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La decima edizione di FOUNDAMENTA è aperta alle candidature fino al 12 luglio. Quattro mesi di accelerazione a Torino
«Ci concentriamo su quanto impatto sociale può generare una startup. Senza una ricetta predefinita: piuttosto la aiutiamo a indagare l’impatto sociale dei suoi prodotti, servizi e tecnologie. Rendendolo tangibile e negoziabile». StartupItalia ha intervistato Laura Orestano, CEO di SocialFare, a pochi giorni dal lancio di FOUNDAMENTA#10 | Impact Makers for the Future, una nuova edizione della call rivolta a startup e imprese in grado di offrire risposte innovative a innumerevoli sfide in tanti ambiti del business. «Riceviamo in media 400 application all’anno. Dal 2015, le realtà che abbiamo accelerato hanno raccolto oltre 4 milioni di euro tra crowdfunding, venture capital, business angel e investitori istituzionali». I partner di FOUNDAMENTA#10 sono Invitalia, UBI Banca ed Engie Eps. Per questa edizione ciascuna startup potrà accedere a un investimento di 100mila euro.
SocialFare: i numeri della call
Le candidature a FOUNDAMENTA#10 resteranno aperte fino al 12 luglio, dopo di che partirà il processo di selezione per individuare le (poche) startup che potranno accedere a 4 mesi intensivi di accelerazione a Torino, nella sede di Rinascimenti sociali. In questa edizione si sceglieranno massimo 5 realtà innovative. «I team sono chiamati a un lavoro, diciamo, residenziale – ha spiegato la CEO Orestano – perché le attività saranno quotidiane e non mancherà la collaborazione con le altre startup. In più c’è la nostra rete di mentor e di soci a disposizione con le loro competenze». Dopo cinque anni di attività SocialFare ragiona su un vero e proprio ecosistema dell’innovazione a impatto sociale. «Il bilancio di questi lunghi anni di attività ci dice che, al di là di alcuni inevitabili fallimenti, la maggior parte delle startup uscite da FOUNDAMENTA crescono e continuano a raccogliere fondi».
Oltre ai quattro mesi di lavoro nel percorso di accelerazione, le startup e imprese ammesse a FOUNDAMENTA#10 potranno ottenere un investimento seed fino a 100mila euro in cambio di una percentuale di equity fino al 15%. «Le novità di questa decima edizione sta nella crescita della rete di mentor e partner. In più c’è l’attivismo dei nostri soci, che non sono semplici osservatori». Finora il programma ha accelerato 57 startup e la nona edizione è ancora in corso nonostante il periodo di emergenza sanitaria che ha costretto le startup a un lavoro da remoto. «Nonostante questo – assicura Orestano – non c’è stata alcuna défaillance. Continuiamo a vedere grande motivazione e questo sarà di insegnamento per il futuro».
Il ruolo degli acceleratori
Ma dove si può riscontrare un business che abbia un concreto impatto sociale? La call di SocialFare ha individuato sei macro aree: healthcare, welfare, knowledge, socialtech, environment e cultural heritage. «Gli acceleratori di impatto sociale – ha spiegato la CEO del primo fondato in Italia su queste tematiche e certificato dal MISE – dovrebbero essere considerati al centro delle politiche di sviluppo. Dopotutto, ha senso oggi investire in qualcosa che non abbia un impatto su sostenibilità integrale e integrata?».
Il tema degli investimenti è un altro punto toccato nell’intervista rilasciata a StartupItalia. «La filantropia può aiutare ad accendere i motori, ma abbiamo bisogno di finanza coraggiosa che legga con nuove lenti le innovazioni e il business legati al social impact». Ed è per questo che il programma di FOUNDAMENTA#10 si concluderà con il Social Impact Investor Day quando i partecipanti avranno l’opportunità di presentarsi davanti a un panel di enti privati, business angel, private investor e family office fra cui gli impact investor del veicolo SocialFare Seed (Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Finde S.p.A. e Fondazione Magnetto).