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I suoi prodotti consentono il monitoraggio e l’acquisizione di dati. Per permettere all’utente finale di analizzare il consumo ed intervenire di conseguenza per evitare sprechi
L’Internet of Things sta trasformando le nostre case e i nostri luoghi di lavoro. È una tecnologia che massimizza la capacità di raccolta e utilizzo dei dati attraverso oggetti collegati tramite sensori o WiFi. I dispositivi intelligenti possono essere degli elementi della nostra vita quotidiana come un’auto, un orologio, una lavatrice o un frigorifero, ma possono anche essere dei componenti di macchinari e sistemi più complessi di un’azienda o un motore di aeroplano.
Un business in continua crescita: nell’ultima Worldwide Semiannual Internet of Things Spending Guide, pubblicata lo scorso giugno, si prevede che la spesa globale nei sistemi IoT raggiungerà 1,2 trilioni di dollari nel 2022, con una crescita media annua del 13,6% nei prossimi cinque anni. Tendenza che include anche l’Italia. Secondo L’osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2017 il mercato di IoT ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto al 2016. La maggiore spinta è data dalle applicazioni più consolidate che sfruttano la connettività cellulare (2,2 miliardi di euro, +29%), e da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (1,5 miliardi di euro, +36%).
L’IoT nella casa
L’Internet of Things può essere applicato in molti ambiti. Un’ipotetica casa del futuro disporrà sicuramente delle tecnologie per migliorare la qualità della vita. La domotica, appunto, è la scienza che studia come trovare strumenti e strategie per migliorare la qualità della vita, migliorare la sicurezza, semplificare la progettazione, l’installazione, la manutenzione e l’utilizzo della tecnologia, ridurre i costi di gestione, convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti. Lo smart building mira sostanzialmente allo stesso obiettivo, migliorando la qualità della vita: si tratta di un edificio dotato di funzionalità avanzate attraverso una rete intelligente di dispositivi elettronici, progettati per monitorare e controllare l’impianto meccanico, elettrico, di illuminazione e altri sistemi.
L’IoT nell’industria
L’Internet of Things non serve solo però a migliorare la qualità della vita, ma mira a sviluppare anche il mondo del lavoro. Il monitoraggio in ambito industriale, ad esempio, grazie all’utilizzo di sensori, telecamere ed analisi dei dati, permette di prevedere la rottura delle apparecchiature prima che questa avvenga. Questi sistemi, applicati alle attrezzature aziendali, rilevano segnali di usura e malfunzionamenti prima che si verifichino le rotture: l’analisi dei dati permette di definire un calendario di manutenzione preventiva. Anche il settore automobilistico, sempre in continua evoluzione, utilizza l’Internet of Things: basti pensare al controllo remoto della posizione e dello stato di funzionamento dei veicoli, la protezione degli occupanti in caso d’incidente, i servizi assicurativi e di noleggio. Non solo, pensiamo a IoT applicato alla medicina: è nata la smart health, che grazie a sensori e dispositivi collegati ai pazienti, come braccialetti e orologi tecnologicamente avanzati, consente di raccogliere dati sullo stato di salute delle persone e curarle.
IoT e il cloud
Poiché tali quantità di dati vengono trasmesse attraverso dispositivi IoT, per molte aziende è necessario utilizzare il cloud per l’elaborazione dei dati. Il cloud computing è la distribuzione di servizi di calcolo, come server, risorse di archiviazione, database, rete, software, analisi e molto altro, tramite Internet. Giganti del cloud computing come Microsoft, Amazon Web Services e Google Cloud sono tra quelli che offrono servizi IoT.
Il cloud di Aruba
Aruba è la prima società italiana nata nel 1994 per i servizi di datacenter, web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini. La tecnologia cloud permette alle startup di trovare la soluzione ideale per ciascuna fase che attraversa l’impresa. Con il cloud di Aruba si possono espandere le infrastrutture IT in modo semplice ed in base alle dinamiche della propria impresa. Partendo da infrastrutture di dimensioni contenute, si possono sviluppare gradualmente o scalare in tempi brevissimi, azzerando del tutto le latenze dovute alla gestione di architetture IT fisiche. Il cloud favorisce la riduzione dei costi e l’innovazione costante nel tempo. Grazie ai diversi piani tariffari e al modello pay-per-use si possono ottimizzare la gestione delle startup e aumentarne la competitività. Con il programma We START you UP, inoltre, si può beneficiare di credito cloud gratuito, offerte esclusive a fine programma e supporto tecnico costante. Costruendo il proprio progetto su cloud, si possono garantire agli utenti prestazioni elevate, sicurezza e massima affidabilità.
