Le multinazionali del settore agricolo stanno investendo milioni nello sviluppo di supercomputer per scoprire nuove molecole e mettere a punto i prodotti del futuro
I giganti dell’agrochimica e del miglioramento genetico delle piante stanno puntando sui supercomputer per sviluppare i prodotti del futuro. Le normative sempre più stringenti, i cambiamenti climatici e le resistenze sviluppate da piante e microrganismi patogeni stanno mettendo a dura prova la capacità delle aziende del settore di mettere sul mercato prodotti innovativi. E così, per accelerare i tempi di ricerca e contenere i costi delle sperimentazioni, nei laboratori si stanno sostituendo i microscopi con i cervelloni elettronici.
E’ il caso della Basf, il gigante della chimica made in Germany, che si è dotata di un supercomputer (ribattezzato dai dipendenti Quriosity) che servirà proprio per velocizzare e migliorare la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti. Monsanto ha invece stretto una partnership con Atomwise, una società esperta di intelligenza artificiale fino ad ora attiva nella ricerca in ambito medicale.
Ma che cos’è un supercomputer? Si tratta di una lunga serie di processori in grado di elaborare dati singolarmente e di scambiarsi in formazioni all’interno di una rete ad alta velocità. Un supercomputer adeguatamente ‘istruito’ puó analizzare centinaia di migliaia di paper scientifici alla ricerca di quelli che potrebbero interessare i ricercatori alle prese con un problema.
I supercomputer possono aiutare la ricerca
Non si tratta di una semplice ricerca per parole chiave, come quella che si potrebbe fare su Google. Ma grazie al cosiddetto deep learning il supercervello comprende il contenuto delle pubblicazioni e lo confronta con il problema con cui i ricercatori sono alle prese, facendo una pre-selezione del materiale.
Ma puó anche simulare l’interazione di una molecola con altre, provando in maniera virtuale (e dunque molto più veloce e meno costosa) le migliaia di combinazioni possibili. Oggi per arrivare al lancio sul mercato di un prodotto per la difesa delle piante ci vogliono molti anni (anche più di dieci) e centinaia di milioni di dollari. I supercomputer permettono di essere molto più efficienti.
L’agricoltura moderna fa largo uso di diserbanti per eliminare dai campi la concorrenza delle piante infestanti. In questo modo le colture commerciali, dal mais al frumento, possono crescere senza la competizione delle erbacce. Ma le malerbe stanno sviluppando delle resistenze agli erbicidi e dunque servono nuove molecole. I supercomputer sono in grado di trovare alternative molto più velocemente di quanto non si faccia oggi. Alternative anche più eco-friendly, visto che il tema dell’impatto dell’agrochimica sull’ambiente é sempre più presente a livello legislativo e come trigger delle scelte dei consumatori.