Protagonisti dei panel di growITup anche ENI, RAI e Generali. Proprio a StartupItalia! Open Summit Indaco Ventures I ha lanciato “10 Million Euro Call”: la call per scale-up italiane pronte all’espansione internazionale
Economia circolare; identità digitale; millennials e ricerca del lavoro; donne e innovazione; 5G e nuove frontiere delle telecomunicazioni sono stati i temi affrontati allo StartupItalia Open Summit (#SIOS18) durante gli innovative talks di growITup, il progetto di innovazione digitale di Cariplo Factory. Protagonisti: startupper, aziende, investitori e pubblico, che si sono alternati in tavole rotonde e momenti di confronto. All’interno di una cabina “spaziale” insonorizzata le startup di tecnologia digitale si sono raccontate, di fronte alla telecamera, in un minuto. I 10 migliori “revolutionary pitch” saranno, successivamente, pubblicati su StartupItalia! e GrowitUp e il primo classificato volerà a Parigi per VivaTechnology, dal 16 al 18 maggio 2019.
Sfruttare le leve dell’open innovation approfittando degli stimoli esterni per aiutare le imprese a fare innovazione è la mission di growITup. Ma, intrinsecamente, l’ambizione è anche quella di riuscire ad innovare le aziende velocemente e a bassi costi. “Capita spesso, però, che manchino proprio competenze e talenti digitali – ha evidenziato Barbara Cominelli, COO di Microsoft Italia – come leader informatico stiamo lavorando molto in questa direzione”.
Trasformazione digitale in ENI, RAI e Generali
Tra i tanti panel che hanno riempito la giornata, decisamente interessante è risultato quello sul cosiddetto “effetto Darwin” nella trasformazione digitale aziendale, che ha visto protagonisti RAI, Generali ed Eni. Come il digitale sta trasformando modelli e processi in queste imprese? Ambrogio Michetti, strategic development di RAI, ha spiegato a StartupItalia!: “Con il passaggio dalla fruizione del consumo dal one to make all’on-demand, diventa sempre più centrale il nostro portale Rai Play. Sulla piattaforma, oggi, i contenuti non sono legati ad un canale TV, ma riuniti all’interno delle nostre sezioni e fruibili da tutti, ovunque, e in ogni momento”.
Giacomo Silvestri, digital strategist ed innovation di ENI, ha dichiarato: “Entro 2021 il 100% dei pozzi petroliferi saranno completamente digitalizzati, e tutti i nostri impianti industriali, una trentina al mondo, “digital twin”, ovvero: lavoreranno in maniera completamente digitale”. Sono 200, in totale, i progetti digitali di ENI portati avanti in 38 paesi, che lavorano su blockchain, intelligenza artificiale, machine learning, realtà virtuale ed aumentata e advanced robotics. Assicurazioni Generali non è da meno in materia, come ci spiega Stefano Bison, head of business development di Generali: “Stiamo digitalizzando back office e front office e miriamo ad ampliare l’innovazione e la digital transformation con nuovi investimenti fino a 100milioni di euro. Ecosistema sarà, molto probabilmente, la parola chiave del 2019, pertanto stiamo costruendo la nostra strategia di innovazione coinvolgendo partner esterni in tutte le fasi della catena di valore dell’innovazione”.
Millennials e lavoro nell’era digital
Se il mondo del lavoro sta vivendo un profondo cambiamento digitale, anche la ricerca di occupazione esplora, oggi, nuovi mondi e canali. “Circa il 47% delle persone che cercano lavoro lo fanno da mobile, mentre il 45% dei disoccupati tramite i social media. I comportamenti stanno cambiando a livello globale, per questo le aziende ne devono prendere coscienza ed adattarsi”, racconta Riccardo Galli, co-founder di Meritocracy.
Ma cosa è cambiato per i millennials?
“La trasformazione digitale che ha investito aziende e mondo del lavoro ha profondamente cambiato sia il modo di lavorare che la ricerca di occupazione – spiega Elisa Fagotto, head Open Innovation di Openjobmetis – oggi i millennials, passando da azienda ad azienda, acquisiscono sempre più competenze. A partire da queste, tentano la scalata verso altre esperienze lavorative mirate. Il tempo indeterminato, per un millennial, è quasi un limite. Smart working e lavoro agile andranno sempre più implementati, in un’ottica aziendale dove ad essere condivisi sono i valori e cultura. Oggi c’è bisogno, infatti, di sviluppare il cosiddetto brand employment: raccontare chi si è comunicando il brand. Se una volta i lavoratori andavano in azienda, oggi non è più così. I millennials sono smart e proprio per metterli in contatto con le aziende abbiamo acquisito Meritocracy”. Se per i giovani la ricerca del lavoro ha preso questa direzione, l’azienda come deve innovarsi? Formazione continua e attenzione al welfare aziendale sono due parole chiave nel lavoro del futuro. Maggiori dettagli li hanno svelati l’esperta Fagotto e Riccardo Galli ai nostri microfoni.
