Eliminare le liste di attesa per i trapianti e accelerare lo sviluppo di farmaci: questi gli obiettivi dell’azienda americana fondata nel 2016 da due giovani scienziate che vogliono mettere la tecnologia al servizio della medicina
Stampare organi umani in 3D per salvare la vita di chi sta aspettando un trapianto. Il progetto sembra fantascientifico, ma non lo è. Anzi, potrebbe realizzarsi tra pochi anni grazie a Prellis Biologics, startup con sede a San Francisco. Un’idea nata dal bisogno estremo di donatori che si registra negli Stati Uniti. Da qui la sfida di due giovani scienziate, Noelle Mullin e Melanie Matheu, che nel 2016 hanno fondato insieme la società che ora conta un team di circa dieci persone. E gli investitori ci credono: a metà settembre True Ventures, società di venture capital della Silicon Valley, ha messo a disposizione un finanziamento da 1,8 milioni di dollari. Poi altre due società, Civilization Ventures e 415 Ventures, si sono unite insieme ad altri investitori per un totale di 1,92 milioni di dollari.
Superato l’ostacolo della microvascolarizzazione
In realtà non è il primo esperimento di stampa di organi in 3D che viene fatto nel mondo, ma il team di Prellis ha trovato la soluzione all’ostacolo più grande con cui tutti si scontrano, quello della microvascolarizzazione. Ovvero, quella rete di piccolissimi vasi sanguigni che portano nutrimento e ossigeno alle cellule, senza i quali un organo non può sopravvivere. Proprio a causa di questo problema finora non si riusciva a stampare tessuti più spessi di una banconota. Il team di Prellis ha invece trovato il modo di produrre delle strutture per la microvascolarizzazione. Ne risultano così tessuti di maggiore spessore, che rappresentano la base per la costruzione degli organi.
Nessun rischio di rigetto
«Ogni giorno negli Stati Uniti 230 persone muoiono aspettando un trapianto di fegato o di reni. Unendo le competenze sulle cellule staminali e sull’immunologia alle sfide della stampa in 3D, saremo in grado di produrre organi e tessuti con l’infrastruttura vascolare necessaria per renderli vitali», ha spiegato Noelle Mullin, che è anche la responsabile scientifica della società. Diversamente dalla tradizionale donazione di organi, tra l’altro, in questo caso non ci sarebbe nemmeno il rischio di rigetto e il bisogno di prendere farmaci immunosoppressori per tutta la vita, perché questi organi sarebbero comunque ricavati a partire dalle cellule del paziente, che verrebbero prelevate, fatte crescere in laboratorio e incorporate in un composto a base di collagene.
Produrre tessuti per sviluppare farmaci
Non solo. Nel frattempo Prellis Biologics sta anche sperimentando la stampa di tessuti meno complicati per favorire lo sviluppo di medicinali da immettere al più presto sul mercato. Dalla creazione di linfonodi funzionanti, capaci di produrre anticorpi da vendere alle industrie farmaceutiche, alla stampa delle “isole di Langerhans”: questi gruppi di cellule pancreatiche saranno in grado di produrre insulina e potranno essere impiantate nei pazienti che soffrono di diabete, in modo da evitare le iniezioni giornaliere e i test sui livelli di glucosio nel sangue.
La tecnologia al servizio della medicina
«Nella nostra visione c’è una società che metterà la tecnologia a disposizione della medicina, fornendo alle persone una soluzione duratura a determinati problemi di salute. L’innovazione dei tessuti umani stampati in laboratorio porterà allo sviluppo di medicinali, alla produzione di anticorpi e alla creazione di organi umani pronti per il trapianto», conclude Melanie Matheu, ceo e cofondatrice di Prellis.