Il mondo del software “Made in Italy” è in ottima salute, producendo un fatturato di 3,48 miliardi di euro. La conferma arriva dall’Italian Tech Landscape, il primo studio dedicato sull’industry softwaristica italiana, per raccontarne i numeri e le tendenze. L’Italian Tech Landscape ed è stato ideato da Max Brigida, fondatore dell’ecosistema Software Italiani, con il patrocinio di AssoSoftware, in collaborazione di Cerpem (il Centro Ricerche per il Mezzogiorno). Uno studio molto accurato per informare imprenditori, liberi professionisti e istituzioni, incentivandoli ad utilizzare software e tecnologie “Made in Italy”. Un lavoro illustrato anche durante la seconda edizione dell’IS WEEK a Rimini dedicato alla tecnologia italiana del quale StartupItalia è media partner.
Una panoramica dettagliata dell’ecosistema tecnologico italiano, delineando anche la posizione delle startup, delle scaleup, degli investitori, degli acceleratori e dei player più rilevanti, che stanno plasmando il futuro tecnologico del Paese.
Le evidenze del report
- Oltre 1500 Software italiani censiti.
- Il mercato dei Software in Italia vale quasi 3,5 miliardi di euro ed impiega più di 23.000 dipendenti.
- La Lombardia è la prima Regione del Paese per presenza di software house nostrane (36,6% del totale).
- Le Startup del software italiane raggiungono un fatturato complessivo di 172 milioni di euro.
Mappate 1.500 aziende con 3 miliardi di fatturato
Sono stati mappati 1.532 software sviluppati da 512 aziende italiane, con 241 risposte ricevute. Aziende suddivise in 16 macrocategorie in grado di produrre un fatturato di 3,48 miliardi di euro – un’incidenza totale sul Pil del Paese dello 0,18% – con una media per azienda di 6,78 milioni di euro.
Le aziende del software danno inoltre lavoro ad un totale di 23.109 dipendenti, con una media di 42 persone per singola realtà. Fra le categorie individuate la più rilevante in termini numerici è quella dei software gestionali, con il 40,2% del totale, seguita dal comparto dei servizi (15,7%), del Martech (15,2%), delle HR (9,8%) e dai software ERP (6%).
Le piccole imprese faticano con l’AI
Un aspetto di rilievo dell’Italian Tech Landscape riguarda la diversità delle aziende e dei settori in cui queste operano le aziende dei software: sono infatti rappresentate più di 30 categorie, dalle soluzioni di intelligenza artificiale all’e-commerce, dalla sicurezza informatica, all’Internet of Things, Gestione, Vendite, CRM, HR, Business Intelligence.
Tuttavia, nonostante le grandi potenzialità, resta per adesso fermo al 3,6% il settore dei software italiani basati sull’Intelligenza Artificiale, come conseguenza dell’ancora difficile accessibilità di queste soluzioni per le micro, piccole e medie imprese – tanto in termini di investimento iniziale, quanto di competenze richieste.
Un’imprenditorialità giovane al centro-nord
A livello di distribuzione territoriale, guida la Lombardia, con il 36,6% dei software italiani sviluppati in questa regione. Seguono Piemonte (11,1%), Emilia-Romagna (9,4%), Veneto (8,3%), Toscana (7,3%) e Lazio (5%). La Lombardia si posiziona sul primo gradino del podio anche per quanto riguarda fatturato complessivo e dipendenti, con 1.451 milioni di euro di fatturato totale delle sue aziende del software (41,7% del totale nazionale) e con 8.091 dipendenti (35%).
Segue l’Emilia-Romagna, con 401 milioni di fatturato totale e 2.639 dipendenti e poi Umbria e Toscana. Incoraggianti i numeri anche per quel che riguarda le Startup italiane del software, che raggiungono un fatturato complessivo di 172 milioni di euro (1,36 mln di euro in media), occupando 1.652 persone (12 dipendenti in media).
