SPENCER, nato dalla collaborazione tra 6 Università e finanziato con fondi europei, indica ai viaggiatori ritardatari la strada più breve (e meno affollata) per raggiungere il loro volo in partenza
Ad Amsterdam sono partiti i test per risolvere un problema che coinvolge migliaia di viaggiatori frettolosi: perdere il volo arrivando all’ultimo momento in aeroporto. Dallo scorso 30 novembre, infatti, c’è un’unità robotica pronta ad assistere gli inguaribili ritardatari. Si chiama SPENCER ed è in grado di dare supporto a chi ha bisogno di capire, in tempi rapidissimi, come trovare il proprio aereo in partenza.
Chi ha costruito SPENCER
Si tratta di un prototipo creato dal lavoro congiunto di sei gruppi di ricerca provenienti da altrettante Università europee. È stato realizzato grazie a finanziamenti UE e a partner industriali come la compagnia aerea KLM (per una spesa totale di oltre 4 milioni di euro).
Il robot è configurato con uno schermo interattivo che, stimolato da un sistema computerizzato di sensori laser, è in grado di mappare l’area dello Schiphol Amsterdam Airport ed essere così di supporto a coloro che ne hanno urgente bisogno. Non si tratta dunque di un semplice totem elettronico, ma di un robot capace di spostarsi e indicare la via corretta.
Un aiuto non da poco se consideriamo che lo scalo olandese ha visto il transito, nel 2014, di circa 55 milioni di passeggeri.
Evitare gli “oggetti temporaneamente permanenti”
Spencer, che non ha braccia ma un paio di occhi laser di ultima generazione, può destreggiarsi riconoscendo ostacoli e calcolando, in breve tempo, distanze e percorsi: «Riuscire a far muovere Spencer all’interno di un aeroporto è stato molto difficile» dice Achim Lilienthal, capo del progetto all’Università svedese di Örebro. «Ci sono moltissime superfici in vetro ed è popolato da un gran numero di persone e da quelli che noi definiamo oggetti temporaneamente permanenti». Un esempio? I carrelli portabagagli che non occupano quasi mai la stessa posizione e che potenzialmente rappresentano un ostacolo difficile da aggirare.
Riconoscere i comportamenti umani
L’altro grande problema per il gruppo di ricercatori è stato quello di far comprendere a SPENCER i comportamenti umani ed i loro costumi sociali. Per fare questo, il robot ha bisogno di muoversi con celerità ma senza creare danni alle persone che si trovano nelle sue vicinanze. Deve cioè riuscire a calcolare non solo il percorso più veloce ma anche quello “più libero” e con meno ingorghi: «Stiamo cercando di insegnargli, ad esempio, che le persone spesso si muovono in gruppo, quindi è inutile passarci in mezzo».
SPENCER, infine, è in grado di riconoscere e parlare diverse lingue evitando così quei problemi di comunicazione che rappresentano una delle difficoltà più difficili da superare quando si ha fretta. Il periodo di test è iniziato il 30 novembre e si concluderà nel prossimo weekend. I dati raccolti verranno analizzati per apportare quelle necessarie correzioni prima del lancio definitivo del progetto che è previsto per il prossimo marzo.
Alessandro Frau