si occupa della protezione degli animali selvatici, ha però pensato a un modo per monitorare l’habitat degli orsi grazie alla tecnologia: con la collaborazione della Northrop Grumman Corporation ha sviluppato un drone in grado di controllare la formazione dei ghiacci e il comportamento degli orsi.
Mappare l’ambiente e i suoi cambiamenti
Nel mese di novembre questo speciale velivolo sorvolerà l’Artico per mappare l’ambiente e osservare gli animali con un grado di dettaglio mai prima raggiunto, anche a causa delle temperature proibitive della zona (-34 gradi centigradi) che possono causare la rottura della normale apparecchiatura di ripresa ad alta risoluzione. I cambiamenti climatici già registrati nel corso del tempo, con lo scioglimento dei ghiacchi nel mare, hanno costretto gli orsi a trascorrere ogni anno sulla terraferma un periodo di tempo più lungo rispetto a prima e hanno causato anche una modifica delle abitudini alimentari: il loro soggiorno sulla terraferma coincide con il digiuno.
L’attrezzatura a bordo del drone
La missione di quest’anno porterà il velivolo senza pilota con i suoi speciali sensori sulla regione Knife Delta, a circa 40 chilometri a nord della città di Churchill, nella baia di Hudson. A bordo del drone c’è una capsula che contiene una telecamera ad alta risoluzione e un sensore generalmente utilizzato per il monitoraggio delle colture. Inoltre, ci sarà un radar che misura lo spessore del ghiaccio. Questo strumento è realizzato dalla startup Aerotenna nata nell’Università del Kansas. È in via di elaborazione anche un algoritmo che permette di segnalare la presenza di orsi e tracciare i loro movimenti. La capsula è isolata termicamente da un materiale utilizzato anche per l’attrezzatura spaziale e che consente agli strumenti di funzionare anche a temperature molto basse o molto alte.