Per quanto riguarda le città Milano è al primo posto con la maggior concentrazione di aziende che progettano software (17%), seguita da Torino (7%) e Lodi (7%). Poi Roma (4%), Grosseto (2%) e Napoli (1,8%). L’età media delle aziende è di 14 anni, con il 46,72% aventi meno di 10 anni.
Un’altra evidenza che emerge dall’Italian Tech Landscape è che si tratta per la maggior parte di soluzioni che possiamo considerare giovani: il 58% delle aziende mappate è sul mercato da meno di 5 anni, mentre solo il 16% ha fra i 5 e i 10 anni, il 18% ha fra i 10 e i 25 anni e il 4% raggiunge il record di longevità di più di 25 anni.
Martech è il settore più ricco
Il fatturato globale delle aziende italiane che progettano e producono software ammonta a 3,48 miliardi di euro, con un fatturato medio di 6,78 milioni di euro per azienda. Il settore Martech genera un fatturato di 797 milioni di euro, mentre il settore HR ne genera 335. Numeri che nel complesso incidono per lo 0,18% del PIL Nazionale. Di queste solo 10 imprese producono il 43% del fatturato, mentre le 352 micro imprese che rappresentano nettamente la maggioranza numerica producono appena il 6% del fatturato.
Più di 23mila occupati
Le aziende del settore software impiegano complessivamente 23.109 persone, con una media di 42 dipendenti per azienda. Il fatturato medio per dipendente è di 173.000 euro. La maggioranza degli occupati riguarda imprese di servizi (21%), Martech (17%), ERP (16%), Gestionale (15%) e Business Intelligence (13%).
172 milioni di fatturato dalle startup
La vivacità imprenditoriale del mercato dei software italiani è testimoniata anche dal significativo numero di startup mappate e dal loro concentrarsi su ambiti spesso sulla frontiera tecnologica, come l’Intelligenza Artificiale.
Il fatturato totale delle startup impegnate nel mondo dei software è di 172 milioni di euro, con una media di 1,36 milioni di euro per ciascuna impresa.
Le startup mappate impiegano complessivamente 1.652 collaboratori, con una media di 12 dipendenti per azienda. La Startup con il fatturato più elevato raggiunge i 36 milioni. Anche in questo caso è significativa la presenza di startup che si occupano di Martech, che è la categoria più rappresentata.
Inoltre, si osserva una presenza qualificata di startup che si occupano di AI, HR Tech e Fintech.
Perché investire in software italiani?
«Investire nelle aziende italiane del software presenta diversi vantaggi sia in termini di competitività che di sicurezza – commenta Max Brigida, Founder di Software Italiani e ideatore del progetto –. I database restano in Europa e sappiamo come vengono gestiti i dati in ottemperanza del GDPR -. In altri Paesi, invece, la vendita dei metadati è pressoché incontrollata e si rischia di vedere ceduti a qualche competitor, i dati faticosamente raccolti nel corso degli anni nei propri database. Inoltre, un software italiano garantisce assistenza in lingua italiana e questo è un grosso vantaggio quando si parla di tecnologie così complesse e vitali per l’azienda».
In definitiva, lo studio fornisce una chiara evidenza della rilevanza e della vivacità imprenditoriale associata allo sviluppo di soluzioni software in Italia. Emerge un quadro composito e differenziato in termini di applicazioni software e di aziende produttrici con una crescente differenziazione delle soluzioni mappate.
«La tecnologia e l’innovazione saranno i motori della crescita del prossimo secolo e trascurarli sarebbe un grave errore – commenta Max Brigida, Founder di Software Italiani e ideatore del progetto – “La crescita del mondo Startup evidenziata nello studio rappresenta il momento del mercato italiano, propenso alla crescita, con talenti e soluzioni all’avanguardia che ci assicurano che il futuro del Tech italiano sarà in buone mani. Sebbene le grandi realtà facciano da traino, infatti, le Start-up sono quelle che ‘aggiungono benzina’. Se vogliamo crescere, anche rispetto agli altri Paesi d’Europa e del Mondo, dobbiamo creare ecosistemi con iniziative che si retro-alimentino fra loro, facendo sistema per sostenere sempre più queste realtà e tutto l’ecosistema del software Made in Italy».