Buon compleanno The Next Tech! 365 giorni e 520 articoli dopo siamo ancora qui a raccontarvi come sarà il futuro e a farvi inciampare dentro le storie che lo immaginano, ogni singolo giorno.
Sono passati 365 giorni dalla nascita di The Next Tech e 520 articoli dopo siamo ancora qui. Festeggiamo un anno consapevoli della nostra forza e, permettetemelo, con un pizzico di soddisfazione. Siamo cresciuti, settimana dopo settimana, conquistando una vetta che lo scorso aprire ci sembrava così lontana e così irraggiungibile. E invece l’abbiamo scalata, versante dopo versante, senza mai sprecare fiato ma salendo, con costanza e rafforzandoci ad ogni passo, ad ogni articolo, ad ogni commento.
Oggi, in una domenica d’aprile, piantiamo una bandierina e, per la prima volta, ci sediamo a guardare quello che abbiamo fatto. I nostri passi, le orme che abbiamo lasciato sul web. Perché, come dice Groucho Marx: «Ricordare il passato serve a costruire il futuro: così non farai gli stessi errori, ne inventerai di nuovi».
Futuro, il nostro mantra
Questa è la parola che abbiamo scelto fin da subito per costruire la nostra identità. Ci accompagna mentre scriviamo e ci fa volgere lo sguardo verso la vetta, verso l’obiettivo. Ogni giorno, quando ci capita d’inciampare dentro ad una storia, partiamo sempre da una sola domanda: «In che modo questa tecnologia cambia il futuro?». Poi ne arrivano altre, a cascata. Prorompenti e rumorose. Lo migliora? Sì, e come? Risolverà un problema? Ci mostrerà come sarà il mondo tra 1-5-10-30-50 anni?
«C’è un vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti»
Non è un caso se cito le parole di Henry Ford. Startupitalia! ha appena lanciato un nuovo blog, Open Innovation, dove raccontiamo quanto l’innovazione sia davvero aperta e che, anche le grandi aziende, hanno bisogno delle startup e delle piccole realtà per svilupparsi e rinnovarsi. Bene, questa è la filosofia che guida anche The Next Tech. Anche le “tecnologie del futuro” hanno bisogno dell’apporto di più menti, di più idee, di più intrecci collaborativi e umani. Di più mani che lavorino allo stesso progetto e ne plasmino un prodotto che andrà a cambiare la vita di tutti.
Le bellezza e le forza della persone
Poi ci sono i singoli individui e la loro capacità di inspirare intere comunità. Abbiamo deciso di dare voce anche a tutte quelle persone che ogni giorno oltrepassano un ostacolo, vincono una battaglia, raccontano la vita in tutti i suoi aspetti. Anche quelli meno tecnologici. Sono storie che nutrono la mente e ci aiutano a vedere il presente in maniera meno oscura.
Ci fanno capire che il futuro, in fin dei conti, lo plasmiamo con le nostre mani. O almeno possiamo provarci.
Ed è per questo che abbiamo scelto, in qualche caso, di raccontare anche quello che ancora non c’era. Come i prototipi o le idee in cerca di finanziamento. Unico requisito? Vedere se dietro a quel primo approccio c’era una volontà forte di costruire un pezzo di futuro. Anche piccolo.
L’errore più grande che abbiamo fatto (e cosa abbiamo imparato)
A luglio dell’anno scorso pubblicammo un video dove mostravamo la distruzione di 8 smartphone con un Kalashnikov. Sottolineammo lo spreco e l’inutilità del gesto ma foste voi lettori a farci capire che quello non era un tema che avremmo dovuto trattare. Ricevemmo messaggi in cui ci accusavate di aver pubblicato un pezzo “acchiappa-click”. Fu una fortuna. Capimmo che quella strada portava ad un precipizio e che, mettendo il piede in fallo, saremmo caduti. Imparata la lezione riprendemmo a scalare. Consapevoli che il nostro pubblico era già più esigente di quello che pensavamo.
Gli articoli più letti
Sono quelli in cui la componente tecnologica si unisce a quella umana creando un connubio perfetto. Quelli in cui l’innovazione trova perfetta comunione nella genialità di un’idea e nella storia di una persona. In cui passato, presente e futuro s’incastrano perfettamente e le parole per raccontare il tutto escono quasi da sole, con estrema naturalezza.
Esempi? Il giovanissimo Boyan Slat, che con la sua The Ocean Cleanup, pulirà gli oceani dalla plastica; Topher White, che combatte la deforestazione usando vecchi cellullari in disuso e la forza della rete; Carlo Ratti, che costruirà il grattacielo più alto del mondo ispirandosi all’anima verde di Central Park
Ma anche prodotti innovativi come la finestra che si trasforma in pannello solare, idea italiana che è cresciuta grazie ad alcune collaborazioni internazionali; il quaderno che salva in digitale quello che scriviamo a mano; il braccialetto che non ti fa annegare; il giornale che dopo averlo si pianta, fiorisce e completa il suo ciclo vitale.
Ma questa è solo la punta di un iceberg che si è ingrandito sempre di più. Una mole di temi, dai droni alla robotica, dalle green tech alla salute, dai makers allo spazio, che viste nel loro insieme mostrano un mondo dove non tutto è distruzione, guerra, fame e solitudine. E pur essendo solo un spicchio di quello che ci circonda è abbastanza forte da farci sperare in un domani migliore.
Una nuova vetta all’orizzonte
Prima di rialzarsi e di riprendere il cammino ci sono tre ringraziamenti che vanno fatti. Il primo va a Ford con cui, periodicamente, ci confrontiamo per migliorare il prodotto e tracciare nuove vie da percorrere; il secondo va ad Arturo Di Corinto che questa via l’ha iniziata e condotta prima di passarmi le redini; il terzo ai collaboratori, interni ed esterni, che sono stati una parte insostituibile per affrontare questa scalata.
Ora non resta che tirare fuori una nuova bandierina e guardare in alto. C’è una nuova vetta che ci attende e che oggi, come allora, sembra impossibile e difficile da raggiungere. Ci proveremo. Mantenendo intatta la forza che ci ha permesso di arrivare fino a qui. Con un’ultima citazione da cui prendo spunto per tornare a lavorare con più entusiasmo: «Le nostre vite cominciano a finire nel giorno in cui non diciamo più nulla sulle cose che contano». Anche The Next Tech finirà il giorno in cui non riusciremo più a raccontare storie che davvero contano.