L’esempio italiano: Smart Domotics
“Noi costruiamo sistemi che trasformano la digital energy in risparmio concreto per tutti gli utenti, dalla Smart Home alla grande azienda” ci racconta Raffaele Borgini, CEO di Smart Domotics. La startup è nata per ideare, produrre e commercializzare soluzioni Made in Italy per la domotica ed il risparmio energetico. L’obiettivo di Smart Domotics è quello di proporre al mercato soluzioni innovative che coniughino comfort, tecnologia e semplicità, e siano funzionali al risparmio energetico dell’utente residenziale, aziendale o della pubblica amministrazione. “Siamo stati la società innovativa italiana più premiata nel settore Clean tech. Abbiamo vinto il premio ARUBA Programma Elite, Unicredit start Lab, BMW Mobilità Sostenibile, premio della Fondazione Marzotto IngDan, e dai premi siamo diventati anche vincenti sul mercato perché sono due anni che siamo in utile. A febbraio abbiamo fatto una campagna di crowdfunding sulla piattaforma CrowdfundMe, chiuso in overfunding in due settimane”.
Smart Domotics è una realtà assolutamente innovativa, che grazie ai suoi prodotti Smart Dom consente il monitoraggio e l’acquisizione di dati. L’archiviazione nel cloud Aruba permette all’utente finale di analizzare il consumo ed intervenire di conseguenza per evitare lo spreco. Invia i dati alla piattaforma cloud di Aruba e li mostra su un pannello di controllo online. Il cliente può così controllare dove avviene lo spreco ed intervenire per ridurlo.
L’intervista al CEO Raffaele Borgini
Come funziona Smart Domotics? È uno strumento complesso da usare?
È uno strumento molto semplice sia da installare che da utilizzare, formato da hardware e software, flessibile, scalabile e si caratterizza soprattutto per essere low cost. Pur garantendo tutta la qualità del Made in Italy su nostra proprietà intellettuale, siamo molto concorrenziali dal punto di vista del prezzo. È una trade determinante nel settore delle aziende.
Quali vantaggi può avere utilizzare i prodotti di Smart Domotics?
La possibilità di avere i dati dei consumi singoli generali, i dati della produzione del fotovoltaico quando è installato, i parametri ambientali su una piattaforma che ti permette di capire quali sono gli sprechi e poi di agire con automazione per il risparmio energetico in modo concreto. Quindi significa avere vero risparmio. Per fare degli esempi: integrare la colonnina della ricarica elettrica con la pompa di calore in casa insieme al fotovoltaico per farli agire insieme in modo più efficiente, oppure decidere che la domenica la linea di produzione di un’azienda, data la chiusura, non debba consumare. Quindi monitoraggio e automazioni a 360°, orientati sempre alla consapevolezza del cliente e al risparmio energetico.
È evidente una filosofia aziendale capace di adattarsi a diversi tipi di cliente.
Sì, il nostro è l’unico sistema di gestione di energia presente in Italia che si adatta a qualunque tipo di attività perché è completamente scalabile. In un bar l’installazione costa 700/800 euro, in un’azienda produttiva può arrivare 40.000 euro ma parliamo di sistemi molto diversi. Il nostro obiettivo è dare sempre una soluzione proporzionata alla bolletta del cliente.
Quanto si potrebbe risparmiare, in termini di impatto ambientale, se tutte le case in Italia adottassero i sistemi di Smart Domotics?
Ci sono degli studi dell’università di Oxford che dicono che con il solo monitoraggio si può risparmiare dal 5% al 15%. Con le automazioni il risparmio di fatto diventa il doppio. Tutto dipende dal sistema, da come si usa, in relazione con quanto si spreca prima di installare il nostro sistema e soprattutto quanto bene viene utilizzato: se viene fatto il giusto monitoraggio, se vengono controllati i consumi, se vengono fatte le automazioni, allora c’è la possibilità di risparmiare molto. In un’azienda ci pensa l’energy manager, o l’imprenditore, nella smart home ci deve pensare l’utente. Gli si fornisce il mezzo, ma senza la volontà o la consapevolezza dell’utente gli strumenti possono poco, il termine importante è consapevolezza, se c’è quella c’è anche l’incentivo per risparmiare.
Cosa significa Made in Italy per voi? È solo un dare priorità al brand Italia, o effettivamente noi ci distinguiamo nel mondo per il nostro know how?
Noi abbiamo la proprietà intellettuale dei nostri prodotti. Produciamo in Italia e ingegnerizziamo in Italia internamente ed esternamente con i nostri partner perché in Italia il rapporto qualità prezzo è molto più profittevole rispetto ad altre parti del mondo. La qualità ingegneristica dei nostri prodotti è molto alta, fa parte del know how che c’è in generale in Italia. I prodotti, di conseguenza, sono di grande qualità.