Il progetto SHAPE (Students High Attitude Project for Education), realizzato in collaborazione con l’associazione Il Cercalibro, ha coinvolto i ragazzi di quattro istituti che hanno seguito il lancio dall’assemblaggio alla raccolta dei dati
Andata e ritorno nella stratosfera. È il viaggio di un pallone sonda che è riuscito a ritornare sulla terra senza problemi dopo aver viaggiato sopra le nostre teste per un po’. Fin qui niente di strano, dato l’elevato numero di oggetti del genere che vengono lanciati ogni giorno. La particolarità è che a spedire quest’attrezzatura nello spazio sono stati degli studenti che hanno aderito a un progetto denominato SHAPE (Students High Attitude Project for Education). Sono stati coinvolti i ragazzi di quattro scuole di Parma: l’ITSOS Gadda e i licei Marconi, Bertolucci e Ulivi.
Il lancio di Shape
© Progetto SHAPE – Facebook
Il progetto con quattro scuole di Parma
I primi lanci della sonda sono stati fatti nel mese di maggio 2017. In questi mesi la sonda ha raccolto informazioni preziose per il fine ultimo della missione: insegnare agli studenti qualcosa in più sullo spazio e sul nostro pianeta visto dall’alto. Il progetto è stato ideato dallo studioso Marco Bastoni e la sua realizzazione è stata resa possibile anche grazie al contributo dell’associazione di volontariato Il Cercalibro di Medesano. L’associazione ha anche realizzato un documentario sul viaggio che nel secondo volo ha raggiunto una quota di 37.501 metri.
I dati a disposizione di tutti
Tutte le informazioni sul progetto sono presenti sulla pagina Facebook del Cercalibro e dal sito è possibile consultare i dati grezzi raccolti dai sensori della sonda. Chiunque può quindi procedere a un’analisi autonoma di queste informazioni. Gli studenti seguiti dai loro docenti hanno studiato la legislazione di volo, hanno lavorato fisicamente all’assemblaggio del materiale da mandare nello spazio e portato avanti esperimenti e test. Infine, si sono concentrati sui dati raccolti: altitudine, posizione, moto, temperatura, pressione atmosferica, radiazioni. Un riassunto di quanto concluso si può trovare nella relazione che è stata pubblicata dal gruppo di lavoro. La speranza dei promotori del progetto è che leggendo queste conclusioni qualche studente o qualche docente si senta stimolato a riproporre in futuro l’esperienza. Chi è appassionato di fisica, ma anche chi forse potrebbe trovarla più interessante con un metodo di insegnamento diverso, potrà così osservare in prima persona un moto reale di un oggetto volante.
Il panorama simulato dall’altitudine raggiunta da Shape
© Progetto SHAPE – Facebook