Reskilling, upskilling: il lavoro nel futuro
“Secondo una ricerca del World Economic Forum, entro il 2022 le macchine svolgeranno il 42% del lavoro e più del 54% dei dipendenti avranno bisogno di reskilling nei prossimi 3 anni”, ha evidenziato Enrico Noseda, partner di GrowITUp – Cariplo Factory. La strategia di Ansaldo Energia, come ci spiega il CDO Luca Manuelli, non è quella di investire in robot, ma di aumentare la competenze e le capacità digitali di chi già lavora in azienda. Di questo tema si occupa Uniwhere, la startup che scansiona e profila gli utenti e, in base al background individuale, consiglia percorsi di formazione ed academies.
Incentivare una “cultura dell’investimento” nei confronti delle donne, presenti in numero nettamente minore dei maschi nelle discipline STEM, è stato un altro dei punti centrali dei panel. “Se si riuscisse a coinvolgere di più le quote rosa nel mondo dell’innovazione, il PIL nazionale aumenterebbe dal 6 al 9%”, ha dichiarato Lisa Di Sevo, presidente di SheTech Italy.
La call di Indaco Venture-Growitup da 10 milioni di dollari
Proprio a StartupItalia! Open Summit Indaco Ventures I ha lanciato “10 Million Euro Call”: la call per scale-up italiane pronte all’espansione internazionale con il supporto nel ruolo di Advisor, di growITup.
“Contiamo di fare diversi investimenti durante la vita del fondo – ha dichiarato Alvise Bonivento, investment director di Indaco Venture Partners – Pertanto, invitiamo imprenditori, aziende e startup a candidarsi”.
Indaco Ventures I cerca quindi le migliori scale-up nazionali che abbiano attivato un processo di espansione globale e che necessitino di un round di investimento da circa 10 milioni di euro.
Le scale-up candidabili dovranno essere aziende innovative, con un fatturato superiore al milione di euro e un tasso di crescita annuo dei ricavi non inferiore al 30%. Dovranno avere un percorso di internazionalizzazione già definito, oltre a puntare a diventare leader europeo/mondiale nel loro segmento di mercato nei prossimi 18-24 mesi. Sei i settori di riferimento: digitale, elettronica, robotica, IoT, medtech & healthcare, nuovi materiali e cleantech.
Le candidature dovranno pervenire attraverso il sito di growITup entro il primo trimestre del 2019. Ferma restando la normale operatività del fondo, ai fini di questa call la fase di selezione si svolgerà nel primo trimestre 2019. Indaco Ventures I e growITup inviteranno le scale-up selezionate ad un incontro di approfondimento sulla base di una prima valutazione rischio/rendimento delle proposte di investimento ricevute. A dicembre 2019 verrà comunicato l’esito della call.
“Che cosa serve per far decollare le scale-up? Banalmente servono maggiori capitali, sia per le scale-up sia per il venture capital per poter pensare di contrastare la concorrenza di realtà estere in grado di raccogliere anche più di 10 volte quanto fanno le nostre migliori start up (esempi in tal senso sono molteplici) – commenta Davide Turco, CEO di Indaco Venture Partners SG – Ma questa non è l’unica sfida: serve anche assumere manager esperti e con esperienza internazionale… ed anche qui paghiamo le conseguenze di equity rounds ancora relativamente piccoli. Una buona notizia è che stanno arrivando nuovi capitali sul mercato. Indaco Ventures I ha chiuso il suo second closing a oltre 130 milioni, con l’obiettivo di 200 milioni. Proprio oggi lanciamo una call alle scale up per un round di almeno 10 milioni di euro, con il supporto, nel ruolo di Advisor, di growITup, la piattaforma di Open Innovation creata da Cariplo Factory in collaborazione con Microsoft. Aggiungo che dobbiamo fare molto anche per sviluppare investitori e advisor specializzati sulle IPO di scale-up italiane. È positivo che ci sia l’alternativa della borsa di Parigi o Londra a quella di Milano, ma all’esempio di Parigi o Londra dobbiamo guardare per creare un mix di incentivi agli investitori privati e istituzionali. Quotare le scale-up nazionali consente di mantenere in Italia il centro decisionale, promuovendo lo sviluppo delle future grandi aziende italiane tecnologiche, diversamente il rischio è di venire sempre più marginalizzati. Insomma c’è ancora tanto da fare e credo che vada fatto velocemente!”